AZIONE, FANTASY

Lo chiamavano Jeeg Robot

a cura di cinematografo.it |

2015 – Italia

Mentre sta scappando da un inseguimento, Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) entra in contatto con una sostanza radioattiva. I superpoteri che nascono in lui in seguito a questa presenza sono da considerare quasi una benedizione rispetto al suo essere un delinquente comune. Quando poi Enzo incontra Alessia (Ilenia Pastorelli), nasce in lei la convinzione che lui sia Jeeg Robot, l’eroe del famoso cartone animato giapponese creato da Go Nagai…

Alla Festa del Cinema di Roma 2015, lo sport preferito è stato quello di cercare di definire il “genere” di riferimento di Lo chiamavano Jeeg Robot. Brillante? Sarcastico? Grottesco? Umoristico? Il carattere introverso e chiuso di Enzo sembra respingere a priori ogni identità. Anzi, Ceccotti di per sé è del tutto privo di senso e la difficoltà nello staccarsi dagli altri enuncia la impossibilità di essere se stesso. La spirale di violenza nella quale a poco a poco si adagia fa di Enzo un cattivo “involontario”, come se ogni azione fosse voluta da una taumaturgica volontà di “voglio/non voglio”. Così la presenza di Alessia svolge il ruolo di una mediazione di forme, di una aggressione di evanescente favola irreale.

Lo chiamavano Jeeg Robot foto 1

Sembra che, a lungo andare, l’amore finisca ingoiato nel tunnel della ridistribuzione delle attese. Il personaggio di Zingaro (Luca Marinelli) così maldestramente cattivo e provocatoriamente spaventato dalla sua stessa paura emana un terrore ridicolo nella sua coazione a ripetersi. La domanda torna priva di risposta. Perché sul momento si può anche ridere e lasciarsi andare alla ironia. Poi si può pensare, o riflettere sugli effetti collaterali. La fuga di Enzo potrebbe essere una sola, unica contraddizione in termini, un controcanto di impensabile separazione.

Lo chiamavano Jeeg Robot è segnato da violenze (metaforiche?) ora divertenti ora sopra le righe e alla domanda “Perché un supereroe italiano?”, Gabriele Mainetti (classe 1976), che, va ricordato, è all’opera prima, risponde: “Perché se è vero che, guardandoci indietro, non scorgiamo personaggi mascherati che si sfidano a suon di superpoteri per decidere i destini del mondo, è altrettanto vero che a queste storia non siamo insensibili”. Quando ti avventuri in un genere che non ti è proprio, il, rischio di scadere in un’imitazione è dietro l’angolo – aggiunge Mainetti – per questo spero di trascinare per mano lo spettatore dentro un film che si snoda come una favola urbana fatta di superpoteri.

Il film si rivela particolarmente adatto ad appassionati di splatter e di un repertorio in linea con il dire e il fare di tarantiniana memoria.

Lo chiamavano Jeeg Robot foto 2

Regia: Gabriele Mainetti

Attori: Claudio Santamaria (Enzo Ceccotti), Luca Marinelli (Zingaro), Ilenia Pastorelli (Alessia)

Soggetto: Nicola Guaglianone

Sceneggiatura: Nicola Guaglianone, Gabriele Menotti

Fotografia: Michele D’Attanasio

Musiche: Gabriele Mainetti, Michele Braga

Montaggio: Andrea Maguolo, con la collaborazione di Federico Conforti

Scenografia: Massimiliano Sturiale

Costumi: Mary Montalto

 

Durata: 112’

Genere: Azione, Fantasy

Data di uscita in sala: 25 febbraio 2016

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