Come sappiamo, ultimamante colossi cinesi dell’e-commerce, come Temu, Shein e Aliexpress, sono finiti nell’occhio del ciclone per via di prodotti non conformi agli standard internazionali, politiche commerciali sleali e marketing fuorviante. Oggetto della recente stretta europea, favorevole ad una tassazione extra su pacchi di piccole dimensioni in entrata (prevalentemente contenenti capi di abbigliamento), il fenomeno dilangante dell’ultra fast fashion preoccupa sotto molti fronti.
Una questione che riguarda la concorrenza, ma anche e soprattutto la tutela dei consumatori, del lavoro e della sostenibilità ambientale. E anche l’Italia si sta muovendo, con una proposta di legge che potrebbe rappresentare un punto di svolta nel contrasto al fenomeno.
Per approfondire il tema, abbiamo parlato direttamente con l’ideatore del provvedimento, il Senatore Gianluca Cantalamessa.

Key4Biz: Senatore, da cosa nasce l’esigenza di proporre una legge per regolamentare l’ultra fast fashion?
Gianluca Cantalamessa: Il fenomeno dell’ultra fast fashion, o moda effimera, sta invadendo il mercato europeo con articoli di abbigliamento, calzature e accessori di bassa qualità e breve durata, venduti a prezzi contenuti e soggetti a continuo rinnovo. E allora ho deciso di presentare questa proposta di legge per tre motivi: l’impatto ambientale (settore tessile responsabile 10% emissioni globali, forte consumo d’acqua e microplastiche), le criticità sociali (sfruttamento della manodopera) e la pressione su industria europea, e soprattutto le piccole e medie imprese italiane che sono tantissime nel nostro Paese e non possono subire ancora la concorrenza feroce che arriva dall’Asia, e poi la salute dei consumatori. Il fenomeno è spinto da piattaforme extra-UE (es. Shein, Temu, AliExpress) e da pubblicità aggressive sui social che alimentano acquisti compulsivi. Il sistema moda nazionale perde così occupazione e competenze. Serve quindi un intervento che coniughi ambizione ambientale, salvaguardia del tessuto industriale interno e tutela dei consumatori.
Key4Biz: Come funzionerà concretamente l’Eco-Score Tessile Nazionale? Chi lo assegnerà e con quali criteri?
Gianluca Cantalamessa: Si istituisce presso il MASE il Sistema nazionale di Eco-Score tessile (SNET). Attribuirà a ogni capo/categoria un punteggio da A (minimo impatto) a E (massimo) sulla base di: luoghi/condizioni di produzione; provenienza/qualità/composizione materiali; logistica e distribuzione; durabilità e riparabilità; condizioni di lavoro e rispetto requisiti sociali di filiera. Le modalità tecniche (criteri, calcolo, comunicazione e pre-qualificazione) saranno fissate con decreto MASE–MIMIT. Ovviamente si tratta di una prima fase di una proposta molto ampia, che verrà ancora analizzata e modificata per trovare la sua applicazione migliore.
Key4Biz: In che modo verranno controllate le piattaforme di e-commerce extra-UE, spesso con sede legale fuori dall’Italia?
Gianluca Cantalamessa: Il DDL equipara le vendite online: produttori/importatori/distributori, anche tramite piattaforme digitali, sono soggetti alla Responsabilità Estesa del Produttore (REP). I marchi senza sede in Italia devono nominare un rappresentante fiscale che risponde in solido. È previsto un contributo ambientale “anticipatorio” per prodotti in classe D/E (0,30 €/kg e 0,50 €/kg), applicato anche alle vendite via piattaforme, indipendentemente dalla sede. Inoltre: misure doganali per tracciabilità e inversione dell’onere della prova all’export extra-UE e un’imposta ecologica tra 2 e 4 € per pacchi <2 kg provenienti da Paesi non UE sarà definita con decreto MEF-MIMIT entro 60 giorni.
Key4Biz: Quali saranno le sanzioni per chi non rispetta gli obblighi di trasparenza o supera i limiti pubblicitari?
Gianluca Cantalamessa: Per i divieti pubblicitari: sanzione amministrativa fino a 100.000 € irrogata dall’AGCM; l’Autorità definirà con proprio regolamento i criteri applicativi. Per gli obblighi informativi (art. 4), il decreto attuativo MASE–MIMIT entro 90 giorni definirà modalità e soglie, nonché i criteri di esenzione; il DDL rimanda a tali atti anche per i sistemi di controllo e, per il contributo ambientale (art. 6, c.5), alle relative sanzioni in caso di inadempienza.
Key4Biz: In che misura questa proposta si allinea alla strategia europea sui tessili sostenibili?
Gianluca Cantalamessa: Lo SNET è espressamente coordinato con i sistemi UE: etichettatura ambientale, Passaporto Digitale del Prodotto (DPP) e registri nazionali REP, per garantire compatibilità e interoperabilità ed evitare duplicazioni per le imprese conformi alla normativa UE. La pre-qualificazione favorisce chi adotta tracciabilità, certificazioni, REP e DPP.
Key4Biz: Avete già avuto contatti con altri Paesi UE interessati a misure simili o che le hanno già applicate?
Gianluca Cantalamessa: Quando arriverà il momento, senz’altro si provvederà ad un coordinamento con i sistemi europei.
Key4Biz: Se la legge verrà approvata, quali saranno i tempi e le fasi di attuazione?
Gianluca Cantalamessa: Prevediamo un periodo che vada da uno a sei mesi. Ma è difficile azzardare pronostici in un campo così complesso e che prevede una importante sinergia tra Parlamento, Governo e Ue.
Key4Biz: Cosa risponde a chi accusa la legge di essere una misura protezionista più che ecologica?
Gianluca Cantalamessa: La norma non colpisce il “prezzo accessibile” in sé: esclude espressamente dall’ambito d’applicazione le imprese che, pur avendo politiche di prezzo accessibile o modelli distributivi efficienti, rispettano programmazione stagionale, tracciabilità documentata, trasparenza sui materiali e pratiche di sostenibilità in linea con l’UE. Si interviene solo su modelli D/E con impatti elevati, con regole valide anche per vendite online e operatori esteri (rappresentante fiscale, contributo per kg, controlli doganali). È una difesa della concorrenza leale e del lavoro qualificato italiano, non una chiusura corporativa. Inoltre se il Governo italiano si spende per difendere le proprie aziende non credo ci sia nulla di scandaloso.


