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Legge di Bilancio. Giorgetti: “21 miliardi di euro per contrastare la crisi energetica nel 2023”

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Il ministro dell’Economia e delle finanze in audizione davanti alle Commissioni speciali congiunte di Camera e Senato illustra lo schema generale della Legge di Bilancio 2023 e in particolare le misure per mitigare gli effetti della crisi energetica su famiglie e imprese.

Giorgetti in audizione davanti le Commissioni speciali congiunte di Camera e Senato

In considerazione dell’incertezza del quadro economico di riferimento, il Governo è intenzionato a destinare le risorse disponibili per il 2023, circa 21 miliardi di euro, al contrasto della crisi energetica, favorendo al contempo politiche di contenimento dei consumi e di risparmio energetico”.

Questo ha affermato stamattina il ministro dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, in audizione sulla Nadef (Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza) davanti alle Commissioni speciali congiunte di Camera e Senato.

In particolare, si legge nella nota ministeriale, “si prevede il rinnovo per i primi mesi del 2023 delle misure relative ai crediti di imposta in favore delle imprese per l’acquisto di energia e gas, al contenimento degli oneri generali di sistema per le utenze di energia elettrica e gas, al taglio al 5 per cento dell’IVA sui consumi di gas e alla proroga delle agevolazioni tariffarie per i consumi elettrici e di gas in favore degli utenti domestici economicamente svantaggiati”.

Le misure in Bilancio

Ulteriori misure elencate da Giorgetti sono:

  • l’estensione della soglia di ricavi e compensi che consente ai soggetti titolari di partita IVA di aderire al regime forfetario;
  • un regime sostitutivo opzionale (cd “flat tax incrementale”) per i contribuenti titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti al regime forfetario;
  • interventi di “tregua fiscale” che saranno un utile sostegno alla liquidità nell’attuale contesto di crisi energetica e tensioni inflazionistiche.

Il Governo promette di monitorare l’andamento dei prezzi energetici, sempre piuttosto volatile, e soprattutto l’impatto che questo avrà sulle famiglie e le imprese nei primi mesi del nuovo anno.

Ciò consentirà di valutare, al più tardi in occasione della predisposizione del prossimo DEF, la necessità di ulteriori interventi e la contestuale definizione delle modalità di finanziamento”, ha spiegato Giorgetti.

La speranza del ministro e dell’esecutivo è certamente che queste misure potranno il prima possibile essere rafforzate dal pacchetto di proposte della Commissione europea attualmente in discussione, il REPowerEU, che contiene regole per gli acquisti congiunti di gas, misure di contrasto alla volatilità dei prezzi dell’energia e meccanismi di solidarietà in caso di emergenza per gli approvvigionamenti, nonché la possibilità di introdurre un “price-cap” sulle transazioni di gas.

Su questo però non c’è ancora un accordo pieno da parte dei Paesi dell’Unione, cosa che al momento rallenta non di poco la sua adozione formale da parte degli Stati.

2023, ancora uno scenario di crisi

In base all’ultimo monitoraggio sulle proposte presenti nel Portale Offerte di Arera, le tariffe praticate sul mercato libero di energia e gas risultano sensibilmente più elevate rispetto a quelle del mercato tutelato, secondo stime Assoutenti.

In particolare, i contratti a prezzo bloccato, quelli cioè dove le tariffe di luce e gas risultano fissate per un determinato periodo di tempo, appaiono addirittura proibitivi, raggiungendo un costo medio annuo di 5.077 euro a famiglia per il gas (consumo medio annuo 1.400 smc) e 2.429 euro per l’elettricità (consumo medio annuo 2.700 kwh).

Secondo stime piuttosto negative, avanzate da Codacons, la stangata sulle bollette di luce e gas degli italiani raggiungerà nel 2023 la maxi cifra di 4.724 euro a famiglia, con un incremento di spesa di quasi 2.500 euro a nucleo familiare rispetto alle tariffe in vigore a fine 2021

Secondo una recente stima dell’Ufficio studi della Cgia, per mitigare il caro energia in corso, il Governo Meloni dovrebbe trovare – entro il prossimo 31 dicembre – almeno 35 miliardi di euro per dimezzare gli aumenti di costo in capo a famiglie e imprese previsti per la fine del 2022.

Aumenti che, al netto dei 58 miliardi di aiuti erogati quest’anno contro il caro bollette, ammontano complessivamente a 70 miliardi di euro. Ecco perché, secondo la Cgia, sono necessari altri 30 miliardi di euro, a cui si devono aggiungere 5 miliardi per estendere anche al prossimo mese di dicembre gli effetti contro il rincaro delle bollette introdotti con il decreto Aiuti ter.