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Le misteriose elezioni per la nuova Agcom e per il Garante Privacy

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Le misteriose elezioni per la nuova Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e per il Garante Privacy: in calendario il 14 luglio, in un assordante silenzio, poca trasparenza.

Mercoledì della scorsa settimana, 24 giugno, è stato deciso che tra una decina di giorni, martedì 14 luglio, si terranno – finalmente! – le elezioni dei membri dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) e dell’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali (cosiddetto Garante Privacy).

La decisione è stata assunta dalle conferenze dei Capigruppo del Senato e della Camera. Come è noto, i due rami del Parlamento procedono alla nomina separatamente, non in seduta comune, ma si esprimono “in parallelo”, nell’arco della stessa giornata.

Soffermiamoci qui sullo strano caso dell’Agcom: una decisione così importante per i futuri assetti mediali (e culturali e tecnologici e finanche politici) del Paese sembra non provocare alcun interesse, né da parte del sistema politico né da parte del sistema mediale.

Si ricorda che la legge istitutiva affida all’Agcom il delicato compito di assicurare la corretta competizione degli operatori sul mercato e di tutelare le libertà fondamentali degli utenti in materia. L’Autorità svolge funzioni di regolamentazione e vigilanza nei settori delle telecomunicazioni, dell’audiovisivo, dell’editoria, delle poste. La legge non le assegna particolare competenza in materia di internet e web, e questo è uno dei principali deficit genetici dell’Agcom, e da più parti si invoca – da anni – un intervento normativa che estenda la sua “giurisdizione”, alla luce della rivoluzione digitale e dello sconvolgimento dei paradigmi tradizionali del sistema della comunicazione. 

Cercando negli archivi delle rassegne stampa delle ultime settimane, non vi è traccia di interesse alcuno su queste imminenti elezioni: incredibile, ma vero. L’articolo di Vincenzo Vita su “il Manifesto” di ieri l’altro 1° luglio, intitolato “La presa della Bastiglia e delle Autorità”, è veramente rara avis, di fronte ad un silenzio assordante.

Mandato scaduto un anno fa, elezioni martedì 14 luglio 2020

Eppure si tratta di elezioni attese da tempo, considerando che il mandato degli attuali componenti è scaduto nel luglio 2019, ma una serie di proroghe ha consentito all’Agcom di continuare ad operare. Il 18 marzo 2020 le elezioni – che erano state calendarizzate per il 25 marzo – sono state rimandate “a data da destinarsi”, evidentemente anche a causa dell’emergenza pandemica. La data, finalmente, è stata definita: il 14 luglio.

Si ricorda che i 4 commissari, scelti fra persone “dotate di alta e riconosciuta professionalità e competenza nel settore” sono eletti dal Senato della Repubblica e dalla Camera dei Deputati, e sono nominati con decreto del Presidente della Repubblica.

Il Senato della Repubblica e la Camera dei Deputati eleggono 2 commissari ciascuno, e ciascun senatore e ciascun deputato esprime il voto, indicando pertanto 1 solo nominativo per il Consiglio. Le Assemblee di Camera dei deputati e Senato della Repubblica procedono pertanto ciascuna all’elezione di due commissari con voto limitato. La votazione ha luogo a scrutinio segreto e per schede.

I componenti dell’Autorità durano in carica 7 anni e non possono essere riconfermati, a meno che non siano stati eletti per un periodo inferiore a 3 anni, in sostituzione di commissari che non abbiano portato a termine il mandato.

Il Presidente dell’Autorità è nominato con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, d’intesa con il Ministro dello Sviluppo Economico. Il Presidente del Consiglio procede pertanto alla designazione del nominativo del Presidente e questa designazione deve essere previamente sottoposta al parere delle Commissioni parlamentari competenti (ai sensi dell’articolo 2 della legge n. 481 del 1995, che disciplina le altre autorità di pubblica utilità). In base a questo rinvio, le Commissioni Parlamentari si esprimono a maggioranza dei due terzi dei componenti, ed il parere è da ritenersi necessario e vincolante, in quanto la norma dispone espressamente che, in nessun caso, le nomine possono essere   effettuate   in   mancanza del parere favorevole espresso dalle Commissioni Parlamentari. La norma richiamata prevede anche che le Commissioni Parlamentari competenti possano procedere all’audizione delle persone designate.

Nomi sussurrati in salotti, corridoio, anfratti del Palazzo, ma trasparenza zero

In alcuni ambienti, salotti, corridoi e soprattutto anfratti del Palazzo circolano nomi, ma sono sussurrati, e nessuno sa veramente ad oggi quale sarà la “rosa giusta”, se non – forse – i due leader dei partiti di maggioranza (Pd e M5S), Nicola Zingaretti e Vito Crimi, ed i loro “vice”, Dario Franceschini e Luigi Di Maio, e – si spera – i due Presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico… Tutto tace (almeno a livello pubblico) anche da parte dei Presidenti delle Commissioni Parlamentari, in primis da parte Alberto Barachini, che guida la Vigilanza, e che certamente deve aver posto una qualche attenzione sul dossier.

Questa dinamica è naturale, fisiologica, sana oppure si tratta dell’ennesima conferma di un sistema democratico tutt’altro che trasparente?!

Riteniamo che, in un Paese serio e moderno e veramente democratico, le elezioni da parte del Parlamento dei componenti dell’Agcom dovrebbero essere oggetto di un confronto aperto e libero e dialettico.

Camera e Senato dovrebbero promuovere un invito pubblico a presentare candidature, non soltanto sollecitando l’invio di curricula professionali, ma richiedendo anche con un breve testo di intendimenti dei candidati.

Dovrebbe poi essere promosso un incontro – pubblico – di confronto tra i vari candidati, per consentire un’analisi comparativa delle idee e proposte di ognuno. Sulla base di questa procedura, i deputati ed i senatori dovrebbero esprimere il proprio parere.

In scienza e coscienza. In libertà e indipendenza

È tanto complicato?! Operativamente, no. Politicamente, nemmeno.

Se vi fosse una volontà politica di trasparenza / dialettica e di efficienza / efficacia: questa volontà, evidentemente non c’è, dato che tutto sta avvenendo in un clima di assordante silenzio.

Eppure… ci sono dei precedenti, lontani nel tempo ma anche recenti, che contraddicono l’attuale comportamento passivo ed inerziale della Presidente Casellati e del Presidente Fico.

Interessante osservare che la decisione di Senato e Camera, il 24 giugno, è emersa dopo una segnalazione del 23 giugno, nel dossier “Monitoraggio di Nomine Governative. Atti di indirizzo e di controllo, Relazioni al Parlamento e altri adempimenti” (n. 24 – XVIII), nell’ambito della cosiddetta “Attività di controllo parlamentare(clicca qui, per leggere il dossier). Si legge a pagina 9 del documento: “Si segnala che l’articolo 117 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito,  con  modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, ha ulteriormente prorogato tali funzioni “fino a non oltre i 60 giorni successivi alla data di cessazione dello stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario  connesso  all’insorgenza  di  patologie  derivanti  da  agenti  virali  trasmissibili,  dichiarato  con  la  delibera  del  Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 26 del 1° febbraio 2020”. Si segnala, inoltre, che nella seduta della Camera dei Deputati del 18 marzo 2020 è stato reso noto che le votazioni per l’elezione dei due componenti dell’Autorità di competenza di questo ramo del Parlamento, che erano state previste – da ultimo – per il 25 marzo 2020, sono rinviate a data da stabilirsi.”

L’attuale Consiglio dell’Agcom è presieduto da Angelo Marcello Cardani, e Commissari sono Antonio Martusciello (eletto dalla Camera il 6 giugno 2012), Francesco Posteraro (eletto dal Senato il 6 giugno 2012), Antonio Nicita (eletto dalla Camera il 14 novembre 2013, in sostituzione di Maurizio Décina, che aveva rassegnato le proprie dimissioni dall’incarico il 4 settembre 2013), Mario Morcellini (eletto dal Senato il 1° febbraio 2017, in sostituzione  di  Antonio Preto, deceduto  il  3  novembre 2016).

Dopo le sostituzioni, le 2 Commissioni “infra Agcom” sono state così formate: Antonio Martusciello e Francesco Posteraro nella “Commissione per i Servizi e i Prodotti”; Antonio Nicita e Mario Morcellini nella “Commissione per le Infrastrutture e Reti”.

Nell’ottobre 2013, per sostituire un Commissario Agcom, un pubblico invito a manifestare candidature, così come per le elezioni del giugno 2012

Quel che qui interessa rimarcare è che, in caso di morte, di dimissioni o di impedimento di un Commissario, la Camera competente procede alla sua sostituzione procedendo all’elezione di un nuovo Commissario (che resta in carica fino alla scadenza ordinaria del mandato dei componenti l’Autorità). Questa procedura è stata attivata sia per la sostituzione del compianto Commissario Antonio Preto, nel febbraio 2017, da parte del Senato, sia per la sostituzione da parte della Camera dei Deputati, in seguito a dimissioni, di Maurizio Dècina, nel settembre 2013.

Si segnala che, in occasione della sostituzione del Commissario Dècina a seguito di dimissioni, è stata attivata dalla Camera dei Deputati una particolare procedura “on line” per ricevere le candidature, che è stata definita dalla Conferenza dei Capigruppo della Camera nella riunione del 22 ottobre 2013, e resa nota dalla Presidenza della Camera, con comunicato stampa pubblicato sul sito internet della Camera. La Conferenza ha convenuto che i gruppi parlamentari, i singoli deputati e i soggetti interessati potessero far pervenire alla Presidenza i curricula dei candidati che intendessero proporre o proporsi per tale carica. I curricula pervenuti sono stati quindi portati a conoscenza di tutti i deputati e dei gruppi attraverso la loro pubblicazione nel Portale Intranet della Camera dei deputati, secondo l’ordine di ricezione.

Si ricorda anche che, in occasione delle precedenti elezioni dell’Agcom, il 6 giugno 2012 (Presidente del Senato Renato Schifani, Presidente della Camera Gianfranco Fini, Presidente del Consiglio Mario Monti), un minimo di trasparenza era stato messo in atto: erano state sollecitate le candidature ed erano stati resi di pubblico dominio i curricula.

Anche se i più pensarono che, alla fin fine, finirono per prevalere le logiche del capitale relazionale e delle segreterie di partito sulla valutazione delle competenza e dell’indipendenza (rimandiamo a quel che scrivemmo, in argomento, su “Articolo21”). Marco Travaglio bollò l’iniziativa come una “Agcommedia”, così intitolando un suo editoriale al vetriolo, ma almeno era stata data un po’ di trasparenza al processo elettorale. Anche “Key4biz” condusse una battaglia a favore di una analisi comparativa delle candidature. E va ricordato che il Presidente della Camera mostrò un coraggio a metà: aveva perfino rinviato di qualche settimana la votazione, per consentire la raccolta e la discussione di curriculum, che poi naturalmente non s’è concretizzata, anche perché non v’è stata la minima regolazione formale delle modalità di presentazione delle candidature. Una proposta parlamentare – avanzata trasversalmente da esponenti come Vincenzo Vita (Pd), Beppe Giulietti (Articolo 21), Benedetto Della Vedova (Futuro e Libertà), Marco Beltrandi (Radicali) – di definire, prima delle votazioni, dei criteri di metodo (ovvero audizioni, “cross-examination”, eccetera) fu alla fin fine bellamente ignorata da Fini…

Sono passati dieci anni, e si assiste ad una regressione della democrazia.

Non viene garantito un minimo di trasparenza, un minimo di decenza, un minimo di rispetto dell’interesse pubblico.

L’elezione dell’Agcom non è e non deve essere un affare privato tra segretari di partito.

Stiamo per assistere ad una nuova versione della tanto criticata – anche dagli attuali partiti della maggioranza di Governo, almeno a suo tempo – “lottizzazione partitocratica”. Rispetto al passato, il livello di dibattito politico e di pubblica trasparenza è scemato. Prevale, ancora una volta, il… balletto della discrezionalità (vedi “Key4biz” del 19 giugno 2020, “Da Cinecittà, a Musica per Roma e all’Agcom. Il solito balletto della discrezionalità delle nomine?”).

Perché la procedura pubblica di sollecitazione delle candidature non è stata riproposta in queste settimane?!

Nessun avviso pubblico per Agcom, ma invece bando per il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza?!

Va anche segnalato che nessuna “pubblica evidenza” per le elezioni di Agcom, mentre per una “autorità” sicuramente minore, qual è l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, il 12 marzo 2020 (in emergenza Covid) i Presidenti di Camera e Senato hanno promosso un “avviso pubblico” (clicca qui per leggerlo), invitando i candidati a manifestare la propria disponibilità per la nomina alla carica di titolare dell’Autorità, chiedendo loro di inviare i curricula agli account telematici di Elisabetta Casellati e di Roberto Fico (“at” Senato ed “at” Camera), entro 30 giorni dalla pubblicazione del bando.

Perché i Presidenti di Camera e di Senato non hanno adottato, per Agcom, la stessa procedura?!

Forse perché quell’Autorità conta assai poco nella economia politica del Paese, e quindi ci si può concedere il lusso di un minimo di trasparenza… mentre per Agcom, data la sua importanza, è bene far passare tutto sotto silenzio, affidandosi alle trattative, mercanteggiamenti e forse anche mercimoni delle segreterie di partito?

Possibile che nessun deputato e nessun senatore denunci queste pratiche, basse e scandalose, che rappresentano veramente un vulnus per la democrazia del nostro Paese?!

Ci si deve forse appellare al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per invocare un minimo di decenza in un processo così delicato del sistema democratico?!