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Leonardo Da Vinci: omaggio di Mattarella e Macron. Dopo 500 anni continua lo studio dei suoi robot

Cinquecento anni fa, il 2 maggio del 1519, si spegneva presso il Castello di Clos-Lucé a Cloux nei pressi di Amboise, all’età di 67 anni, il grande Leonardo Da Vinci. Scienziato, artista, architetto, ingegnere, musicista, inventore, studioso di anatomia, paleontologo, Leonardo, da tutti conosciuto come “L’uomo del Rinascimento”, ha davvero spaziato con la propria intelligenza e curiosità in tantissimi campi del sapere umano.

E proprio ad Amboise, oggi, per ricordare i cinque secoli dalla morte di Leonardo Da Vinci, si sono incontrati il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e il Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, per rendere omaggio alla Tomba del genio del Rinascimento custodita nella Cappella di Saint-Hubert.

Sappiamo tanto del suo eclettismo e della sua vivacità creativa, dalle macchine volanti al primo prototipo di paracadute, dal primo abbozzo di auto-carro/automobile all’idea degli scafandri e dei sommergibili per esplorare le profondità marine, dal telaio meccanico per uso industriale (la garzatrice continua) al carro armato ed il cannone, passando per i robot.

Tutti conoscono Leonardo Da Vinci per le sue grandi invenzioni, i suoi progetti avveniristici e le sue opere artistiche ed ingegneristico/architettoniche, ma pochi per i suoi studi applicati all’automazione. Di questa sua passione ce ne ha parlato per la prima volta nel 1957 Carlo Pedretti, uno dei massimi esperti delle opere di Leonardo, che identificò per primo gli automi tra i tanti disegni leonardeschi.

Si trattava del “cavaliere meccanico”, il cui progetto originario datato 1495 si rintraccia nel “Codice Atlantico”, si legge nella presentazione del testo “I Robot di Leonardo da Vinci. La meccanica e nuovi automi nei codici svelati”, di cui esiste una ricostruzione odierna realizzata ad opera dell’esperto di robotica per la Nasa e Lockheed Martin Mark Rosheim nel 2002.

Disegni del misterioso cavaliere robot umanoide ideato da Leonardo si trovano nel foglio 579r del Codice e nei fogli 1077r, 1021r e 1021v.

Altra caratteristica del genio dello scienziato e artista italiano è la sua capacità di ragionare di tipo ipertestuale: “La filologia macchinale, lo studio corretto e scientifico delle macchine, è in Leonardo ipertestuale. Questa definizione è moderna, nasce nel 1965 e il modo più semplice per comprenderla è di associarla a Internet, dove la navigazione tra le varie pagine salta, tramite link, da una parte all’altra tramite rimandi e collegamenti. La mappa di navigazione ipertestuale non è lineare (da un punto a un altro) – si legge sempre su leonardo3.net – ma a forma di ragnatela (il Web di www). Leonardo è per definizione “ipertestuale”, è il primo nella storia della scienza a utilizzare questo modo di progettare e di studiare”.

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