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Licenziamenti, ottobre mese nero negli Usa: tagliati 153mila posti di lavoro. Il livello più alto degli ultimi vent’anni

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Nel mese di ottobre 2025 le aziende statunitensi hanno annunciato 153.074 tagli di posti di lavoro, quasi il triplo rispetto allo stesso mese del 2024.

Secondo i dati di Challenger, Gray & Christmas Inc., nel mese di ottobre 2025 le aziende statunitensi hanno annunciato 153.074 tagli di posti di lavoro, quasi il triplo rispetto allo stesso mese del 2024. Il dato segna il livello più alto degli ultimi vent’anni per questo periodo dell’anno.

Le cause principali, spiega Bloomberg in un lungo articolo, risiedono nell’adozione crescente dell’AI, nell’aumento dei costi operativi e nel calo della spesa di consumatori e imprese.

Settore tech e logistica i settori più colpiti dai licenziamenti

I settori più colpiti sono stati tecnologia e logistica, già al centro di una profonda trasformazione legata all’automazione e alla razionalizzazione delle risorse. Il trend conferma una transizione critica del mercato del lavoro: molte aziende, dopo il boom di assunzioni durante la pandemia, stanno ora ristrutturando la propria forza lavoro, tagliando figure considerate “sostituibili” e investendo su competenze legate all’AI.

Giganti come Amazon, Target, Paramount Skydance, Starbucks e UPS hanno annunciato riduzioni significative di personale, giustificando i tagli con la necessità di proteggere i margini e incrementare la produttività grazie all’automazione.

Parallelamente, le assunzioni stagionali hanno toccato i minimi dal 2012, segnalando un raffreddamento generale dell’economia del lavoro.

Nonostante una leggera ripresa complessiva, con un aumento di 42.000 posti secondo ADP Research, il clima resta incerto. L’aumento delle notifiche di licenziamento e le difficoltà dei disoccupati nel trovare nuove opportunità confermano che l’AI, pur creando nuove professioni, sta accelerando un ridimensionamento strutturale delle risorse umane.

Un disegno di legge per monitorare l’impatto dell’AI sul lavoro

Per reagire a questa tendenza, gli Stati Uniti stanno valutando una misura senza precedenti. Il Congresso ha infatti presentato l’AI-Related Job Impacts Clarity Act, un disegno di legge bipartisan firmato dal repubblicano Josh Hawley e dal democratico Mark Warner, che mira a garantire trasparenza sui cambiamenti occupazionali legati all’automazione e all’intelligenza artificiale.

L’obiettivo è obbligare le grandi aziende a comunicare regolarmente quanti posti di lavoro vengono persi, creati o trasformati a causa dell’uso dell’AI. Entro 30 giorni dalla fine di ogni trimestre, le imprese quotate e le agenzie federali dovranno fornire al Dipartimento del Lavoro dati dettagliati sul numero di dipendenti licenziati per automazione, sulle nuove assunzioni legate all’AI, sui ruoli eliminati o riconvertiti e sui programmi di riqualificazione avviati.

Il Segretario del Lavoro, insieme agli uffici federali competenti, dovrà poi elaborare report trimestrali e semestrali sull’impatto dell’AI, pubblicandoli sul sito del **Bureau of Labor Statistics** e trasmettendoli al Congresso entro 60 giorni. L’obiettivo è costruire una base dati pubblica e trasparente che consenta di monitorare come l’automazione stia trasformando il lavoro americano e di orientare le future politiche di formazione e compensazione.

Anche le aziende non quotate potrebbero rientrare nei controlli

Entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, il Dipartimento del Lavoro dovrà stabilire — insieme alla SEC e al Dipartimento del Tesoro — se e come includere anche le aziende non quotate tra gli obblighi di comunicazione. Tra i criteri valutati ci saranno la dimensione della forza lavoro, il fatturato e l’impatto occupazionale su scala nazionale o regionale, con particolare attenzione alla tutela dei dati sensibili.

Oltre 60 mila licenziamenti nel 2025 tra i giganti del tech

Il 2025 è stato finora un anno di drastici ridimensionamenti. Amazon, Microsoft, Salesforce e Meta hanno tagliato complessivamente oltre 60 mila posti di lavoro, ufficialmente per “recuperare agilità operativa” dopo anni di crescita. UPS ha eliminato 14 mila ruoli manageriali in meno di due anni, mentre Target ha ridotto di 1.800 unità il personale d’ufficio. Anche GM, Rivian e Booz Allen Hamilton hanno avviato importanti piani di riduzione.

Dietro la retorica dell’efficienza si nasconde una ristrutturazione profonda: le aziende stanno riallocando risorse dai reparti tradizionali ai team che lavorano su modelli generativi, cloud e automazione, riducendo le figure più facilmente rimpiazzabili come junior, amministrativi e risorse umane.

Durante la call sugli utili, il CEO di Amazon Andy Jassy ha difeso la scelta spiegando che si tratta di “recuperare l’agilità operativa perduta nel corso di una crescita eccessivamente stratificata”. Ma al di là delle parole, il dato di fondo è chiaro: la rivoluzione dell’AI sta cambiando la cultura aziendale, privilegiando la produttività tecnologica rispetto al capitale umano. Meno persone, più ricavi — questa sembra essere la nuova equazione del lavoro americano.

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