L'accordo

L’Internet of Things di Vodafone per l’illuminazione pubblica in città

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Tecnologia M2M integrata alle soluzioni smart lighting: accordo tra Vodafone e Philips per connettere in rete i lampioni pubblici, garantire efficienza energetica, risparmi e più servizi ai cittadini.

Tra gli oggetti più connessi al mondo ci sono semafori, automobili, sensori e lampioni. Proprio i punti luce in città sembrano costituire la fetta più consistente, assieme alle connected cars, dell’Internet of Things urbana a livello globale.

L’illuminazione pubblica intelligente in uso in molte città (smart street lighting) si basa su tecnologia M2M, che consente un controllo da remoto dei lampioni e dei sistemi di illuminazione scelti (generalmente a LED), regolandone intensità, attività, luminosità, consumi e gestendone al meglio le funzionalità multiservizi.

Questa settimana il direttore M2M del Gruppo Vodafone, Erik Brenneis, ha annunciato l’integrazione del sistema di gestione da remoto dei punti luce, sviluppato da Philips, nelle piattaforme Machine-to-Machine (M2M) di Vodafone.

Il Philips CityTouch street lighting management system, ha spiegato Brenneis, “Sarà utilizzato per connettere ogni singolo punto luce in città dotato di Sim card M2M”. In tal modo, ha detto il responsabile Vodafone, “le amministrazioni pubbliche potranno gestire in maniera efficiente l’illuminazione urbana, monitorando consumi e guasti in tempo reale”.

Ad oggi – ha affermato Bill Bien, Head of Strategy and Marketing di Philips Lighting – meno del 12% dei lampioni utilizza dispositivi luminosi a LED e meno del 2% è connesso in rete”. E’ ancora lungo il cammino sulla strada verso le smart cities.

In Italia, l’Internet delle Cose connette circa 8 milioni di oggetti intelligenti, per un valore di mercato di oltre 1 miliardo di euro. Secondo un Rapporto Accenture dell’anno passato, dedicato all’Industrial Internet of Things (nuovi servizi digitali e modelli aziendali basati su dispositivi e macchine intelligenti connesse), investimenti aggiuntivi in questo settore porterebbero un aumento di produttività aggiuntiva nel nostro Paese stimabile in 197 miliardi di dollari, fino all’1.1% del PIL (al momento ben al di sotto l’1%).