Sempre più aziende, in settori e Paesi diversi, iniziano a dichiarare apertamente che l’AI è tra le cause dei licenziamenti e del blocco delle nuove assunzioni.
Lufthansa prevede di tagliare 4.000 posti amministrativi entro il 2030, mentre ING ha messo in guardia sul possibile taglio di circa 1.000 ruoli legato alla digitalizzazione, all’uso dell’AI e al cambiamento delle abitudini dei clienti.
Nel mondo dei videogiochi, Krafton ha fermato le assunzioni per puntare su un modello “AI-first”. Negli Stati Uniti, secondo Challenger, Gray & Christmas, solo a ottobre sono stati annunciati più di 31.000 licenziamenti attribuiti all’AI, pari a circa un quinto del totale nazionale.
Una tendenza che non è passata inosservata nemmeno a Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, che ha invitato a seguirla con attenzione.
Allo stesso tempo, diversi analisti del lavoro avvertono che alcune aziende potrebbero sfruttare l’AI come pretesto per giustificare riduzioni di personale già previste, un fenomeno ribattezzato “AI-washing”. Colossi come Amazon, Microsoft e Oracle stanno inoltre tagliando costi in altre aree per destinare risorse a data center, chip e competenze utili allo sviluppo dell’AI.
IBM, ServiceNow e Shopify affermano di usare agenti AI per automatizzare attività interne e ridurre il fabbisogno di personale, confermando un cambiamento più profondo nelle strategie di gestione del lavoro.
Secondo Goldman Sachs, l’adozione dell’AI potrebbe portare a una riduzione del personale del 4% nei prossimi 12 mesi, percentuale che potrebbe salire fino all’11% nei prossimi tre anni.
La legge bipartisan per frenare i licenziamenti dovuti all’AI
In questo quadro si inserisce anche una proposta di legge americana pensata per obbligare le grandi aziende a comunicare regolarmente quanti posti di lavoro vengono persi, creati o trasformati dall’automazione e dall’uso dell’AI.
L’AI-Related Job Impacts Clarity Act, presentato dai senatori Josh Hawley e Mark Warner, mira a fare chiarezza sull’effettivo impatto dell’AI sull’occupazione. Il testo prevede che, ogni trimestre, le aziende quotate e le agenzie federali forniscano al Dipartimento del Lavoro dati dettagliati: i licenziamenti legati all’AI, le nuove assunzioni generate dall’uso di sistemi intelligenti, i ruoli lasciati vacanti perché sostituiti dalle macchine e il numero di lavoratori coinvolti in percorsi di riqualificazione.
Il Segretario del Lavoro dovrà poi elaborare rapporti trimestrali e semestrali da pubblicare sul sito del Bureau of Labor Statistics e da inviare al Congresso. È prevista anche la possibile inclusione delle aziende non quotate, con criteri basati su forza lavoro, fatturato e impatto territoriale. L’obiettivo è costruire una base dati pubblica e trasparente per capire davvero come l’automazione stia ridisegnando il mercato del lavoro e per orientare eventuali politiche di compensazione o formazione.
