L'accordo

L’Istituto per il Credito Sportivo (Ics) entra nel business del cinema sostenendo Eagle Pictures di Ben Ammar

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Annunciata ieri una corposa operazione dell’Ics, sempre più sensibile al settore culturale, di sostegno della Eagle Pictures / Prima Tv retta da Tarak Ben Ammar.

L’annuncio è di ieri pomeriggio, rilanciato dalle agenzie stampa (ovviamente anche la specializzata Radiocor), ma la ricaduta mediatica è stata inferiore a quella che avrebbe potuto essere, eppure la notizia è ghiotta, per tutti coloro che operano nell’industria delle immagini italiana: per la prima volta l’Istituto per il Credito Sportivo (Ics) è intervenuto a favore di una produzione cinematografica ed audiovisiva, sostenendo con 12 milioni di euro tre film della Eagle Pictures, società di produzione e di distribuzione che è controllata da Prima Tv, il gruppo che fa capo all’imprenditore franco-tunisino-italiano Tarak Ben Ammar.

Si tratta di un finanziamento per la realizzazione di tre opere audiovisive destinate al mercato italiano e internazionale: le opere alle quali saranno destinati i finanziamenti dell’Istituto sono “L’uomo sulla strada” diretto da Gianluca Mangiasciutti, “Da Grandi” con la regia di Fausto Brizzi, e la serie televisiva per RaiGloria” le cui riprese inizieranno nel corso del 2022.

Grande soddisfazione da parte dell’Ics, banca pubblica per lo sviluppo sostenibile dell’Italia attraverso lo Sport e la Cultura, per un accordo che dà il via alla collaborazione con una società leader nel panorama dell’“entertainment” del nostro Paese e nel mondo, consolidando il suo ruolo di servizio nel settore cinematografico e audiovisivo italiano.

L’Istituto per il Credito Sportivo annuncia che dedicherà attenzione crescente alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale dell’Italia, intervenendo sempre più anche nell’industria audiovisiva.

L’operazione finanziaria realizzata rappresenta un traguardo importante anche per Eagle Pictures, perché non solo garantirà i fondi che saranno investiti per la realizzazione di tre importanti produzioni, ma anche perché dimostra un attestato di stima e di fiducia da parte di una grande banca, storicamente al fianco del mondo dello sport, ma che solo da poco ha deciso di sostenere finanziariamente la produzione cinematografica e televisiva.

Il comunicato stampa congiunto diramato da Ics ed Eagle riporta alcuni dati essenziali sulle dimensioni economiche del settore (che non riteniamo di poter validare, non essendo peraltro citata la fonte di queste stime): “un settore costituito da 9mila imprese e 65mila posti di lavoro diretti, ai quali se ne aggiungono altri 114mila nelle filiere connesse, in grado di generare un fatturato di 13 miliardi di euro, il 10 % del totale europeo, con l’Italia quarto mercato di riferimento, terza per produttività dopo Germania e Francia. Per ogni euro di domanda finale di servizi audiovisivi in Italia, si attivano 1,97 euro di maggiore produzione, ripartita in tutti i settori dell’economia, con uno dei moltiplicatori più alti”.

In questo periodo, Eagle Pictures può vantare la terza posizione, nella classifica delle società di distribuzione “theatrical” in Italia, con una quota di mercato del 9,45 % sul totale degli incassi, dopo il 43,47 % della Warner Bros ed il 9,85 % della Disney… In Italia, dal 1° gennaio 2022, secondo le elaborazioni di Cinetel, sono stati venduti 13,4 milioni di biglietti cinematografici, a fronte di 90,6 milioni di euro di incassi. Rispetto al 2020, il calo è del 60 %, e del 41 % rispetto all’ultimo anno pre-pandemia, ovvero il 2019.

Senza una robusta e decisa e finanche impetuosa campagna di promozione, il cinema in sala in Italia non riuscirà a riprendere fiato: questa esigenza l’abbiamo manifestata molte volte anche su queste colonne (vedi da ultimo “Key4biz” del 18 febbraio 2022, “Cinema, la crisi delle sale risveglia l’associazione degli esercenti”), e non resta che sperare che il Ministro Dario Franceschini e con lui il Direttore Generale per il Cinema e l’Audiovisivo Nicola Borrelli comprendano che, dei 750 milioni di euro l’anno che ormai lo Stato destina a favore del cinema e dell’audiovisivo, almeno un 5 % dovrebbe essere destinato alla promozione. Serve una campagna imponente, di respiro nazionale e di breve-medio periodo (un semestre almeno), con un budget di almeno 30/40 milioni di euro. Con il coinvolgimento delle migliori agenzie pubblicitarie nazionali ed internazionali, attraverso una gara che metta in competizione i più brillanti creativi del Paese ed una pianificazione mediale innovativa…   

2 film cinematografici ed 1 fiction per Rai: “Da grandi”, “L’uomo sulla strada”, “Gloria”

Le opere Eagle sostenute da Ics sono, più in dettaglio:

– il remake di “Da grandi”, per la regia di Fabio Brizzi, ovvero “reboot” della commedia “cult” anni ’80 “Da grande” (con Renato Pozzetto): a differenza del film a cui si ispira (diretto da Franco Amurri, che stavolta firma con Brizzi la sceneggiatura) adesso i bambini che desiderano diventare adulti sono quattro, interpretati “da grandi” da Enrico Brignano (comico, showman, attore, doppiatore, per la terza volta diretto da Fausto Brizzi che lo volle in “Poveri ma ricchi”), Ilenia Pastorelli (che dopo l’esordio di successo con “Lo chiamavano Jeeg Robot” ha dato inizio a collaborazioni con alcuni dei registi italiani più apprezzati come Carlo Verdone, Massimiliano Bruno, Pif e Dario Argento), Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu (ormai celebre duo comico in televisione e compagni di set per l’undicesima volta; tra i loro ultimi lavori, “Per tutta la vita”, “Un figlio di nome Erasmus”, “Un fidanzato per mia moglie”). Dopo i successi di “Notte prima degli esami” (che gli è valso diversi premi tra cui il David di Donatello come Miglior Regista Esordiente), “Maschi contro femmine”, il seguito “Femmine contro maschi”, e i due capitoli “Poveri ma ricchi” e “Poveri ma ricchissimi”, il regista, sceneggiatore, produttore e scrittore, Fausto Brizzi porta questa volta sul grande schermo un racconto sempre attuale, quello del desiderio che ogni bambino esprime almeno una volta nella vita: diventare adulto, godere della tanto fantasticata libertà e svincolarsi dalle regole imposte dai genitori, per poi sentirne una mancanza tale da perdonare e infine tollerare anche le decisioni più severe; Brizzi è attualmente nelle sale con “Bla Bla Baby”…

– il thriller “L’uomo sulla strada”, opera prima di Gianluca Mangiasciutti, regista e sceneggiatore dei cortometraggi di successo “Dove l’acqua con altra acqua si confonde” (candidato al Premio David di Donatello e al Globo d’Oro), “A girl like you” (presentato alle Giornate degli Autori, vincitore del Premio Nuovo Imaie), “Je ne veux pas mourir” e “Butterfly” (entrambi candidati ai Nastri d’Argento nel 2019 e 2020. Il soggetto nel 2010 si è aggiudicato il “Premio Solinas – Storie per il cinema”, la sceneggiatura è di Serena Cervoni e Mariano Di Nardo. “L’uomo sulla strada” è interpretato da Aurora Giovinazzo (“Anni da cane”, “Freaks Out”, “La classe degli asini”, “Una casa nel cuore”) e Lorenzo Richelmy (“Il talento del Calabrone”, “Dolceroma”, “Ride”, “Una vita spericolata”, “Una questione privata”, “La ragazza nella nebbia”, “Marco Polo”). Sinossi? Irene ha 8 anni quando assiste come unica testimone alla morte del padre per mano di un pirata della strada che scappa via. Perseguitata dal senso di colpa per non riuscire a ricordare il volto dell’assassino, Irene diventa una adolescente ribelle e introversa con l’unica ossessione di farsi giustizia. Abbandona la scuola e trova lavoro nella fabbrica di proprietà del glaciale e affascinante Michele che è proprio l’uomo che era al volante dell’auto. La ragazza sembra non riconoscerlo, lui invece non ha dubbi. Michele prova da subito un forte istinto di protezione verso la ragazza, che ben presto si trasforma in amore. Irene completamente all’oscuro inizia ad aprirsi e confidarsi proprio con l’uomo a cui sta dando la caccia. Mentre il cerchio si stringe attorno a Michele, qualcosa di inaspettato avviene…

– la serie televisiva “Gloria”, che ha come interprete Sabina Ferilli nei panni di una attrice primadonna degli anni Novanta: una fiction Eagle per Rai, con co-protagonista Leonardo Pieraccioni… Questa la sinossi: Don Simone (Leonardo Pieraccioni) è un prete di frontiera con una chiesetta sempre in difficoltà e mai frequentata dai ragazzi che preferiscono, piuttosto, lo “stare insieme” dei “social”; Don Simone riceve una fantastica notizia: un eccentrico zio gli ha lasciato in eredità un’avviatissima attività in Svizzera che potrà risollevare le sorti economiche del suo oratorio sempre deserto, ma.. arrivato a Lugano il nostro prete scopre di aver ereditato… un postribolo.

A fine febbraio, Eagle ha acquistato per 35 milioni di euro gli Studios of Paris da Luc Besson. Tarak Ben Ammar: “creare un polo di produzione e distribuzione audiovisiva che parta dall’Italia”

La Eagle Pictures si pone sempre più come impresa aggressiva sul mercato dell’audiovisivo nazionale ed internazionale. Si ricordi che appena due mesi fa, il “tycoonTarak Ben Ammar ha acquistato, per 35 milioni di euro, gli Studios de Paris, creati da Luc Besson.

L’acquisto è avvenuto tramite la partecipata francese della Eagle Pictures. Con Eagle Pictures S.p.A. in Italia, gli Studios de Paris in Francia e la partecipazione di Eagle Pictures S.p.A. in Spyglass Media Group negli Usa, l’intento di Ben Ammar è quello di creare un polo di produzione e distribuzione audiovisiva internazionale che parte dall’Italia, con base in Europa (in Francia) ed arriva fino agli Stati Uniti. Il complesso di teatri di posa alle porte di Parigi (9 teatri di posa con una superficie di 11mila metri quadrati) ospiterà numerose produzioni di film e serie tv: gli Studios of Paris, dove attualmente sono in corso le riprese di “Murder Mystery 2” con Jennifer Aniston e Adam Sandler e dove saranno girate le prossime stagioni di “Emily in Paris”, e la serie su Dior, hanno suscitato l’interesse di diversi investitori americani.

Oltre al suo legame con Spyglass Media Group, la Eagle Pictures spa di Ben Ammar vanta anche una “library” di 2.800 titoli, ed ha accordi di distribuzione in essere con Mgm, Paramount e Sony.

Eagle Pictures si pone come società di produzione e distribuzione integrata, ovvero presente in ogni segmento della catena di sfruttamento del contenuto, dalla produzione e acquisizione dei diritti alla distribuzione attraverso i canali: cinema, home video, televisione (pay tv, free tv) e “digital rights / new media”. La società è di proprietà di Tarak Ben Ammar e di Naguib Sawiris (il 4° miliardario più ricco d’Africa nel 2021, secondo “Forbes” con un patrimonio stimato nell’ordine di 8,5 miliardi di dollari, che include una quota del 6 % di Adidas).

Ha distribuito grandi successi tra cui “Coda” (vincitore Premio Oscar come Miglior Film nel 2022) e “Green Book” vincitore di tre Premi Oscar come Miglior Film, tra cui miglior film, nel 2019 che ha superato in Italia il milione di presenze, diventando il film “Premio Oscar ®” che ha incassato di più negli ultimi 15 anni…

Eagle Pictures ha distribuito negli anni numerosi successi tra cui: “House of Gucci”, “Il discorso del re”, “La passione di Cristo”, “American Hustle – L’apparenza inganna”, “Il lato positivo”, la saga “Twilight”, “Vice – L’uomo nell’ombra”…

Nell’esercizio 2020 l’andamento della produzione di Eagle ha registrato 60 milioni di euro, a fronte di un fatturato di 53 milioni. I fiduciari italiani di Tarak Ben Ammar sono Andrea Goretti (Amministratore Delegato di Eagle) ed Egidio Viggiani (Direttore Generale di Prima Tv, che gestisce il multiplex Dfree, che trasmette in digitale terrestre canali come Sport Italia, Radio 105 Tv…).

Tarak Ben Ammar ha 70 anni, ma non li dimostra e dispone ancora di energia giovanile e notevoli ambizioni. Poliglotta, vanta un variegato e ricco percorso imprenditoriale con frequentazioni di livello (da Murdoch a Gheddafi a Berlusconi), e la sua attività imprenditoriale si intreccia con la storia mediale di Italia, Francia, Usa…Così lo descrive il sito web “Cinquantamila” (che pubblica la raffinata newsletter “Anteprima”), curato da Giorgio Dell’Arti: fondatore di Carthago Films e di Prima Tv. Cofondatore, con Silvio Berlusconi, di Quinta Communications. Finanziere. Ex consigliere d’amministrazione di Mediaset, Mediobanca, Generali, Telecom Italia, Vivendi, The Weinstein Company

Vanta una “library” produttiva notevole: una lunga serie di film ispirati ai Vangeli, nei generi più disparati: da “Brian di Nazareth” dei Monty Python al “Gesù” di Franco Zeffirelli, alla distribuzione europea della “Passione” di Mel Gibson; passando per “Star Wars” e “La ricerca dell’Arca perduta” fino a “Baarìa” prodotto con Medusa (il film più costoso della storia del cinema italiano: 28 milioni di euro). Senza dimenticare “Pirati” di Roman Polanski, che gli procura un processo contro Universal alla fine del quale, nel 1994, ottiene una vittoria senza precedenti: 14 milioni di dollari per ricompensare gli interessi lesi… Ed è stata la prima volta che un produttore straniero vince contro una major di Hollywood…

Alcune citazioni?! «Dio ha dato agli arabi il petrolio, e io per favorire il dialogo interculturale faccio investire in cultura: tutti i fondi sovrani vogliono investire nei miei progetti…»… «La verità è che l’Italia è il Paese più aperto e con meno pregiudizi; altrimenti io, un tunisino, non sarei qui»… «Ho sempre detto, scherzando, che l’Italia è il Paese arabo più a Nord»… «Spyglass rappresenta per Eagle la naturale evoluzione di questo modello produttivo, e Eagle si propone come l’unico soggetto oggi in grado di portare progetti italiani ed europei all’attenzione del mercato mondiale»

«Madre francese di origine còrsa, emigrata in Tunisia, cattolica e poi convertita all’islam e sposa di un avvocato tunisino poi diventato diplomatico» (Giovanni Pons); «polimorfo produttore-finanziere-mediatore-banchiere franco-tunisino e quando serve pure assai italiano» (Francesco Manacorda)…

Eagle Pictures ed il “Digital In-Tunnel Advertising” di Tunnel Motion

Eagle Pictures si pone anche come impresa sensibile alle nuove tecnologie ed a forme innovative di marketing: per esempio, nelle settimane scorse ha scelto la “start-up” Tunnel Motion per il lancio del film “Sonic 2” nella metropolitana di Roma. L’innovativa tecnologia in movimento di Tunnel Motion ha visto protagonisti i personaggi della seconda saga tratta dall’omonimo videogioco: l’originale creatività del trailer è stata valorizzata ed è diventata occasione di intrattenimento visibile a tutti, con la campagna “Digital In-Tunnel Advertising” a sostegno del film, sviluppata nella metropolitana di Roma dal 28 marzo al 10 aprile, in occasione dell’uscita nelle sale italiane. Si ricorda che Tunnel Motion è la nuova realtà italiana che utilizza gli spazi vuoti delle gallerie della metropolitana per proiettare video messaggi ad alto impatto pubblicitario. Utilizza una tecnologia all’avanguardia per intrattenere e persuadere il pubblico in un modo semplice ma efficace. “Digital In-Tunnel Advertising” è la tecnologia innovativa e coperta da brevetto vvorld vide di cui Tunnel Motion ha licenza esclusiva per l’Italia…

L’Istituto per il Credito Sportivo (Ics) sempre più aperto al sistema culturale nazionale, con la guida del Presidente Andrea Abodi

Si ricordi che l’Istituto per il Credito Sportivo (Ics) è stato creato dalla legge 24 dicembre 1957, n. 1295, come “ente di diritto pubblico con gestione autonoma”, chiamato ad operare nel settore del credito per lo sport e per le attività culturali ai fini della costruzione, dell’ampliamento, dell’attrezzatura e del miglioramento degli impianti sportivi, compresa l’acquisizione delle relative aree e dei relativi immobili. Si tratta di una banca pubblica, essendo controllata all’80 % dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Si pone come l’unica banca pubblica focalizzata sul finanziamento allo sport e alla cultura.

Grazie all’impegno proattivo di Andrea Abodi, Presidente dal 2017 (mandato quadriennale rinnovato fino al 31 dicembre di quest’anno), l’Ics ha deciso di estendere il proprio “perimetro” di azione dal business classico e storico dello sport a quello della cultura, in sintonia con le decisioni assunte dal titolare del Ministero della Cultura Dario Franceschini.

Si ricorda che il Presidente dell’Istituto è stato nominato dal Ministro per lo Sport, con decreto emanato d’intesa con il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (poi divenuto Mic) e di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze (Mef).

Ics si definisce “banca sociale per lo sviluppo sostenibile dello Sport e della Cultura”: è senza dubbio leader nel finanziamento all’impiantistica sportiva, grazie alla tradizione e all’esperienza consolidata in oltre sessant’anni di attività. Dal 1957 ha finanziato il 75 % degli impianti sportivi italiani (ha sostenuto circa 35mila impianti), mentre dal 2005 la banca ha ampliato la sua sfera d’azione, potendo operare anche nel settore dei beni e delle attività culturali, ma è soprattutto negli ultimi anni che questa attività è stata particolarmente intensificata.

L’Istituto ha avviato un importante percorso di sviluppo nel finanziamento degli investimenti nel settore dei beni e delle attività culturali.

Obiettivo strategico dell’Istituto è quello di assumersi ulteriori responsabilità, non limitandosi a essere una “semplice” banca, ma anche una piattaforma di soluzioni che razionalizzino il percorso progettuale, facilitando la realizzazione delle opere e l’ottimizzazione della loro gestione.

Il bilancio approvato a metà maggio 2021 registrava oltre 323 milioni di euro di finanziamenti (con un incremento degli impieghi verso la clientela del 7,6 %), e fondi propri per 914 milioni di euro.

Sarà interessante osservare le prossime iniziative dell’Ics nel settore culturale.

Si tratta infatti di un settore dalle grandi potenzialità (anche) economiche che ancora attende, in Italia, un qualificato e dinamico soggetto bancario che ne comprenda al meglio la struttura, l’organizzazione, le peculiarità che lo rendono un “business” atipico, comunque “altro” rispetto all’insieme delle attività economiche (a causa della sua originale anima artistica).

Manca insomma in Italia una vera e propria “banca per la cultura”, ovvero un soggetto bancario che sappia guardare sia alle imprese tradizionali sia alle sempre crescenti “start-up”, sia alle associazioni culturali ed ai soggetti del terzo settore, sia ai singoli artisti e creativi… L’esperienza della Banca Nazionale del Lavoro nel settore cinematografico è ormai un ricordo del passato, e va certamente ricordata la sensibilità dimostrata dal gruppo Intesa Sanpaolo negli ultimi anni (sempre a favore dell’industria audiovisiva).

Manca ancora però una banca che abbia la capacità di sostenere tutti i comparti del sistema culturale nazionale, con interventi mirati e funzionali alle specifiche esigenze delle varie fasi della “filiera”: senza dubbio, l’Istituto per il Credito Sportivo – che si prevede cambi presto anche il proprio “naming” (divenendo Istituto per il Credito Sportivo e Culturale) – ha tutti i presupposti per poter divenire la banca nazionale di riferimento delle industrie culturali e creative italiane.