nota diplomatica

L’impensabile

di James Hansen |

La guerra è stata ed è tuttora lontana, ma diventa meno impensabile con ogni crisi che arriva.

È possibile, seppure un po’ perverso, pensare che la razza umana abbia intimamente bisogno di fare una guerra ogni tanto. È suggestivo che le più antiche radici della nostra letteratura, testi come l’Epopea di Gilgameš—forse la prima opera letteraria dell’umanità—o l’immensamente influente Iliade di Omero, siano racconti di guerra. Così come anche l’EneideBeowulf, le saghe nordiche e la Chanson de Roland: tutte storie di furiosi e sanguinosi combattimenti

James Hansen

Ad ogni modo—che lo vogliamo o meno—quei vecchi tamburi riprendono a rullare, per ora abbastanza sommessamente, ma si inizia sempre così. Tralasciando gli iraniani e i cinesi, la causa prossima sarebbe il sogno imperiale di Vladimir Putin. In una recente e strombazzata intervista con il giornalista americano Tucker Carlson, il Presidente russo, rispondendo sui suoi progetti territoriali oltre all’Ucraina, ha replicato sornione che “non gli interessa” invadere la Polonia o la Latvia… Il  ‘però se volessi, potrei’ l’ha lasciato sottinteso.

Pochi giorni fa il Ministro della Difesa danese, Troels Lund Poulson, citando un’analisi della Nato, si è unito ai colleghi del Regno Unito, della Svezia, della Romania, della Germania ed altri nel dare l’allarme relativo all’avvicinarsi della guerra prossima.

“Non possiamo escludere–ha detto Poulson—che entro i prossimi tre-cinque anni la Russia vorrà sfidare l’Articolo 5 del Trattato Nato e la solidarietà del Patto”. Quell’Articolo prevede la difesa comune dei paesi firmatari, per cui l’attacco a uno stato membro scatenerebbe automaticamente una risposta militare da parte degli altri, innescando un’immediata conflagrazione su scala quantomeno continentale.

Il Primo Ministro della Svezia ha già invitato i suoi concittadini a prepararsi “mentalmente” alla guerra. I tedeschi e gli estoni sono più ottimisti dei danesi: i loro governi prevedono infatti che la Russia potrebbe attaccare la Nato entro i prossimi cinque-otto anni…

È probabile che molto di questo baccano abbia a che fare con il dibattito in corso sugli aiuti militari all’Ucraina, ma è anche vero che ce ne vuole di tempo per preparare i paesi civili ai conflitti militari estesi, anche perché, all’inizio del secolo, molti Stati occidentali smantellarono buona parte delle loro difese, ponendo per esempio fine alla ‘naja’: tra questi la Francia (1997), l’Italia (2005) e la Germania (2011).

Altre nazioni—Norvegia, Svizzera, Finlandia e Austria—hanno mantenuto la coscrizione. La pacifica Svezia l’ha reintrodotta nel 2016. Ad ora, è difficile ipotizzare una formazione politica italiana che potrebbe fare altrettanto.

Eppure, quei tamburi iniziano ad echeggiare e li sentiremo ancora… La guerra è stata ed è tuttora lontana, ma diventa meno impensabile con ogni crisi che arriva.