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Lo “studio” promozionale di Oxford e Google per lodare il contact tracing digitale

Saltare dalla sedia, questa la reazione nel leggere il titolo di questa notizia su AdnKronos e rilanciata anche da alcuni siti: Covid, “tracciamento digitale meglio del lockdown”. Tra virgolette è inserito il risultato di uno “studio” (in realtà è un pre-print, quindi non ancora stato rivisto; per ora non ha attendibilità scientifica) dell’Università di Oxford e di Google che “mostra che i sistemi di notifica digitale dell’esposizione al virus possono salvare vite umane, frenare la diffusione di Sars-CoV-2 e ridurre il rischio di misure di quarantena”.

Prima osservazione: 

Non ci appassionato le finzioni matematiche, quando siamo da mesi in attesa di risposte che cerchiamo da mesi. Inutile modellare mille variabili, quando abbiamo usato per 4 mesi una app vera in tutta Italia, Immuni, con dati epidemiologi sufficientemente puliti e altri dati, quanti la usano effettivamente, ben secretati dal governo, che farebbero capire quanti falsi positivi e quanti falsi negativi si generano con il contact tracing digitale.

Su iPhone disponibile il nuovo sistema di notifiche di esposizione al Covid-19

Lo studio sembra così una campagna promozionale lanciata in occasione del nuovo sistema di notifiche delle esposizione al Covid-19 di Google e Apple. 

Quello di Apple, “Exposure Notification Express”, è già disponibile scaricando l’ultimo aggiornamento di iOS13.7, Android prevede di distribuire il sistema entro la fine del mese a tutti gli utenti con Android 6.0 o versioni successive.

La nuova modalità di contact tracing consente agli utenti di iPhone e smartphone Android, con l’aggiornamento ad hoc, di ricevere notifiche di possibile contagio con persone infette da Covid-19 senza la necessità di installare un’app specifica, ad esempio senza avere Immuni se vivi in Italia.
Il framework consente l’interoperabilità tra gli Stati.

Apple e Google così si occupano fortemente della nostra salute. “L’introduzione di app pronte all’uso significa per le due Big tech raccogliere un po’ più di dati”, scrive The Verge

Nell’aggiornamento iOS 13.7 con l’Exposure Notification Express è stata introdotta la localizzazione dell’utente, con la promessa di non inviare la “posizione né all’autorità sanitaria pubblica né ad Apple”. 

Allora a cosa serve?

A seconda del posto in cui la persona si trova o viaggia l’iPhone verificherà se è tra quei Paesi che hanno aderito ad Exposure Notification Express e proporrà di installare il sistema di notifica, scaricando il tool per quello specifico paese. Google invece realizzerà un’applicazione vera e propria, “e si impegnata a pubblicare il codice sorgente dell’app Android generata automaticamente per abilitare i controlli di terze parti. Staremo a vedere.

Chi non ha Immuni su iPhone, ma ha scaricato iOS 13.7 in caso di contatto con una persona risultata positiva al Covid-19 riceve una notifica che lo invita a attivare il sistema di exposure notification usando l’app “express” che Apple ha inserito in iOS 13.7.

L’iPhone si collegherebbe ai server gestiti dalla pubblica amministrazione e farebbe quello che fa Immuni quando è installata e gira in background, mantenendo la piena interoperabilità.

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