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Lepida porta la rete mobile in montagna, al via la fase operativa

La superficie delle zone montane dell’Emilia Romagna rappresenta il 42% dell’intero territorio regionale e vi risiede circa il 10% della popolazione. Sono quelle aree definite a fallimento di mercato. Lepida Scpa, società in house della Regione, ha annunciato la realizzazione di tralicci di proprietà pubblica in zone montane del territorio regionale per l’offerta di servizi di telefonia mobile.

Un’infrastruttura pubblica da mettere a disposizione degli operatori fisici di cellulari concessionari di frequenze, “senza selezioni e discriminatoria alcuna”, si legge in una nota della società.

Per la realizzazione del progetto partito nell’autunno del 2017, Lepida, con il supporto di UNCEM, si legge in un comunicato ufficiale, “ha effettuato una ricognizione del livello di copertura del sistema cellulare in tali territori analizzando alcuni parametri di impatto, nella fattispecie il numero di abitanti residenti, il numero degli abitanti saltuari, le presenze turistiche, il numero di attività commerciali, il grado di rischiosità del territorio rilevato dalla Protezione Civile, con l’obiettivo di individuare alcune zone non già coperte da telefonia cellulare”.

I primi contatti preparatori con i Comuni sono stati presi nel 2018 e ora è partita la fase operativa in cui si stanno formalizzando, con gli enti interessati, i contratti di comodato dei terreni: “seguirà l’ottenimento di tutti i permessi necessari e infine la realizzazione del sito. La prima fase prevede la realizzazione di 6 siti per i quali l’attivazione degli impianti si prevede possa già avvenire dal mese di settembre”.

A seguito dell’avvio della fase operativa del piano, spiegano da Lepida, si è deciso di procedere con un percorso comune assieme agli operatori, con l’intento di individuare e sviluppare un modello efficiente e condiviso per lo sviluppo dei tralicci.

A seguito del confronto, la Giunta ha approvato la DGR n° 1864 del 05/11/2018 nella quale ha stabilito il modello pubblico privato, annoverando l’intervento “tra le opere di interesse pubblico e ha esplicitato gli elementi a conforto del percorso individuato, affinché l’opera si configuri come azione rivolta alla soluzione di una condizione di fallimento di mercato aperta a tutti gli operatori cellulari”.

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