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Linda Lens, guerra e “liberazione femminile”

Gli Stati Uniti hanno avuto – probabilmente hanno ancora – un impatto anomalo sull’evoluzione sociale del mondo moderno. Il “melting pot” – il “crogiolo” – formato dalla massiccia immigrazione nel paese, mescolando e amalgamando praticamente tutte le culture del globo, ha “sciolto le briglie” alla popolazione, non solo permettendo ma obbligando trasformazioni nelle interazioni umane spesso nuove in un vasto territorio perlopiù sotto-popolato.

James Hansen

Per quanto la “liberazione femminile” fosse già nell’aria nelle società anglosassoni—con le “suffragette” inglesi per esempio, che condussero una campagna ai limiti del terrorismo (per i tempi) mirata all’ottenimento del voto per le donne—il femminismo europeo era un costrutto intellettuale “top down”, ovvero una proposta delle classi intellettualmente più avanzate, mentre negli Usa i nuovi ruoli femminili erano semplicemente un necessario fatto di vita.

È un processo che diventò massiccio e inevitabile con la Seconda Guerra Mondiale, un conflitto che mobilitò le forze militari più grandi mai viste nella storia – al punto che gli uomini “non bastavano più”. Circa 350mila donne americane si arruolarono direttamente nei corpi militari, seppure con mansioni teoricamente da “non combattenti”, come le 75mila infermiere messe in campo da Esercito e Marina. Altre hanno avuto ruoli equiparabili, pur restando nominalmente civili, come il migliaio di piloti donne che spostavano gli aerei da combattimento tra le basi fuori dalle zone di guerra oppure le operative e le analiste reclutate dall’intelligence. Almeno 19 milioni di donne furono occupate con mansioni prima tipicamente “maschili” nell’industria bellica, nell’agricoltura e nei trasporti.

Diventò ovvio e innegabile a quel punto che le donne fossero “capaci di tutto” e una nuova iconografia emerse a conferma del fatto compiuto, come nel caso della copertina del terzo numero di Camera Comics, una pubblicazione uscita negli Usa tra il 1944 e il 1946 di cui uno dei personaggi di punta fu Linda Lens (“lens” è l’obbiettivo di una macchina fotografica). Linda era una fotografa militare che, pure “disarmata” combatteva lo stesso, e con successo, come vediamo sopra. Camera Comics sopravvisse solo per una decina di numeri, ma Linda Lens è rimasta nella storia dei fumetti come una delle prime “action hero” femminili, insieme con Wonder Woman (1941), inventata anche lei – non a caso – giusto in tempo per l’entrata in guerra americana dallo psicologo William Moulton Marston.

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