L'IA in guerra

L’IA di Google al servizio dei droni del Pentagono per la guerra all’Isis (La rabbia dei dipendenti)

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Google aiuta il Pentagono a configurare il suo software d’intelligenza artificiale per analizzare il materiale video raccolto da droni militari impiegati nella lotta all’Isis. Alla rabbia dei dipendenti, Big G ha risposto: ‘L’utilizzo della nostra piattaforma è solo per scopi non offensivi’. L’ex ceo di Alphabet Eric Schmidt lavora per l’Hub del Pentagono.

Google collabora con il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per combattere l’Isis. E lo fa aiutando attivamente il Pentagono a configurare la sua piattaforma ‘TensorFlow’, in grado di sviluppare algoritmi d’intelligenza artificiale, da utilizzare per individuare oggetti d’interesse in “milioni di ore di girato dei droni-militari” impiegati nella lotta all’Isis. La collaborazione è stata svelata dal sito Gizmodo, mentre ai dipendenti di Big G è stata comunicata con un’email: nella maggioranza dei lavoratori ha suscitato rabbia, perché vedono un framework open source per il machine learning realizzato nel 2015 per Google Immagini utilizzano anche per l’attività militare. Come funziona? Basta digitare un testo nella galleria per trovare con un click la foto o le foto desiderate tra le tante scattate.

La replica di Google: ‘Software utilizzato solo per scopi non offensivi, ma il problema etico c’è’

Il malcontento dei dipendenti ha portato la società a rilasciare una comunicazione per cercare di tranquillizzare gli animi: “Si tratta di un programma pilota con il Dipartimento della Difesa per fornire TensorFlow API che possano assistere nel riconoscimento di oggetti in dati non classificati. La tecnologia contrassegna immagini per un controllo umano ed è solo per utilizzi non offensivi. Naturalmente, l’uso militare del machine learning solleva preoccupazioni valide. Stiamo discutendo questo tema importante internamente e con altri mentre continuiamo a elaborare politiche e salvaguardie sullo sviluppo e l’uso delle nostre tecnologie di machine learning”. 

Il programma pilota del Dipartimento della Difesa è Maven, lanciato il 26 aprile scorso dalla Difesa americana, con l’obiettivo di migliorare e velocizzare l’analisi della gran quantità di ore di video girate dai droni-militari attraverso l’integrazione di big data e machine learning. La “mission” per la quale è nato il Progetto Maven (eliminare i miliziani dell’Isis) è però decisamente offensiva.  Per portare avanti il programma, il Pentagono ha messo su un incubatore di innovazione interno e un gruppo di consulenti, provenienti dal mondo del digitale, denominato Defense Innovation Board. A guidarlo è stato scelto Eric Schmidt, che solo il mese scorso ha lasciato la presidenza di Alphabet, la holding che controlla Google.

Con Trump impennata di attacchi all’Isis con i droni-militari

Secondo il Wall Street Journal, la Difesa Usa ha investito 7,4 miliardi di dollari nell’intelligenza artificiale. Secondo il Bureau of Investigative Journalism, un’organizzazione giornalistica indipendente che monitora l’uso dei droni-militari e il numero delle loro vittime, l’amministrazione Trump avrebbe fatto impennare gli attacchi in Yemen e Somalia nel 2017.  E chissà quanti sferrati grazie all’intelligenza artificiale di Google?