Satelliti

L’Italia conquista l’orbita bassa con BRIDGE, il motore spaziale che si alimenta con sole e atmosfera

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Finanziato con un ERC Proof of Concept del Consiglio Europeo della Ricerca, il progetto mira a rendere lo spazio più accessibile e sostenibile. Il propulsore spaziale italiano, utilizzando atmosfera rarefatta e energia solare per mantenere in orbita satelliti a bassa quota, apre nuove prospettive per missioni low-cost e a basso impatto ambientale.

Si chiama BRIDGE ed è italiano il rivoluzionario propulsore spaziale che vola grazie all’atmosfera e al Sole. Un progetto ambizioso finanziato dal Consiglio Europeo della Ricerca attraverso il programma ERC Proof of Concept, che promette di cambiare radicalmente il modo in cui i satelliti operano in orbita molto bassa. Una vera svolta per rendere l’accesso allo spazio più sostenibile, efficiente e accessibile.

L’obiettivo è dimostrare la fattibilità di una nuova tecnologia di propulsione spaziale capace di far volare i satelliti a meno di 400 km di altitudine sfruttando risorse naturali come atmosfera e luce solare. Un’idea che si inserisce in una delle sfide più attuali del settore aerospaziale: abbattere i costi e l’impatto ambientale dei voli spaziali e, al tempo stesso, costruire la nuova infrastruttura globale delle comunicazioni.

L’era del volo satellitare a bassa quota

BRIDGE nasce come evoluzione del precedente progetto ERC BREATHE, e si basa sulla sinergia tra il gruppo di Tecnologie per lo Spazio dell’Istituto di Intelligenza Meccanica e la spin-off Celeste S.r.l..
Nel solco della crescita esponenziale del mercato satellitare LEO (Low Earth Orbit) — che, secondo il rapporto “LEO Satellite Market by Subsystem, Satellite Mass, Application, End Use, Frequency, and Region – Global Forecast to 2030”, supererà i 20,69 miliardi di dollari entro il 2030 — BRIDGE amplia in modo significativo le possibilità operative delle orbite terrestri ultra-basse, oggi ancora largamente sottoutilizzate.

Secondo Tommaso Andreussi, professore alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e coordinatore del progetto, si tratta di “un risultato estremamente positivo” che potrebbe proiettare l’Italia tra i pionieri della nuova generazione di missioni satellitari a basso costo e impatto zero. “Con BRIDGE – ha dichiarato – esploreremo una configurazione di propulsore mai testata prima”.

Come funziona il progetto

Nei prossimi 18 mesi, il team lavorerà allo sviluppo di un nuovo propulsore air-breathing che utilizza microonde e campi magnetici innovativi per ionizzare l’atmosfera, estremamente rarefatta a queste altitudini. Il plasma generato interagirà con campi elettrostatici per creare una spinta capace di contrastare la resistenza aerodinamica, mantenendo il satellite in orbita per lunghi periodi senza carburante tradizionale.

Il progetto sarà accompagnato da simulazioni avanzate di dinamica atmosferica e del plasma, già sviluppate con successo durante BREATHE. Inoltre, la fase sperimentale si avvarrà del simulatore spaziale dell’Istituto di Intelligenza Meccanica, uno dei pochi in Europa specializzati per testare propulsori al plasma air-breathing, confermando l’eccellenza italiana nel settore.

Che cos’è un ERC Proof of Concept

Il programma ERC Proof of Concept (PoC) è dedicato ai ricercatori già finanziati dall’ERC (Starting, Consolidator, Advanced o Synergy Grant) e punta a valorizzare il potenziale innovativo delle loro scoperte. L’obiettivo è quello di tradurre la ricerca di frontiera in applicazioni concrete, creando un ponte — appunto, un “bridge” — tra laboratorio e mercato.

Con BRIDGE, l’Italia punta dritta al cuore della nuova corsa allo spazio, con un progetto che unisce tecnologia all’avanguardia, visione ambientale e leadership scientifica europea.

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