La missiva

Lettera aperta alla futura Premier Giorgia Meloni: istituire un Ministero per la Cultura, i Media e il Digitale

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Le dinamiche della convergenza e della rivoluzione digitale rendono necessario un “governo” unitario, sistemico, strategico delle politiche culturali, mediali, digitali.

Gentilissima Onorevole Meloni,

Le indirizzo questa “lettera aperta” sulle colonne del quotidiano online “Key4biz”, testata specializzata sull’economia digitale e le culture del futuro, nella mia veste di curatore della rubrica “ilprincipenudo”, focalizzata sulle politiche culturali e le economie mediali e le dinamiche sociali, avviata nel lontano 2015 e che vanta ormai oltre 600 edizioni. E – potrei aggiungere – anche nella veste, da oltre trent’anni di ricercatore culturologico e mediologico e presidente di un centro di ricerca indipendente.

Non La invidio, da cittadino, per le difficoltà che deve affrontare in questi giorni (anche rispetto alle effervescenze dei suoi alleati), ma confido nella Sua fama di persona molto studiosa, oltre che di politica appassionata e per questa ragione ho deciso di scriverLe.

In questi giorni Lei sta decidendo come sarà composta la Sua squadra di governo, in una ardua alchimia tra competenza tecnica ed esigenze partitocratiche.

Su queste colonne di “Key4biz”, abbiamo seguito con attenzione soprattutto il “toto-nomine” relativo alle competenze in materia di cultura, ma abbiamo già prospettato una modificazione di approccio nella definizione delle aree di competenza del Ministero della Cultura.

Come sa bene, dal 2021 il Ministero è stato denominato – per volontà di Dario Franceschini – “Ministero della Cultura”, superando la precedente denominazione di “Ministero per i Beni e le Attività Culturali” (e, prima ancora, e “e il Turismo”): riteniamo che il passaggio da “per la Cultura” a “della Cultura” sia stato un errore, perché – come direbbe Nanni Moretti – “le parole sono importanti” ed anche una piccola variazione semantica ha la sua significatività.

Non di… “preposizioni” vogliamo però qui trattare (sempre meglio “per la Cultura”, comunque, ci consenta!), ma di una idea che potrebbe apparire, a prima vista, provocatoria, ma che in verità è coerente con le mutate condizioni tecniche e sociali del nostro Paese.

Sempre più si assiste ad una naturale ed inevitabile convergenza tra il sistema culturale, i media ed il digitale.

Una proposta di diversa ripartizione ministeriale delle competenze in materia di cultura, media, digitale

Rientra nei Suoi poteri, nella veste di Presidente del Consiglio in pectore, decidere se e come modificare l’attuale assetto delle strutture ministeriali. Lei può definire confini e giurisdizioni: ha carta bianca.

Al di là degli aspetti nominalistici, Le proponiamo di assumere una decisione radicale: dare un segno forte di innovazione, dimostrando che il Suo esecutivo ha piena coscienza di come la rivoluzione digitale ha modificato paradigmi storici del sistema culturale e mediale.

Si tratta di una decisione che non determinerebbe sconvolgimenti particolari nella logica amministrativa: in sostanza, al di là della denominazione che Le proponiamo ovvero “Ministero per la Cultura, i Media, il Digitale”, sarebbe sufficiente, almeno in una prima fase, scorporare dal Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) una Direzione Generale, la “Direzione Generale per i Servizi di Comunicazione Elettronica, di Radiodiffusione e Postali” (da cui l’acronimo impronunciabile di “Dgscerp”), che potrebbe andare ad affiancarsi alle attuali 11 direzioni del Ministero della Cultura.

Le attuali Direzioni del Mic sono 11, che qui di seguito elenco in ordine alfabetico:

  • Archeologia, Belle Arti e Paesaggio
  • Archivi
  • Biblioteche e Diritto d’Autore
  • Bilancio;
  • Cinema e Audiovisivo
  • Creatività Contemporanea
  • Educazione, Ricerca e Istituti culturali
  • Musei
  • Organizzazione
  • Sicurezza del Patrimonio Culturale
  • Spettacolo.

Tralasciamo le 2 Dg “Bilancio” ed “Organizzazione”, che potrebbero essere trasferite al Segretariato Generale.

La Direzione Generale n° 12 potrebbe essere denominata

  • Direzione Generale per i Media ed il Digitale

Questa nuova Direzione dovrebbe avere competenze anche più estese di quella succitata che opera attualmente presso il Mise – la Dgscerp – che qui le riporto secondo le attuali sue 5 Divisioni:

  • Comunicazioni elettroniche ad uso pubblico e privato. Sicurezza reti e tutela comunicazioni. Comitato Media e Minori
  • Reti infrastrutturali di comunicazione e banda ultralarga
  • Radiodiffusione televisiva e sonora. Diritti d’uso
  • Emittenza radiotelevisiva – Contributi
  • Servizi postali, coordinamento normativo e delle procedure amministrative, vigilanza e controllo

Provo a tradurre, in termini meno tecnici: la Dgscerp ha competenza in materia di telecomunicazioni, televisioni, radiofonia e di “comunicazioni elettroniche” in senso lato. Ha sostanzialmente competenza su media e digitale.

Dossier importanti da affidare al Mic, dalla Rai a Telecom

Le ricordo che è il Mise a firmare il “contratto di servizio” con la Rai, e quindi a definire gli obiettivi della missione di servizio pubblico radiotelevisivo e mediale: già soltanto questo compito Le consente di comprendere l’importanza (e la delicatezza) di un sano “scorporo” di una parte delle competenze del Mise a favore di un novello Ministero per la Cultura, i Media, il Digitale.

E che dire di una delle questioni nodali ovvero dei dossier scottanti che Lei dovrà presto affrontare, ovvero il problema di Telecom Italia e della rete unica?! Augurandomi che Lei voglia essere coerente con quel concetto di “sovranità” che tante volte ha richiamato durante la Sua campagna elettorale.

Il concetto di “sovranità” riguarda sia i contenuti sia le reti.

Ovviamente, l’organizzazione della attuale succitata Direzione del Mise (la Dgscerp) andrebbe in parte rimodulata, definendo anzitutto interazioni e sinergie con 2 Direzioni del Ministero della Cultura più direttamente vicine alle sue aree di intervento: Cinema e Audiovisivo e Creatività Contemporanea (in quest’ultima rientrano tra l’altro settori come la moda ed il design).

Un esempio ovvero una conferma della naturale convergenza è stata data dalla conferenza stampa tenutasi il 6 ottobre scorso a Roma, di presentazione dell’edizione 2022 del Mercato Internazionale del Cinema e dell’Audiovisivo (Mia): è intervenuta, in rappresentanza del Mic, la Sottosegretaria delegata Lucia Borgonzoni, e naturalmente il Direttore Generale del Cinema e dell’Audiovisivo Nicola Borrelli, ma anche giustappunto il Dg della Direzione Generale per i Servizi di Comunicazione Elettronica, di Radiodiffusione e Postali del Mise, Francesco Soro, ed anche in questa recente occasione è emersa la inevitabile convergenza tra gli aspetti afferenti al “contenuto” e gli aspetti afferenti alle “reti” di trasmissione.

Cultura e media e digitale richiedono un governo organico, sistemico, strategico

Cultura e media e digitale sono ormai elementi di un “insieme” che va governato in modo organico, sistemico, strategico.

Si deve assolutamente superare l’attuale frammentazione di competenze, che determina dispersione di risorse.

Questo nuovo dicastero dovrebbe assumere anche le competenze relative alla informazione ed all’editoria, che sono incomprensibilmente allocate presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in uno specifico Dipartimento (il Die), che gestisce soprattutto i contributi pubblici alla stampa ed alla radiotelevisione.

Le suggeriamo anche di prevedere che le competenze in materia di cultura delegate al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale vengano assorbite dal nuovo dicastero: in questo caso, in particolare, si registra una frammentazione di interventi ed una dispersione di risorse. Buona parte del “made in Italy” è infatti di natura immateriale ovvero squisitamente culturale: cinema, teatro, musica, design, moda, enogastronomia… L’ormai ex titolare del Maeci Luigi Di Maio, nell’autunno dell’anno scorso, ha istituito una “Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale”, le cui competenze ritengo debbano essere assegnate al novello Ministero.

La proposta che Le prospetto ha presupposti di razionalizzazione culturologica e mediologica, ma anche economica e sociale.

Premesso che Lei, su queste tematiche, ha veramente carta bianca, mi permetto anche di prospettarLe un possibile schema organizzativo del nuovo Ministero:

Ipotesi 5 Divisioni:

  • Patrimonio (che assorbe le 5 Dg attuali: “Archeologia, Belle Arti e Paesaggio”, “Archivi” e “Biblioteche e Diritto d’Autore”, “Musei”, “Sicurezza del Patrimonio Culturale”)
  • Cinema e Audiovisivo e Media
  • Telecomunicazioni, Reti e Piattaforme Digitali (che in parte viene dal Mise)
  • Creatività Contemporanea (che assorbe la Dg Spettacolo)
  • Cultura Italiana all’Estero e Made in Italy (che in parte viene dal Maeci)

La attuale Dg “Educazione, ricerca, sperimentazione” potrebbe essere anch’essa assorbita dal Segretariato Generale.

Se Lei volesse essere ancora più ardita, potrebbe far richiamare al Mic ovvero al nuovo Micmd (“cmd” starebbero per “cultura media digitale”) sia il Turismo sia lo Sport, che ovviamente dovrebbero essere gestiti da 2 ulteriori Divisioni.

In effetti i nessi tra “cultura” e “spettacolo” e “turismo” e “sport” sono evidenti: anche queste sono attività che rientrano in una visione moderna di “cultura”.

L’allocazione della materia turistica e sportiva in altri dicasteri è il risultato di logiche di lottizzazione partitica, non ha alcun senso logico intrinseco.

Ipotesi 7 Divisioni:

  • Patrimonio
  • Cinema e Audiovisivo e Media
  • Telecomunicazioni, reti e piattaforme digitali
  • Creatività Contemporanea
  • Cultura Italiana all’Estero e Made in Italy
  • Turismo
  • Sport

Le 7 possibili nuove Divisioni del nuovo Ministero per la Cultura, i Media, il Digitale

Questa potrebbe essere una nuova struttura del Ministero che qui si prospetta con le 7 Divisioni, introducendo peraltro anche 3 Dg assolutamente innovative: Dg Artisti non professionisti, Dg Intercultura – Comunità Straniere in Italia, Dg Arti-Terapie.

Ministero per la Cultura, i Media, il Digitale

Divisione Patrimonio Culturale

  • Dg Archeologia, Belle Arti e Paesaggio
  • Dg Archivi e Biblioteche
  • Dg Musei
  • Dg Sicurezza del Patrimonio Culturale

Divisione Cinema e Audiovisivi e Media

  • Dg Cinema e Audiovisivo
  • Dg Media Radiofonici e Televisivi
  • Dg Editoria Giornalistica e Libraria
  • Dg Diritto d’Autore e Rapporti con Agcom
  • Dg Tutela dei Diritti dei Minori (Comitato Media e Minori)

Divisione Creatività Contemporanea

  • Dg Spettacolo dal Vivo
  • Dg Architettura, Design, Moda
  • Dg Artisti non professionisti
  • Dg Intercultura – Comunità Straniere in Italia
  • Dg Arti-Terapie
  • Dg Festival

Divisione Telecomunicazioni, Reti, e Piattaforme Digitali

  • Dg Reti Infrastrutturali di Comunicazione e Banda Ultralarga
  • Dg Piattaforme Digitali
  • Dg Metaverso

Divisione Cultura Italiana all’Estero e Made in Italy

  • Dg Cultura Italiana all’Estero
  • Dg Made in Italy

Divisione Turismo

  • Dg Turismo culturale
  • Dg Altre forme di turismo

Divisione Sport

  • Dg Sport Dilettantistico
  • Dg Sport Professionistico
  • Dg Impianti Sportivi

Sulla carta, potrebbe sembrare una rivoluzione, ed in parte lo sarebbe. Ma una rivoluzione dettata da buon senso, da innovazione, da coraggio.

Il Ministero della Cultura diverrebbe realmente un dicastero “di serie A”.

Mi consenta di osservare che sono stato impressionato positivamente dalla Sua autobiografia “Io sono Giorgia”, da Lei pubblicata ormai oltre un anno fa, per la franchezza e la chiarezza, e per l’immagine di politica anticonformista e coraggiosa che traspare. Mi sono anche domandato se vi fosse dietro un “ghost writer”, ma alcuni amici a Lei vicini mi hanno assicurato che è tutta farina del suo sacco, confermando quella immagine di donna precisa, accurata, talvolta anche maniacale: studiosa, insomma

Da “studioso” a “studiosa”, quindi, se mi consente, Le domando di voler accogliere queste proposte o comunque di ragionarci sopra.

Si tratta di proposte che – per alcuni aspetti – hanno un qualche precedente a livello internazionale (in Francia, per esempio, cultura e media e piattaforme web rientrano nelle competenze di un dicastero che già nel 1978 si chiamava Ministère de la Culture et des Communications) e che comunque ha ragione di ritenere interpretino anche parte delle istanze degli operatori del sistema culturale e mediale nazionale, sia sul versante creativo ed artistico, sia su quello economico ed imprenditoriale, sia su quello tecnologico.

La ringrazio vivamente per l’attenzione.

Le manifesto i migliori auguri per la sfida che ha deciso di affrontare.

Con i più cordiali saluti,

Angelo Zaccone Teodosi

( Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult )