nota diplomatica

Le persone anziane stanno diventando un problema serio negli Usa

di James Hansen |

Le cause sono molteplici: vivono troppo a lungo, stanno troppo bene a soldi e, peggio, sono restii davanti al politically correct e insistono a votare. Inoltre secondo parecchi americani gli alti costi delle cure per i vecchi sottraggono risorse che meglio servirebbero alle generazioni più produttive.

Gli americani si stanno stufando dei propri vecchi. Vivono troppo a lungo, stanno troppo bene a soldi e, peggio, sono restii davanti al politically correct e insistono a votare. Negli Usa gli anziani oltre i 65 anni sono un blocco demografico di grande importanza. Sono 46 milioni, il 15% della popolazione—e anche, in assoluto, i più propensi a recarsi al seggio.

Una spiegazione ricorrente offerta dai perdenti nei casi di Trump da una parte e di Brexit dall’altra è che l’esito sarebbe stato in qualche modo “viziato” dal voto degli anziani che, si suppone, non capiscano niente. L’ex Presidente del Partito Democratico Usa, Howard Dean, è arrivato a dichiarare in un’intervista alla rete televisiva MSNBC: “Old people should get the hell out of politics”—che “i vecchi dovrebbero andare fuori dalle balle in fatto di politica”. La tesi di Dean è che gli anziani, non avendo tanti anni davanti, non dovrebbero permettersi di mettere bocca sulle scelte che condizionano il futuro del Paese. Se avesse suggerito l’estromissione dalla politica delle donne o delle minoranze rappresentate nei colori della bandiera arcobaleno, sarebbe stato linciato. Invece il commento è stato perlopiù ignorato.

Un’altra accusa è che i vecchi, avendo lavorato a lungo, avrebbero accumulato troppa parte della ricchezza nazionale, strozzando la crescita con i loro risparmi “eccessivi” e non lasciando abbastanza alle nuove generazioni. Il concetto è stato recentemente fotografato dal Financial Times con il titolo “Rich pensioners hoard cash and reject urge to spend”—“Ricchi pensionati accaparrano i soldi e respingono la voglia di spenderli”. Gli analisti del fondo d’investimento americano United Income identificano la scarsa voglia di spendere degli anziani come un serio problema per il Paese: “Innovazioni in medicina e tecnologia hanno allungato l’attesa di vita di oltre trent’anni rispetto al 1900, contribuendo al raddoppio del tempo che l’adulto medio passa come pensionato rispetto a qualche decennio fa. Ma i benefici della vita più lunga e il riposo pensionistico potrebbero essere limitati se gli anziani lesinano i loro consumi…per l’eccessivo pessimismo riguardo alla loro salute finanziaria in futuro”.

Oltre all’indisponibilità a rimettere i soldi in ciclo, secondo parecchi americani gli alti costi delle cure per i vecchi sottraggono risorse che meglio servirebbero alle generazioni più produttive. È spesso citato un dato sulla spesa del sistema sanitario federale Medicare relativa alle cure negli ultimi 12 mesi di vita degli anziani—incide per il 25% sul costo totale del programma. Corre sui social il suggerimento del facile risparmio che si otterrebbe lasciandoli semplicemente morire; tanto, hanno già un piede nella tomba.

Altre società si sono aggiustate diversamente davanti all’imbarazzante eccesso di vecchi. Il prete anglicano Sydney Smith, scrivendo nel 1805 nel suo libro On Taste, riferì dell’usanza in materia degli abitanti della Scizia, una vasta zona dell’Asia Centrale abitata in antichità dagli Sciti (che non sono gli Sciiti islamici di oggi): “Mangiarono sempre i loro nonni; si comportarono a lungo verso di loro con grande rispetto, ma come diventarono vecchi e difficili, e cominciarono a raccontare lunghe storie senza fine, se li mangiarono subito. Niente potrebbe essere più scorretto che cenare di un parente così stretto e venerabile; eppure non potremmo accusarli di cattivo gusto in fatto di moralità”.

*Nota Diplomatica ‘Please Die‘ di James Hansen