panoramica

L’importanza della regolazione stabile, esempi dall’America

di Andrea Giuricin, ricercatore dell'Istituto Bruno Leoni |

Oltre oceano si è aperto il dibattito sull'importanza della regolazione per avere un’internet aperto, con soprattutto delle regole che siano certe nel corso dei prossimi anni. Mossa molto interessante anche per il panorama europeo, dove la discussione è stata troppe volte superficiale.

Uno degli elementi più importante nel fare business è la certezza delle regole. Se le regole cambiano continuamente, sarà impossibile fare investimenti e sviluppare il proprio business.

Questo è quanto sembra preoccupare l’amministratore delegato e chairman di AT&T, Randall Stephenson, colosso delle TLC e Media americano, che ha pubblicato una lettera aperta sui principali giornali americani affinché sia il Congresso a prendere in mano la questione della “net neutrality”.

Una vera e propria apertura che mostra la volontà di andare oltre le posizioni consolidate: i colossi tech come Google contrari al cambio della regolamentazione effettuata sotto l’amministrazione Obama versus gli operatori che investono nella rete a favore del cambiamento.

La richiesta per un “internet bill of rights” è un passo in avanti per trovare una soluzione che vada incontro ai consumatori e che dunque supera quel posizionamento che aveva portato a uno scontro frontale tra le diverse parti.

Siamo di fronte all’avvento di nuove tecnologie rivoluzionarie, come ricorda lo stesso Randall Stephenson, grazie all’arrivo del 5G che porterà ad un cambiamento che facciamo ancora fatica anche solo ad immaginare.

Come ricorda il “Mobility report” di Ericcson, a fine del 2023 ci saranno nel mondo circa un miliardo di connessioni mobile con velocità di banda elevatissime e tempi di risposta sempre più performanti.

Il Nord America avrà circa due quinti delle sue connessioni mobile con il 5G e molto probabilmente non conosceremo più internet così come lo abbiamo conosciuto fino ad ora: per avere tutto questo ci vorrà uno sviluppo infrastrutturale impressionante.

Questa tecnologia aiuterà lo sviluppo sia dell’autonomous car che della chirurgia a distanza, ad esempio, ma per avere tutto ciò saranno necessari investimenti per centinaia di miliardi di dollari.

E cosa c’è di peggio che avere un ambiente regolatorio instabile?

Noi economisti, specialmente in Europa, sappiamo bene per esperienza diretta che una delle barriere maggiori all’investimento è proprio l’incertezza delle regole oltre alla frammentazione del mercato.

Le nostre previsioni di traffico (TRA consulting) per ogni singolo utilizzatore di smartphone negli Stati Uniti sarà di circa 61 gygabytes al mese nel 2023, con uno buon shift dall’utilizzo verso il 5G su smartphone.

Non è dunque possibile avere uno sviluppo così importante d’utilizzo di internet, senza grandi investimenti sull’infrastruttura e indubbiamente le TELCO americane hanno il ruolo più rilevante in tutto questo.

Continuare a cambiare regolazione non solo è poco utile, ma molto dannoso per le aziende che hanno più investito sul territorio americano.

È per questa ragione, che l’amministratore delegato e chairman di AT&T ha chiesto pubblicamente che sia il Congresso ad iniziare a ragionare per avere un’internet aperto, ma soprattutto delle regole che siano certe nel corso dei prossimi anni.

Questa mossa è molto interessante anche per il panorama europeo, dove la discussione è stata troppe volte superficiale. Il rischio è quello che, un’Europa senza un mercato unico digitale e con un’incertezza regolatoria elevata, rimanga ancora una volta indietro.