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Le azioni poste in essere dall’Occidente non servono per raggiungere la pace

Le strazianti notizie di massacri e di stupri ai danni del Popolo ucraino lasciano poche speranze su un esito positivo della guerra. Quello che si nota è una forte asimmetria tra la potenza militare russa e l’organizzazione militare ucraina, la quale è povera di armi e, come ha detto il suo ministro degli esteri ieri alla Nato, chiede insistentemente armi all’America e all’Europa.

Ma anche qui la risposta è monca, perché le armi saranno fornite ad esclusione degli aerei, lasciando così l’esercito ucraino in condizioni di inferiorità rispetto all’armata russa.

A quanto sembra l’obiettivo militare russo dovrebbe essere quello di dividere l’Ucraina in due come avvenne per la Corea.

Intanto il massiccio impiego di armi da parte della Russia, si parla dell’invio nel sud Est del Paese di migliaia di aerei, carri armati e artiglieria, unitamente all’invio di armi agli ucraini da parte degli Usa e dell’Europa fanno chiaramente intendere che di questa parte dell’Ucraina resterà solo terra bruciata, con la distruzione completa di Mariupol e di Odessa, con tutte le opere d’arte che vi sono, e soprattutto con migliaia e migliaia di uomini, donne e bambini martoriati e uccisi.

A questo punto appare chiaro che la Russia utilizza il vecchio sistema della occupazione del territorio altrui per porsi vincente al tavolo della pace, nel presupposto che l’occidente non ricorrerebbe mai a impiegare tutte le sue forze distruttive che porterebbero a una guerra nucleare, con le immaginabili conseguenze che essa comporta.

In questa situazione appare evidente che i comportamenti dell’una e dell’altra parte in conflitto non badano più agli interessi dei Popoli, ma a quello economico dei magnati russi e delle multinazionali, soprattutto, americane, poiché i danni di questa guerra e le sue atroci sofferenze e vittime ricadono certamente sul Popolo ucraino e, dal punto di vista economico, sui popoli europei.

Insomma tutto dimostra che nella situazione attuale, nella quale il progresso scientifico ha portato alla creazione di bombe nucleari, l’uso della forza è divenuto impossibile, e che è stolto continuare a combattere con armi convenzionali, in modo asimmetrico tra le parti in conflitto.

Voglio dire che oggi la soluzione delle controversie internazionali può avvenire soltanto con la costruzione di un ordinamento che assicuri la giustizia e la pace fra le nazioni, come sancisce l’articolo 11 della nostra Costituzione, e, nel caso di specie, con un negoziato.

È certamente inaccettabile che si debba arrivare a una trattativa dopo aver distrutto completamente l’oggetto della pretesa (giusta o ingiusta che sia), anziché a una regolamentazione degli interessi senza distruzione di beni e senza strazianti vittime umane, soprattutto innocenti.

L’imperativo categorico è dunque soltanto uno: riconoscere che non è razionale l’invio di armi all’Ucraina e l’applicazione di sanzioni economiche alla Russia, poiché entrambi i fatti si ritorcono ai danni del Popolo ucraino e dei popoli europei, e che l’unica soluzione possibile resta quella di una unanime condanna della guerra e non solo dei crimini che in essa si compiono, poiché la guerra è di per se stessa un crimine.

Occorrerebbe una campagna di informazione molto precisa, in modo da cambiare l’immaginario collettivo, e di bloccare sul nascere il rafforzamento di convincimenti nazionalisti che stanno affermandosi anche in Europa, facendo capire che il nazionalismo porta all’aggressione dei popoli e delle nazioni, distruggendo la civiltà e il progresso materiale e spirituale delle società, mentre soltanto la solidarietà internazionale (che consiglierebbe la revisione della Carta dell’Onu) è in grado di assicurare una civile convivenza fra tutti.

L’alternativa, se si resta sulle posizioni attuali, è solo quella di una guerra atomica distruttiva della vita dell’uomo e della vita del Pianeta.

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