Key4biz

‘L’Italia accelera sulla fibra: la liberalizzazione funziona’. AIIP contesta il DNA della Ue

L’Associazione Italiana Internet Provider (AIIP) accoglie con soddisfazione i risultati diffusi ieri dalla Commissione Europea nel report “State of the Digital Decade 2025” che riconosce l’Italia tra i Paesi più dinamici sul fronte dell’infrastruttura digitale e dei servizi pubblici online.

Secondo il documento, l’Italia ha raggiunto il 70,7% di copertura con reti FTTP (Fiber to the Premises ovvero “fibra fino ai locali”, un sinonimo di FTTH), con un incremento annuo dell’8,4% – un dato che supera perfino il ritmo medio europeo. Il nostro Paese ha centrato il 100% degli obiettivi intermedi 2024 per ben 7 indicatori su 8, con un netto miglioramento anche nell’erogazione dei servizi digitali per cittadini e imprese.

A dimostrazione di come il modello italiano, basato sulla pluralità infrastrutturale, sulla concorrenza reale e sulla spinta delle PMI del settore, che crescono ogni anno del 30%, stia dando risultati tangibili. Un successo che non nasce da supposti “campioni pan-europei”, ma da una base industriale diffusa, composta da operatori che investono realmente nei territori e nelle tecnologie più avanzate.

Alla luce di questi risultati, l’Associazione Italiana Internet Provider esprime profonda preoccupazione per le proposte contenute nella bozza di Digital Networks Act (DNA), che minacciano di rimettere in discussione gli equilibri che hanno reso possibile questo sviluppo.

L’idea di limitare la concorrenza infrastrutturale, centralizzare la gestione dello spettro radio, favorire la nascita di oligopoli continentali e marginalizzare il ruolo delle autorità nazionali di regolamentazione, appare in totale controtendenza rispetto ai dati e alla realtà dei fatti.

“L’Italia sta dimostrando che la liberalizzazione ha funzionato – afferma il Presidente di AIIP, Giovanni Zorzoni – ma oggi, con il Digital Network Act, rischiamo di demolire tutto ciò che ha funzionato in nome di una visione centralista, dirigista e pericolosamente scollegata dal contesto industriale europeo”.

AIIP invita pertanto il Governo italiano, i membri del Parlamento Europeo e tutti gli stakeholder del settore a prendere posizione in modo chiaro contro l’impianto attuale del DNA, e a difendere un modello che ha dimostrato – nei numeri e nei fatti – di essere l’unico capace di garantire innovazione, investimenti e pluralismo tecnologico nel lungo periodo.

“Fermare il DNA è una battaglia per la libertà digitale, per la concorrenza, per la sovranità europea aggiunge il numero uno di AIIP Se non agiamo ora, rischiamo di non poterlo fare più. Abbiamo promosso la campagna StopDNA con un sito dedicato dove è possibile approfondire la minaccia rappresentata da questa proposta legislativa e aderire alla nostra iniziativa. La consultazione pubblica promossa dalla Commissione scade l’11 luglio prossimo: è fondamentale che l’intera industria si unisca per inviare un numero significativo di contributi di protesta contro il DNA”.

Exit mobile version