i numeri

L’inquinamento dell’euro equivale a 8 km in auto

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Gli euro in circolazione in Europa valgono 1,5 trilioni. Secondo indagine della Bce, i prelievi Bancomat pesano per il 37%, la produzione il 9%, in termini di impronta ambientale.

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Impronta ambientale, i prelievi Bancomat pesano per il 37%, la produzione il 9%

L’impronta ambientale dell’euro è la stessa di un percorso in auto di 8 chilometri. È questo il risultato dell’indagine della Bce sull’inquinamento dell’euro. La Banca centrale europea ha, cioè, calcolato quanto inquina usare l’euro: dalla produzione, al trasporto e perfino al prelievo Bancomat. Per avere un termine di paragone lo studio europeo sull’inquinamento dell’euro confronta l’impatto ambientale delle banconote con quello di altri gesti quotidiani: lavare una t-shirt ogni settimana per un anno è come percorrere 55 chilometri in auto. Il consumo di acqua in bottiglia risulta invece come il primo gesto quotidiano per emissioni di c02, bere acqua in bottiglie di plastica per un anno è equiparabile a guidare un auto per 272 chilometri.

Inquinamento dell’euro, il problema del Bancomat

Lo studio rivela inoltre qual è l’attività legata all’uso delle banconote che inquina di più: i risultati sono illustrati nel  grafico sopra. Al primo posto ci sono i consumi energetici del prelievo Bancomat, responsabili per il 37% dell’impronta ambientale dell’euro, subito dopo segue il trasporto dei contanti con il 35%. La fabbricazione della carta con cui si fanno le banconote incide invece solo per il 9%. Le banconote in euro sono stampate su carta in fibra di cotone, un materiale sostenibile che conferisce alle banconote la loro particolare consistenza, è resistente all’usura ed è anche studiato affinché generi un tipo particolare di rumore quando i soldi vengono sfogliati.

Gli euro in circolazione in Europa valgono 1,5 trilioni

Ma quante sono le banconote che circolano in Europa? A dicembre 2023 il numero totale delle banconote circolanti ammonta a 29,2 miliardi per un valore complessivo di 1,5 trilioni di euro che, in cifre, corrisponde a 1.500.000.000.000. Invece il numero totale di monete in circolazione in Europa è di 147,9 miliardi che valgono “solo” 33,4 miliardi.

Perché non viene più prodotta la banconota da 500 euro

La banconota da 50 euro è il taglio di contante che circola di più: 14,3 miliardi di “pezzi” ovvero il 49,2% di tutte le banconote circolanti in Europa. La banconota più rara è invece quella da 500 euro: ce ne sono 269,4 milioni pari allo 0,92% dello stock di contante in circolazione nell’Unione europea. Da precisare che il taglio da 500 euro non è più stampato, perché è considerato dalle autorità un mezzo di pagamento che favorisce attività illegali come il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo.

Monete in euro, la più diffusa è quella da 1 centesimo

La moneta da un centesimo di euro è la più diffusa, anche se diversi Paesi europei hanno smesso di produrla. In Europa circolano 39,4 miliardi di monete da 1 centesimo per un valore di 394 milioni di euro. Le monete più rare invece sono quelle da 50 centesimi.

In totale le monete da 50 centesimi che circolano in tutta Europa sono “solo” 7,14 miliardi, il 4,83% dell’intero stock di monete in euro immesso in Europa. Ma a cosa serve la moneta da 1 centesimo? Molto spesso queste monete finiscono nei portaoggetti o nei barattoli e non vengono spese, allora perché, inquinamento dell’euro a parte, continuiamo a usare le monete da 1 centesimo?

Inquinamento dell’euro: a cosa serve la moneta da 1 centesimo

La questione è al centro di un dibattito europeo che dura dal 2002 e che ruota intorno alla definizione delle regole generali per l’arrotondamento del prezzo. Infatti il principale ostacolo all’eliminazione delle monete di piccolo taglio è che i centesimi di euro svolgono una funzione essenziale per rallentare l’inflazione. Tra i vantaggi dell’eliminazione delle monete di piccolo taglio c’è invece il costo di produzione dei centesimi di euro, molto più alto del loro valore nominale: la Banca centrale olandese ha calcolato che, inquinamento dell’euro a parte, risparmierebbe 36 milioni di euro all’anno sui costi di produzione se eliminasse le monete più piccole.

Nella lista dei pro e contro è interessante anche rilevare la posizione della Germania, contraria all’eliminazione degli “spiccioli”. Secondo Wolfgang Söffner, capo della divisione contanti della Bundesbank, eliminando le monete da 1 centesimo perderemmo i cosiddetti prezzi segnaletici di negozio come 1,99 euro, una cifra che appare molto più attraente per gli acquirenti.

Quanto costa produrre una banconota in euro?

Produrre una banconota in euro costa in media 8 centesimi. Attualmente in Europa ci sono dodici stabilimenti di stampa di banconote. La stampa dei soldi viene è controllata dalla Bce in base al principio del “pooling decentrato”, che prevede l’assegnazione a ogni stamperia dell’Eurosistema di una produzione limitata a determinati tagli. In Italia le banconote sono stampate presso il Centro Guido Carli a Roma, la stamperia della Banca d’Italia ha una capacità di produzione di 8 milioni di banconote al giorno.

L’emissione delle monete in euro, a differenza delle banconote, è di competenza degli dei rispettivi Paesi e controllata dalla Commissione europea. In Italia le monete in euro sono coniate dall’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato per conto del Ministero dell’economia e delle finanze.

I dati si riferiscono al 2023
Fonte: Bce; Commissione Europa; Banca d’Italia