L'intervista

Libra, William Nonnis (Ministero della Difesa): ‘Non chiamatela criptovaluta. Ci sarà una grossa svendita di dati personali’

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William Nonnis, Full Stack & Blockchain Developer del Ministero della Difesa: 'Libra non è una moneta, né una crypto, né una Blockchain. Piuttosto è un sistema di pagamento estremamente comodo per acquistare, con il risparmio privato, il debito pubblico mondiale, quindi è sbagliato chiamarla moneta digitale o cryptovaluta. Svantaggi? Una grossa svendita di dati personali'.

Dopo l’annuncio di Libra da parte di Facebook, abbiamo chiesto a William Nonnis, Full Stack & Blockchain Developer del Ministero della Difesa, cosa ne pensa del sistema di pagamento di Mark Zuckerberg che sarà lanciato nel 2020.

In foto William Nonnis – Full Stack & Blockchain Developer – del Ministero della Difesa, fa parte dello staff tecnico di Italian Open Lab per lo studio, progettazione e sviluppo su Blockchain, AI, IoT e Applicazioni WEB sempre per il Ministero della Difesa. Inoltre è Member of Focus Group UNINFO (CEN/CENELEC) Blockchain DLT, e del Consiglio Nazionale di Italia4Blockchain

Key4biz. Che cosa sarà “Libra?

William Nonnis. Libra ha il merito di dare rilevanza ed attirare l’attenzione sull’argomento crypto, tanto da farlo notare a livello istituzionale. Ma, come redatto nella White Paper, ricordiamo che Libra non è una moneta, né una crypto, né una Blockchain.

Piuttosto è un sistema di pagamento estremamente comodo per acquistare, con il risparmio privato, il debito pubblico mondiale, quindi è sbagliato chiamarla moneta digitale o cryptovaluta. Anche perchè libra non sarà basata su blockchain pubblica (l’unica che garantisce assoluta trasparenza e tracciabilità di transazione) posto che le informazioni saranno visibili solo a chi appartiene alla rete stessa. I puristi di criptovaluta sostengono che il progetto della #Libra è l’antitesi del concetto di bitcoin, muovendo un’altro passo verso il controllo totale dei dati e degli utenti.

Key4biz. Quali gli svantaggi e i rischi? Chi la controlla?

William Nonnis. Svantaggi: secondo il mio punto di vista ci sarà una grossa svendita di dati personali, mettendo così fortemente a rischio privacy e tutela del cittadino. Gli sviluppatori sostengono che i dati personali non verranno tenuti sugli utilizzatori di Libra ed anche i vertici di Facebook hanno assicurato che la piattaforma non tratterà o farà affari né con i big data acquisiti, anche se solo momentaneamente, né con le transazioni avvenute sulla sua app Calibra. Ma, diversamente da ciò che avviene con il Bitcoin, identità e password degli utilizzatori della app saranno comunque registrate da terzi. Sostanziale è tale diversità rispetto al sistema Bitcoin, dove i dati sensibili degli utenti sono assolutamente anonimi e tali devono rimanere per preservarli da sottrazioni illecite di criptovalute.

Su chi la controlla invece voci ancora non ufficiali sostengono sarà Libra Association, ma io ne dubito fortemente perché ritengo che tutti i partner vorranno acquisirne, e quindi controllarne, i contenuti che LIBRA conterrà, almeno in parte.

Key4biz. Che cosa ha in comune con i bitcoin?

William Nonnis. Nulla di nulla perché come già ribadito, bitcoin è una crypto basata su blockchain atta a favorire un’economia circolare e non è assolutamente controllata da nessuno. Libra, a differenza del Bitcoin, non viene “estratta” dalla rete attraverso i procedimenti informatici di mining ma viene “emessa” attraverso l’acquisto di titoli di Stato e l’uso di depositi bancari.

Key4biz. Come sarà garantita la sicurezza delle transazioni?

William Nonnis. I vertici di Facebook, avendo registrato Calibra, la nuova società sussidiaria di pagamenti e monetica, negli Usa, presso il Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN), hanno potuto rendere il sistema operativo in tutti i suoi 50 stati  Poiché la FinCEN è l’organo del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, dedito al controllo dei reati finanziari, che raccoglie dati e informazioni sulle transazioni economiche, per combattere riciclaggio di denaro, sovvenzionamento al terrorismo e altri crimini finanziari nazionali e internazionali, con tale registrazione Facebook  si è resa garante de “la separazione tra dati sociali e finanziari” sostenendo che “costruirà e gestirà i propri servizi sulla rete Libra” nel rispetto delle norme antiriciclaggio.

Key4biz. E come saranno garantite le riserve di Libra?

William Nonnis. A quanto dicono gli ideatori, la Libra sarà garantita da una riserva di asset reali per assicurarne la stabilità e per proteggerla dalla speculazione. Solo il tempo, comunque, potrà dimostrare la veridicità di tale asserzione.

Key4biz. Come sarà garantita la privacy?

William Nonnis. Zuckerberg sostiene che per ora l’interesse è dedicato ai dati di chi acquista piuttosto che alla gestione del denaro digitale.

Assolutamente vero, soprattutto perchè la reale fonte di guadagno oggi per tutte le grandi società sono proprio i dati. Ma, specificatamente su questo punto, ritengo che Libra (Facebook) debba prestare molta attenzione e muoversi con estrema cautela, dati i recenti scandali che hanno investito la Cambridge Analitycs. Gli esperti di privacy esprimono infatti molti dubbi sulle rassicurazioni di Facebook di non indirizzare gli annunci pubblicitari utilizzando informazioni finanziarie sensibili.

Key4biz. Facebook può diventare così la superbanca 4.0? Cosa rischia il sistema bancario tradizionale?

William Nonnis. Non ritengo, al momento, ci siano i presupposti per avallare tale ambizione, seppure già Facebook dispone della licenza in Europa per esercitare le funzioni di banca. Si dovrà attendere, infatti, la risposta dei singoli stati e la fiducia data dalle banche tradizionali, ma soprattutto desta interesse la replica delle aziende digitali come Amazon, Google e altri che, proprio come Facebook, hanno facoltà di esercizio in qualità di istituto bancario in europa. Non a caso per ora nell’associazione che gestirà lo sviluppo di Libra, non appare nessuna delle altre “temibili cinque” aziende.

Key4biz. Cos’altro vuole aggiungere?

William Nonnis. Personalmente ritengo che una reale, concreta e radicale novità per la collettività e, addirittura, un cambiamento di paradigma socio-culturale, potrà avvenire solo adottando il modello stabilito da Satoshi Nakamoto, e cioè quello di una Blockchain pubblica con relativa economia circolare. Solo allora la rivoluzione tecnologica sarà veramente avvenuta e potrà dare il via a quello che a me piace definire il “buon futuro” che auguro a ciascuno di noi grazie al sussidio di una tecnologia pulita e trasparente.