il caso

L’Irlanda incassa 14 miliardi di euro di tasse dalla Apple. Ma non è ancora finita

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Lo ha comunicato il ministro delle finanze irlandese Paschal Donohoe confermando il recupero di 13,1 miliardi di euro più interessi per 1,2 miliardi di euro di tasse non pagate per il periodo dal 2003 al 2014.

Era il 30 agosto 2016 quando il Commissario Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager annunciò il provvedimento nei confronti del colosso americano di restituire 13 miliardi di euro di tasse non pagate per il periodo dal 2003 al 2014 al governo irlandese.

Ieri, due anni dopo, Apple ha completato il versamento dell’intera somma (più 1,2 miliardi di euro di interessi) in aiuti di Stato all’Irlanda, come dichiarato dal ministro delle finanze irlandese Paschal Donohoe, che però contesta la decisione. Il suo governo è stato tuttavia costretto a realizzare il recupero per rispettare gli obblighi come stato membro dell’Unione europea. “Il governo è fondamentalmente in disaccordo con l’analisi della Commissione e sta cercando di ottenere l’annullamento della decisione presso le Corti europee” ha aggiunto in un tweet.

I soldi non finiranno direttamente nelle casse irlandesi quindi, ma su un conto di garanzia, in attesa della sentenza sul ricorso presentato dal governo irlandese e Apple contro la decisione della Commissione europea. Fino a quando il risultato non sarà stato ufficializzato, i soldi saranno conservati in un conto di garanzia speciale.

Cosa è successo

L’indagine su Apple è partita nel settembre 2014. L’accusa per il gruppo e l’Irlanda è di trattamento fiscale di favore, che costituisce violazione delle norme Ue sulla concorrenza.

Secondo la Ue, Apple per anni ha tratto vantaggio dagli accordi fiscali siglati con Dublino nel periodo che va dal 1991 al 2007.

Gli accordi siglati con le autorità irlandesi “conferiscono un vantaggio per Apple” che viene “garantito in maniera selettiva”, ha sempre detto la Commissione Europea.

A sostegno della tesi di Bruxelles, il fatto che gli accordi fiscali fra Apple e Dublino siglati nel 1991 non siano mai stati rivisti per un periodo di 15 anni. Secondo la Commissione Ue lo stesso trattamento di favore non viene garantito ad altre aziende con sede in Irlanda, suffragando così l’accusa di trattamento anticoncorrenziale.

La tesi di Apple è che il trattamento fiscale di cui gode in Irlanda è lo stesso garantito a tutte le multinazionali che operano in quel paese, dove il prelievo per le aziende è fissato al 12,5%. Ma Apple lascerebbe in Irlanda appena il 2% degli utili.

Perché l’Irlanda, paradossalmente, non vuole incassare i 14 miliardi da Apple?

Il governo irlandese ha presentato il ricorso insieme ad Apple contro la Commissione Europea per tre motivi:

  1. Nel Paese europeo Apple ha avuto fino al 2015 il domicilio fiscale per il suo business in Europa. Da due anni, da quando l’Irlanda ha modificato la normativa sul Fisco, Apple ha spostato la residenza fiscale di due sue società a Jersey, sempre in Europa, è un’isoletta di 100mila abitanti nel canale della Manica, ma ha precisato la società “Le modifiche apportate non hanno ridotto i nostri pagamenti fiscali in nessuno Stato. Infatti, i nostri pagamenti verso l’Irlanda sono aumentati notevolmente e negli ultimi tre anni abbiamo pagato $ 1,5 miliardi di tasse”. 
  2. Inoltre in Irlanda è presente il quartier generale europeo di Apple, precisamente nella sede di Cork lavorano 6mila dipendenti e si era partiti con 60 lavoratori nel 1980, quando Steve Jobs scelta la città per espandere la società oltre oceano. “L’innovazione e gli investimenti di Apple danno lavoro a oltre 12mila persone in tutta l’Irlanda”, scrive Apple nel comunicato stampo.
  3. Per cui quei 13 miliardi di euro che spettano di diritto all’Irlanda rappresentano l’equivalente del 5% del PIL e quasi interamente il budget annuo previsto per la sanità. Ma meglio rinunciarvi piuttosto che rischiare di assistere inermi alla fuga dei capitali di Apple e al conseguente licenziamento delle migliaia di persone a cui la società garantisce un posto di lavoro, in Irlanda.

Questo spiega la particolare situazione del governo irlandese, che non ha intenzione di appesantire la posizione fiscale di Apple nell’Unione europea ma anzi, appoggia l’azienda americana nei vari ricorsi e decisioni che vengono prese nelle differenti sedi giudiziarie comunitarie.