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Léon e lo specchio magico

La storia di Léon cominciò in un tempo molto lontano, in un luogo dove la Natura rivelava tutto il suo splendore, la sua varietà, la sua continua trasformazione, quando vivere voleva dire seguire il proprio impulso naturale.

Quando Léon scelse di arrivare lì, era un tempo in cui gli  uomini avevano perso la loro bussola interiore, avevano perso la connessione con Madre Terra.

E lui, insieme a molti altri, era venuto a portare il suo personale esempio per risvegliare gli animi e creare una realtà diversa.

Già da piccolo Léon mostrava una natura curiosa, esploratrice e, mentre tutti  gli altri bambini giocavano e si divertivano, lui si annoiava un po’.

Avrebbe voluto provare nuovi giochi, nuovi modi per divertirsi.

La sua gentilezza e la sua delicatezza gli permettevano di cogliere dettagli e avere percezioni della realtà intorno a lui molto più ampie, rispetto a quelle degli altri bambini.

Ma pur di non sentirsi escluso, pur di non essere considerato diverso, si adeguava, sforzandosi di essere come tutti gli altri.

I suoi genitori gli avevano sempre offerto tutto ciò di cui aveva bisogno per crescere, per informarsi ed esplorare, erano veramente dei genitori meravigliosi.

Ma non erano in grado di riconoscere la sua unicità, i suoi talenti e i suoi desideri più profondi. Non avevano gli strumenti per poterlo fare, semplicemente perché nessuno lo aveva loro insegnato.

E così Léon crescendo cominciò ad imparare che nessuno, in effetti, lo riconosceva per quello che lui era veramente. I genitori, gli insegnanti, gli amici, tutti desideravano che lui fosse diverso, così da essere uguale a tutti gli altri, uguale a loro.

Deve sicuramente esserci qualcosa di sbagliato in me” pensava Léon.

Eppure quando si appassionava per qualcosa, lui metteva tutto il suo impegno, tutta la sua energia in quello che stava facendo.

Aveva imparato l’arte di coltivare i fiori ed era diventato bravissimo nel portare la bellezza attraverso il linguaggio della natura, i suoi giardini erano dei luoghi magici da dove le persone non volevano più andare via.

Il suo desiderio di conoscere, di sperimentare, lo portò a studiare il potere benefico delle erbe, per il corpo e per lo spirito. E i suoi preparati e i suoi consigli venivano molto apprezzati.

Ma nel profondo di sé stesso Léon si sentiva malinconico, senza capire la vera natura del suo disagio. Ciò che appagava le altre persone e le rendeva felici, per lui, dopo un po’, diventava quasi fastidioso, noioso.

Intanto, col passar del tempo, Léon era diventato un ragazzo bellissimo, gentile e sapiente, ma quel suo modo di essere così diverso da tutti, quel suo spirito semplice, da bambino, portò incomprensioni e gelosie con le persone a lui vicine, anche in famiglia.

La sua delicatezza e la sua vulnerabilità vennero giudicate come delle debolezze.

E quella continua ricerca di cosa lo rendesse veramente felice, venne etichettata come pigrizia.

Léon iniziò ad essere sofferente sia nell’animo che nel corpo, cominciarono ad abitare in lui incertezza, solitudine e un senso di inadeguatezza.

Cosa c’era di sbagliato in lui che non gli permetteva di avere una vita normale come tutti gli altri?

Le sue giornate divennero più solitarie e anche gli incontri con gli amici divennero meno frequenti.  Preferì immergersi nella lettura, prediligendo tutti quegli argomenti che lo facevano sentire vivo e felice di esserci.

E pian piano la sua vocina interiore cominciò a parlargli sempre più forte :”C’è qualcosa di più grande per te Léon, vai oltre le tue paure”.

Una mattina, al suo risveglio, sentì il bisogno di andare nel bosco ed immergersi nella Natura, da quanto tempo non lo faceva più!.

Ad ogni passo il bosco si faceva più fitto, il verde sfavillante delle foglie degli alberi diventava sempre più intenso e avvolgente. I rumori lentamente si smorzavano.

Il suono del silenzio risuonava ovunque, tra gli alberi, tra le foglie, tra gli animali. Tutto era un eco di quel grande vuoto.

E lì, in quel luogo senza tempo ed eternamente presente, un grande specchio apparve davanti agli occhi di Léon.

Era uno specchio molto semplice, eppure infinitamente ricco, così lucente e profondo.

E senza bisogno di parlare, lo specchio iniziò a comunicare con lui.

Disse che era lì da sempre e che lo avrebbe accompagnato attraverso il viaggio della sua vita, dissipando le sue incertezze e le sue paure.

E, appena le immagini presero a scorrere, la vocina interiore di Léon cominciò a narrare la sua storia.

Léon, tanto tempo fa, insieme a molti altri eroi, hai scelto di venire qui, in questo momento difficile, di grande cambiamento.

Con il tuo personale esempio avresti potuto risvegliare le anime di tutti coloro che si sentivano impauriti e confusi.

Non puoi ricordare questo adesso, hai dimenticato tutto lungo il viaggio per arrivare qui.

La tua particolarità, la tua unicità, non poteva essere apprezzata dai tuoi genitori, dai tuoi insegnanti, dai tuoi amici, perché questa realtà vi vuole tutti uguali, tutti prevedibili, tutti controllabili.

Nonostante questo, tu hai continuato ad essere così come sei, senza filtri né maschere, hai continuato a cercare qualcosa di diverso, di più grande, per te e per gli altri.

La storia che stai vedendo è quella che tu stesso stai raccontando, è la storia della tua vita, e io ti sto solo aiutando a vederla un po’ più da lontano, in modo da poter vedere le tue paure e riuscire a  trasformarle.

Tutto quello che accade nella tua vita è perfetto così come è.

Se non avessi avuto una famiglia così generosa come la tua, non avresti avuto la possibilità di studiare e approfondire tutto ciò che desideravi.

Se non ti fossi sentito annoiato di giocare con gli altri bambini, se non ti fossi sentito stanco di creare meravigliosi giardini e rimedi naturali straordinariamente efficaci, se non fossi stato così vulnerabile da essere addolorato dal comportamento di chi ti stava vicino, non saresti stato spinto a cercare altro, a cercare quello che ti rendeva felice.

Il tuo ideale, la ragione per la quale sei qui, è nato prima di te, prima che tu scegliessi i tuoi genitori. Non puoi perderlo, non puoi non trovarlo.

La tua gentilezza, la tua dolcezza, il tuo coraggio  ti guideranno lungo il cammino.

C’è solo una cosa che devi fare prima di andare, rimani qualche istante in raccoglimento con te stesso e ringrazia tutti coloro che ti hanno permesso di essere qui adesso.”

Léon rimase lì, tranquillo, con l’animo colmo di gratitudine.

E come per magia si ritrovò avvolto in un mantello di serenità.

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