L'INTERVENTO

‘L’Europa lavori per accrescere la sicurezza energetica’. Intervista a Benedetto Della Vedova (MAE)

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Il Sottosegretario al Ministero degli Esteri recentemente è stato a Sofia, dove ha affrontato anche le questioni di politica energetica.

Quattro chiacchiere con Benedetto Della Vedova, Sottosegretario agli Esteri e senatore del Gruppo Misto, in merito alla politica energetica in chiave geopolitica.

Key4biz. Nel corso della sua recente visita a Sofia, le questioni energetiche sono state al centro dei colloqui istituzionali. Quali sono le nuove priorità energetiche europee anche alla luce della crisi russo-ucraina?

Benedetto Della Vedova. Le questioni energetico-ambientali sono oramai da anni al centro dell’attenzione degli Stati europei tanto da condurre i Paesi dell’UE a convergere sempre più verso una politica energetica comune. Credo sia significativo ricordare come lo stesso processo di integrazione europea abbia ricevuto un primo significativo impulso proprio dalla condivisione delle risorse energetiche come il carbone e l’energia atomica (si pensi alla CECA e all’EURATOM). A distanza di decenni, l’Unione europea rilancia l’integrazione del mercato energetico attraverso l’Unione dell’Energia, promossa dal Consiglio europeo dello scorso 20 marzo, che ha individuato gli obiettivi di una strategia comune basata su cinque dimensioni: sicurezza e solidarietà; costruzione di un mercato europeo dell’energia competitivo e pienamente integrato; moderazione della domanda di energia (cioè efficienza energetica); de-carbonizzazione dei sistemi energetici; ricerca e innovazione per lo sviluppo delle tecnologie energetiche. Queste sono le nuove priorità energetiche dell’Europa, pienamente in linea con la necessità di dare risposte concrete e immediate alle nuove sfide derivanti, in parte, anche dalla crisi russo-ucraina. La preoccupazione più evidente è evitare che l’Europa dipenda in misura così elevata dalle importazioni di combustibile e gas; occorre quindi garantire che il futuro energetico europeo sia pienamente sotto controllo, assicurando energia in modo sicuro, sostenibile e a prezzi ragionevoli.

Key4biz. Che fare, allora?

Benedetto Della Vedova. L’Europa deve lavorare per accrescere la propria indipendenza energetica e conseguentemente la propria sicurezza energetica. Il mercato energetico europeo sarà più sicuro se più integrato, più efficiente e quindi meno energivoro, più diversificato, nelle fonti di approvvigionamento così come nei fornitori di energia. La mancata realizzazione del South Stream, il cui approdo in Europa era previsto in Bulgaria, potrebbe ridisegnare in parte le azioni volte a diversificare le rotte di approvvigionamento di gas verso i mercati europei, ma ha anche l’effetto di rafforzare progetti sui quali anche l’Italia ha puntato. Si pensi al Trans Adriatic Pipeline che trasporterà gas azero attraverso Grecia e Albania per poi approdare in Italia. Anche la Bulgaria guarda con rinnovato interesse al Progetto che ha una forte valenza regionale ben più estesa rispetto ai tre paesi coinvolti. Attraverso la bretella bulgara, l’IGB (Interconnector Greece-Bulgaria), e la connessione del TAP allo IAP (Ionian Adriatic Pipeline) che attraversa i Balcani, il TAP giocherà un ruolo di primo piano nel più ampio obiettivo della diversificazione.

Key4biz. La politica energetica italiana quanto è tenuta in considerazione in questo momento a livello internazionale?

Benedetto Della Vedova. Nello scenario energetico europeo e globale, direi che l’Italia è un attore cruciale, non solo per la sua rilevanza economica, ma anche perché è un crocevia di gasdotti e perché pone la questione energetica e ambientale al centro delle sue priorità. Siamo un vero e proprio “hub” del Mediterraneo, come lo definisce anche la nostra Strategia Energetica Nazionale, che evidenzia come le questioni energetiche vadano viste, secondo un’ottica nazionale ed europea, nelle loro tre dimensioni: la sicurezza degli approvvigionamenti, la sostenibilità ambientale e la competitività, contemperando tali aspetti in una visione di equilibrio e non privilegiandone uno a scapito di altri.

Key4biz. Il dibattito è aperto soprattutto sulla diversificazione delle fonti…

Benedetto Della Vedova. Durante il semestre di Presidenza italiano dell’UE, l’Italia non ha fatto mancare il suo contribuito propositivo alle riflessioni al dibattito sulla sicurezza energetica del continente europeo. Ricordo che l’Italia ha ospitato a Roma il 5 e 6 maggio 2014 la riunione dei Ministri dell’Energia del G7, che ha avuto come tema centrale la sicurezza energetica come fattore chiave per la stabilità dei mercati e della crescita economica per tutti i Paesi, nonché come presupposto per stabili relazioni internazionali, all’insegna di una disponibilità di risorse energetiche diversificata, affidabile ed economicamente sostenibile. Con la dichiarazione di Roma, adottata in quella occasione, i Ministri dell’Energia del G7 hanno inteso definire nuove e incisive misure per garantire il rafforzamento della sicurezza energetica collettiva, in base al principio che l’energia non può essere uno strumento per confronti e rivalità internazionali. La Commissione europea ha presentato pochi giorni dopo una Comunicazione in linea con questa impostazione, tradottasi poi nel progetto di Unione dell’Energia adottato dal Consiglio Europeo il 20 marzo scorso. Sempre durante il semestre italiano, il Consiglio Europeo del 23 e 24 ottobre 2014 ha approvato la strategia clima-energia 2030 per contrastare il riscaldamento del pianeta in vista delle importanti scadenze multilaterali sul clima del 2015. In questo modo l’Europa si è dotata di obiettivi – che riguardano essenzialmente le nostre politiche energetiche –  che la pongono all’avanguardia nel mondo sul piano delle sensibilità ambientali. L’Italia svolge inoltre un ruolo attivo particolarmente apprezzato in ambito di politica energetica anche nei pertinenti fori multilaterali come l’Agenzia Internazionale dell’Energia e l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili, che rappresentano uno snodo sempre più significativo per una bilanciata pianificazione delle esigenze e delle nuove sfide energetiche globali.

Key4biz. Esiste un’alternativa alla Russia per la fornitura di gas?

Benedetto Della Vedova. Nel 2013 l’Italia ha importato dalla Russia il 43% del proprio fabbisogno interno. È dunque difficile immaginare un’alternativa a breve termine in grado di garantire un flusso tanto consistente. Stiamo tuttavia lavorando sul medio e lungo termine.  L’obiettivo dell’Italia e dell’UE è di raggiungere una maggiore diversificazione delle rotte e delle fonti di approvvigionamento.

Key4biz. Come individuare nuove rotte energetiche?

Benedetto Della Vedova. Il Governo sta portando avanti con piena convinzione il progetto TAP e contribuisce da protagonista alla proiezione strategica dell’Europa anche verso i Paesi del Mediterraneo, del Nord Africa e del Caspio nell’ottica di aumentare la sicurezza energetica. A tal riguardo è utile ricordare anche la Conferenza sul Partenariato Euro-Mediterraneo che si è svolta alla Farnesina il 19 novembre scorso “Building a Euro-Mediterranean Bridge: the Strategic Importance of Euromed Gas and Electricity Networks in the Context of Energy Security” co-organizzata dalla Commissione UE e dal Ministero dello Sviluppo economico nell’ambito degli eventi del semestre di Presidenza Italiana UE. La Conferenza ha affrontato le tematiche legate alle nuove fonti di approvvigionamento del gas e alla diversificazione delle rotte; all’utilizzo dell’LNG come ulteriore, valida opzione quale carburante alternativo sostenibile nei trasporti marittimi; alla sicurezza e sostenibilità nelle attività di prospezione e sfruttamento sostenibile di idrocarburi off-shore nel Mediterraneo. Ampio spazio è stato anche dedicato ai temi di una piena integrazione regionale del mercato elettrico e dei benefici che ne deriverebbero in termini di sicurezza energetica, efficienza e flessibilità.

Key4biz. L’articolata strategia energetica nazionale guarda inoltre con particolare interesse anche all’Africa subsahariana…

Benedetto Della Vedova. Il 13 e 14 ottobre 2014 alla Farnesina si è tenuta la Conferenza Italia-Africa sull’energia, dal titolo “Italy-Africa, working together for a sustainable energy future”. L’evento, svoltosi nell’ambito dell’Iniziativa Italia-Africa lanciata nel 2013 per dare nuovo vigore ai nostri rapporti col continente africano, ha ospitato la presentazione in anteprima mondiale del primo Rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia dedicato in assoluto all’Africa subsahariana, l’“Africa Energy Outlook”, redatto anche su impulso italiano, che ha evidenziato le prioritarie urgenze e le grandi potenzialità della regione. Con riferimento alla diversificazione delle fonti, dipendere meno dalle importazioni significa anche produrre maggiormente al proprio interno. Le energie rinnovabili hanno in questo un ruolo di primo piano perché raggiungono i due obiettivi complementari della sicurezza energetica e della sostenibilità ambientale. L’Italia ha in tal senso fatto molto bene avendo raggiunto, e anzi sorpassato, prima del tempo l’obiettivo del 17% di produzione di energia da fonti rinnovabili entro il 2020. Oggi siamo attorno al 19% e siamo disponibili a fare di più, grazie alla tecnologia italiana che le nostre aziende sono pronte ad adottare in Italia e ad esportare nel mondo.

Key4biz. L’Italia dipende anche dall’Algeria e recenti notizie di stampa riportano del possibile ritorno in auge del progetto Galsi, il gasdotto che dovrebbe collegare i due paesi attraversando tutta la Sardegna. E’ davvero una possibilità?

Benedetto Della Vedova. Nel 2013 – pur avendo ridotto, per fattori esogeni e contingenti, le importazioni di gas dall’Algeria del 40% rispetto all’anno precedente – l’Italia ha comunque importato da Algeri il 20% del proprio fabbisogno interno. L’Algeria rimane dunque un partner chiave, anche nell’ottica della richiamata proiezione strategica europea verso la zona mediterranea. Con specifico riferimento al progetto GALSI, se le condizioni commerciali ed economiche lo consentiranno, potrebbe essere una possibilità e, a tale riguardo, stiamo ovviamente parlando con tutti gli interlocutori a vario titolo coinvolti.

Key4biz. E Cipro, dove recentemente lei è stato in visita, che posizione potrebbe avere nei confronti dell’Italia per quanto riguarda l’energia?

Benedetto Della Vedova. Cipro e il bacino meridionale costituiscono un contesto di particolare interesse dal punto di vista energetico, e Italia e Cipro possono certamente trovare sintonie in tale ambito. E’ un tema delicato, come ho potuto constatare personalmente durante la vista a Cipro, anche a causa dello stallo del negoziato intercipriota, che speriamo possa riprendere presto. Il Mediterraneo orientale sta dando segnali interessanti circa possibili rilevanti giacimenti di gas – alcuni individuati, altri per ora solo prospettati, e l’avanzatissima tecnologia italiana nelle esplorazioni in alto mare è un asset che Nicosia conosce ed apprezza. In questo contesto va ricordato che ENI opera a Cipro attraverso un consorzio con la coreana Kogas, cui sono state aggiudicate le attività di prospezione in talune aree marittime. Le attività di trivellazione da parte del consorzio, effettuate dalla nave SAIPEM 10.000, si sono già concluse in due diversi blocchi oggetto della gara e sono al momento sospese per manutenzione della stessa nave a Marsiglia. E’ attualmente in corso la valutazione dei dati rilevati, in vista dell’aggiornamento del programma di attività. E’ comprensibile che su tale programmazione abbiano influenza anche le condizioni attuali del mercato degli idrocarburi, che attualmente tendono a scoraggiare ingenti investimenti quali quelli necessari per trivellazioni e prospezioni in acque profonde come quelle cipriote.