L'accordo

L’Europa chiude i rubinetti a Mosca: via libera definitiva all’indipendenza energetica

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L’Unione Europea compie un passo storico verso la piena indipendenza energetica dalla Russia: Parlamento e Consiglio hanno, infatti, trovato un accordo per interrompere in modo permanente le importazioni di gas russo e avviare il phase-out del petrolio di Mosca.

Finalmente l’Unione Europea mette un punto fermo nei confronti della Russia e compie il passo che per anni è sembrato irraggiungibile: l’uscita definitiva dalla dipendenza energetica da Mosca. Una dipendenza che, nonostante gli impegni presi dopo l’invasione dell’Ucraina, ha continuato a limitare il potere negoziale della Comunità, condizionandone scelte e stabilità.

L’accordo politico raggiunto oggi da Parlamento europeo e Consiglio dà forma concreta alla proposta legislativa presentata dalla Commissione a maggio, l’ultimo tassello della Roadmap REPowerEU, il piano avviato nel 2022 per liberare l’Europa dai combustibili fossili russi. Un passaggio decisivo non solo per la sicurezza energetica, ma anche per la competitività, la resilienza e la stabilità dei mercati europei.

Da qui in avanti, l’UE si prepara a interrompere in modo effettivo e permanente le importazioni di gas russo e ad avviare il phase-out del petrolio russo. Una svolta storica che chiude la porta a un fornitore ritenuto ormai inaffidabile, responsabile negli ultimi anni di aver manipolato i mercati, messo a rischio gli approvvigionamenti e indebolito l’economia europea.

La Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sintetizza così la portata del momento:
Oggi entriamo nell’era della piena indipendenza energetica dell’Europa dalla Russia. REPowerEU ha mantenuto le promesse e ci ha protetto dalla peggiore crisi energetica degli ultimi decenni. Interrompendo queste importazioni, svuotiamo la cassa di guerra di Putin, sosteniamo l’Ucraina e apriamo la strada a nuove opportunità per il settore“.

Un divieto permanente sulle importazioni di gas russo

Il calendario ora è chiaro. Il GNL russo sarà eliminato entro il 31 dicembre 2026, mentre il gas via gasdotto scomparirà dal mix europeo entro il 30 settembre 2027, con una possibile proroga al 31 ottobre per gli Stati in difficoltà con gli stoccaggi.
Il divieto scatterà più rapidamente per i contratti a breve termine: aprile e giugno 2026 le prime scadenze. Per i contratti a lungo termine, soprattutto quelli legati al GNL, l’orizzonte è fissato al 1º gennaio 2027.

Non solo: il regolamento introduce rigide misure anti-elusione, maggiore trasparenza e tracciabilità, e limita severamente ogni possibilità di modificare i contratti esistenti per evitare aumenti di volumi o prezzi. Durante la fase di transizione, qualunque importazione russa dovrà essere autorizzata e rendicontata nel dettaglio.

Entro novembre 2027, la dipendenza dal gas russo sarà definitivamente archiviata.

Un phase-out coordinato anche per petrolio e combustibili fossili

La strategia non si limita al gas. Gli Stati membri dovranno presentare entro marzo 2026 piani nazionali per diversificare fornitori e rotte di approvvigionamento, mentre la Commissione valuterà ciascun piano e accompagnerà gli Stati nel processo.

Per bloccare eventuali aggiramenti del divieto, Bruxelles introduce nuovi meccanismi di monitoraggio e collaborazione tra autorità, affiancata da ACER, EPPO e OLAF per controllare da vicino evoluzioni, flussi e possibili anomalie.

Il tutto avverrà con una tempistica calibrata, per evitare shock sui prezzi e garantire mercati stabili e prevedibili. Anche il petrolio russo uscirà completamente dal mercato europeo entro il 2027, in linea con la Dichiarazione di Versailles.

I prossimi passi

Una volta tradotto in tutte le lingue dell’UE, l’accordo dovrà essere approvato formalmente da Parlamento e Consiglio. Dopo l’adozione, il regolamento sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale e diventerà operativo.

Un cambiamento iniziato nel 2022

Dall’inizio della guerra, la dipendenza dell’UE dal gas russo è crollata dal 45% al 13%, mentre il petrolio è sceso dal 27% al 2%. Restano però ancora 35 miliardi di metri cubi di gas russo transitati nel 2024, per un valore stimato di 10 miliardi di euro.

Con la Roadmap REPowerEU e il 19º pacchetto di sanzioni adottato in ottobre, l’UE ha già messo in atto una delle trasformazioni energetiche più rapide e radicali della sua storia. L’accordo di oggi segna la fase finale: l’indipendenza energetica dall’ultimo grande fornitore politicamente ostile.

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