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LEO, come funziona il dispositivo ottico che segnala le distanze

Con l’avvio della Fase II Post Covid-19 dovremo fare i conti con un cambiamento di abitudini e con l’introduzione di nuovi automatismi: il rispetto del distanziamento sociale sarà fondamentale e obbligatorio, come allacciare la cintura di sicurezza in auto oppure mettere il casco in motorino.

Installato nei luoghi pubblici o normalmente affollati come uffici, aziende e spazi comuni, LEO calcola la distanza di sicurezza minima tra le persone e, se sono troppo vicine, le avvisa con un segnale acustico.

Il funzionamento di LEO è simile a quello dei segnalatori di fumo: una volta installato sul soffitto, questo piccolo concentrato di tecnologia salvaguardia la sicurezza delle persone e garantisce il rispetto delle norme vigenti anche in termini di privacy.

LEO non colleziona infatti alcun dato e non si connette ad alcun dispositivo; la sua installazione è semplice così come il suo funzionamento: nessuna connessione a reti e device. L’efficacia di LEO dipende da un dispositivo ottico che avverte l’affollamento e lo comunica con un segnale acustico.

Il suo nome è un omaggio al genio di Leonardo da Vinci, al Leone di San Marco, all’Italia e alle sue eccellenze artistiche e tecnologiche. Il suo cuore è contenuto in un solido le cui forme poliedriche omaggiano il “De Divina Proportione”, il grande studio condotto da Leonardo con Luca Pacioli. La sua particolare simmetria su base pentagonale riflette l’intelligenza matematica che si cela dentro l’oggetto e che ne rende possibile il funzionamento.

LEO è prodotto da Wi4b S.r.l, una società specializzata in progettazione di soluzioni per l’Internet delle Cose (IoT), in collaborazione con la Design Factory 21AM e con Twin Advisors&Partners Limited, riferimento per le startup tecnologiche e per la space economy.

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