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L’età media dei Cardinali elettori è di 69,83 anni

Il più giovane ha 45 anni, il più anziano 79. I più numerosi sono i 60-69enni

Saranno 133 i Cardinali elettori che si riuniranno nella Cappella Sistina, in Vaticano, per eleggere il nuovo Pontefice. Il numero previsto era 135, ma due porporati, Antonio Cañizares Llovera, cardinale spagnolo, e John Njue del Kenya, non parteciperanno per motivi di salute. Al momento del Conclave, l’età media dei cardinali che eleggeranno il Papa è di 69,83 anni: un dato che racconta molto del profilo del collegio elettorale, composto da figure nominate nei pontificati di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Un dato, quello dell’età media dei cardinali elettori, che rappresenta una delle chiavi per leggere l’equilibrio generazionale all’interno della Chiesa.

Una volta chiuse le porte della Cappella Sistina, si aprirà il confronto tra sensibilità diverse e visioni di Chiesa maturate in periodi storici differenti. Da quel momento, l’unico segnale atteso sarà la fumata bianca, che annuncerà al mondo l’elezione del nuovo Pontefice. Perché questo accada, uno dei Cardinali elettori dovrà ottenere almeno due terzi dei voti: con 133 cardinali elettori, servono 89 preferenze per diventare Papa.

In realtà, però, il codice della Chiesa stabilisce che può essere Papa qualsiasi uomo battezzato, purché in possesso dei requisiti necessari anche se nella prassi la scelta ricade sempre su un Cardinale: negli ultimi secoli non si è mai registrata un’eccezione.

Età dei Cardinali elettori: 34 anni tra il più giovane e il più anziano

Per entrare in Conclave serve avere meno di 80 anni, oltre quella soglia, si resta cardinali ma si perde il diritto di voto. Facciamo un po’ di conti: su un totale di 252 porporati, solo 135 rientrano nei limiti previsti ma, come detto, quelli che domani, mercoledì 7 maggio 2025, saranno 133. Il più giovane è Mykola Bychok, 45 anni, nato il 13 febbraio 1980 a Ternopil, Ucraina. A soli 45 anni, è stato creato cardinale da Papa Francesco il 7 dicembre 2024, diventando il membro più giovane del Collegio cardinalizio.

Il più anziano è Carlos Osoro Sierra, spagnolo, classe 1945: 79 anni già compiuti, è l’ultimo in ordine di età a poter partecipare al conclave. Ma solo per poco: il 16 maggio avrebbe raggiunto il limite degli 80 anni, perdendo così il diritto di voto. Tra lui e il più giovane elettore, Mykola Bychok, ci sono 34 anni di differenza.

Oltre metà dei Cardinali elettori ha più di 70 anni

Tra i 72 cardinali elettori nella fascia tra i 70 e i 79 anni – pari al 56,72% del collegio – figurano anche alcuni dei nomi più spesso indicati tra i possibili successori di Papa Francesco. C’è il canadese Marc Ouellet, 79 anni, già prefetto dei vescovi, da anni considerato un volto noto nei conclavi. Accanto a lui, Peter Turkson, 75 anni, ghanese, apprezzato per il suo impegno sui temi sociali e ambientali, soprattutto nel contesto internazionale.

Tra i sudamericani spunta Odilo Pedro Scherer, 74 anni, arcivescovo di San Paolo, mentre per l’Europa il nome forte è Péter Erdő, 71 anni, ungherese, con un profilo teologico e giuridico molto solido. Sono tutti nella fascia d’età più rappresentata e, se si guarda ai numeri, è da lì che potrebbe uscire il prossimo Papa.

Età media Cardinali elettori: il peso dei sessantenni

La seconda fascia più rappresentata è quella tra i 60 e i 69 anni, con 43 cardinali, pari al 32,09% del collegio elettorale. Ed è proprio qui che si trovano alcuni dei nomi più forti in ottica conclave. A partire da Pietro Parolin, 69 anni, segretario di Stato vaticano, spesso citato come possibile successore in continuità con la linea di Francesco.

C’è anche Matteo Zuppi, 68 anni, presidente della Cei, noto per il suo impegno nel dialogo interreligioso e nelle missioni di pace. In questa fascia rientra anche il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, 67 anni, già prefetto di Propaganda Fide, considerato da molti un ponte tra l’Occidente e l’Asia. Profili con esperienze diverse, ma tutti con una solida presenza nelle dinamiche interne della Chiesa.

Meno numerosa, ma comunque presente, è la fascia tra i 50 e i 59 anni, con 14 cardinali, pari al 10,45% del collegio elettorale. Tra questi c’è Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia, il sudcoreano Lazzaro You Heung-sik, a capo del Dicastero per il Clero, e Giorgio Marengo, 49 anni, originario di Cuneo e prefetto apostolico in Mongolia.

Dei 133 Cardinali elettori che parteciperanno al prossimo conclave, 5 sono stati scelti da Giovanni Paolo II. Si tratta di Vinko Puljić, arcivescovo emerito di Sarajevo; Peter Turkson, originario del Ghana; Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest; Philippe Barbarin, arcivescovo emerito di Lione; e Josip Bozanić, già arcivescovo di Zagabria. Tutti rientrano nella fascia d’età prevista per il voto e rappresentano il 3,73% del collegio elettorale.

Dei 133 cardinali elettori, 21 sono stati nominati da Benedetto XVI, pari al 15,67% del collegio. Tutti gli altri, 108 cardinali, sono stati creati da Papa Francesco, che ha così designato l’80,6% degli elettori chiamati a scegliere il suo successore. La composizione del Conclave riflette in larga parte le scelte operate durante i dodici anni del suo pontificato.

Distribuzione dei Cardinali elettori per continente di nascita

I 133 cardinali elettori provengono da 71 paesi distribuiti su cinque continenti. L’Europa resta la regione più rappresentata con 52 cardinali, seguita dall’America (Nord, Centro e Sud) con 37 porporati. L’Asia conta 23 elettori, mentre l’Africa è presente con 18 cardinali. Infine, 4 provengono dall’Oceania. La composizione geografica riflette l’espansione globale del cattolicesimo e il progressivo riequilibrio rispetto al passato, quando il conclave era dominato dalla componente europea.

Tra i singoli paesi, l’Italia è quello con il maggior numero di cardinali elettori: 17 in totale. Segue gli Stati Uniti con 10, poi il Brasile con 7. La Francia e la Spagna sono presenti con 5 cardinali ciascuna. Tra i paesi con almeno 3 rappresentanti ci sono anche la Polonia, il Messico e le Filippine. Il resto del collegio è composto da nazioni con una o due presenze, in alcuni casi provenienti da contesti dove la Chiesa cattolica è minoritaria, come Mongolia, Brunei o Sud Sudan. Una mappa che fotografa una Chiesa ormai pienamente globale.

I dati si riferiscono al 2025
Fonte: Sala Stampa della Santa Sede

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