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L’intelligenza artificiale generativa crea nuove library di immagini online. Fotografi e artisti rimpiazzati? E il copyright?

L’IA generativa Dall-E2 crea immagini da Shutterstock

Ci hanno sempre detto che l’intelligenza artificiale avrebbe nel tempo rimpiazzato molte figure professionali, ma non quelle inerenti i lavori creativi. Eppure le intelligenze artificiali generative sembrano essere in grado di mettere in difficoltà figure lavorative molto particolari, come il fotografo, il creativo o l’artista.

La partnership tra Shutterstock, popolare piattaforma americana che fornisce contenuti fotografici, filmati di repertorio, musica e strumenti di editing, e OpeAI è finalizzata proprio a sviluppare una nuova esperienza utente attraverso la piattaforma di generazione di immagini con intelligenza artificiale generativa Dall-E2 integrata a Creative Flow (CF).

Si tratta di uno strumento di editing per personalizzare il design di contenuti visivi a livello multimediale, quindi con l’aggiunta di testo, nuovi colori, di rimozione di sfondi e altri oggetti dal contesto visivo. In poche parole, CF consente a chiunque, tramite generative AI, di realizzare contenuti creativi a partire da un enorme library di immagini, video e brani musicali esenti da diritto d’autore, con l’aggiunta di modelli 3D ed effetti audio.

All’inizio dell’anno, Shutterstock ha anche annunciato una nuova partnership con Meta con l’obiettivo di addestrare altre IA a partire sempre dallo sfruttamento delle library multimediali. Dell’accordo fa parte anche LG AI Research (la business unit del gigante coreano LG dedicata allo sviluppo di soluzioni IA).

Fotografia creata da Dall-E2 e scaricabile da Shutterstock

Diritti d’autore e futuro dell’editoria

È in questo contesto che l’intelligenza artificiale può sbizzarrirsi nella creazione, a partire però da dei comandi scritti (prompt di testo).

Secondo l’esperta di Generative IA, Nina Schick, intervistata in video su Yahoo Finance Live, entro il 2025 c’è la possibilità che il 90% circa dei contenuti online sarà sviluppato da intelligenze artificiali generative, come ChatGPT a Dall-E (algoritmo di intelligenza artificiale capace di generare immagini a partire da semplici descrizioni testuali).

Solo negli Stati Uniti, nel 2022 gli investimenti venture capital in soluzioni di Generative AI hanno superato 1,4 miliardi di dollari, contro gli 1,1 miliardi del 2021 (e i soli 200 milioni di dollari del 2020), secondo stime eMarketer.

La cosa interessante, secondo quanto riportato da techcrunch.com, è che tutte le immagini, tutti i video e gli audio impiegati in una creazione dall’IA saranno remunerati in base agli accordi di copyright.

Shutterstock qui si propone alla platea globale di fotografi, sviluppatori di contenuti audiovisivi e artisti come partner etico, prendendo in qualche modo le distanze dal suo concorrente principale, Getty Immage, finito in causa con Stable Diffusion, società fornitrice di un altro tool di generative AI, che avrebbe sfruttato la library di Getty senza il permesso dei titolari dei diritti di copyright.

Si pone quindi una questione giuridica non da poco, perché le IA generative stanno per invadere la rete (in termini numerici e operativi) e il rapporto tra i creatori di contenuti multimediali e i fornitori di questi software andranno regolati in maniera dettagliata, se non si vogliono riempire i tribunali di cause come quella tra Getty e Stable Diffusion.

Chi paga cosa? Che fine faranno fotografi e creativi?

Altro problema non da poco, quanto dovranno essere pagati i titolari dei diritti di copyright sui contenuti? In termini di guadagni, conviene più pubblicare in rete una fotografia originale o offrirla all’addestramento delle IA?

Da qui in poi le intelligenze artificiali generative avranno sempre più bisogno di questi contenuti (principalmente audio, voce, immagini, testi) per addestrarsi, apprendere e crescere, producendo a loro volta un fiume online di nuovi contenuti visuali che saranno protetti da diritto d’autore anch’essi. Siamo sulla soglia storica di un grande cambiamento delle regole che fin qui hanno accompagnato l’editoria classica? Chi crea cosa e con quali regole?

Come ha dichiarato in una nota Paul Hennessy, amministratore delegato di Shutterstock, da questo momento in poi della nostra storia, “Non è più necessario essere esperti di design o avere a disposizione a un team creativo per preparare lavori eccezionali”. Basterà davvero una buona idea e un’IA?

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