La factory

L’audiovisivo alla prova del digitale, intervista ad Alessandro Saba di Fox Networks Group Italy

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Dalla factory alle fasi di sviluppo di una serie tv, dalle strategie per il web ai nuovi progetti nel cassetto: ecco come lavora Fox Networks Group Italy e quali sono le principali sfide a cui il settore dell’audiovisivo deve sottoporsi per competere sui mercati globali.

Il mercato dell’audiovisivo sta vivendo un periodo di grande trasformazione e i player tradizionali faticano a trovare a loro strada, tra innovazione, guadagni, barriere e nuovi competitor.
A margine dell’evento “Series Con” che si è svolto a Milano dall’11 al 12 Maggio, con l’autore tv  Francesco Lo Bianco, abbiamo intervistato Alessandro Saba, il Vicepresident Responsabile dei Canali di Intrattenimento, dell’area Research e delle Produzioni di Fox Networks Group Italy, che ci ha spiegato il modello editoriale di produzione del Gruppo e ci ha dato qualche anticipazione sulle prossime serie tv in uscita.

Key4biz. Che cosa è la factory della Fox?
Alessandro Saba. Fox, come tutti gli editori moderni, ha al suo interno un team – possiamo chiamarlo hub di produzione, che si compone di executive producer che si occupano di sviluppo e realizzazione – che valuta tutti i progetti che arrivano dai produttori indipendenti o direttamente dagli autori. Considerate che ci arrivano decine e decine di progetti l’anno. Sono tre le fasi del lavoro che porta dallo sviluppo di un prodotto televisivo alla sua produzione: la prima è il pitch, ovvero la proposta con il concept della serie. Nella seconda fase, se la proposta desta il nostro interesse, chiediamo un approfondimento, con lo sviluppo di un arco narrativo e la descrizione dei personaggi, quella che potremmo definire in linguaggio tecnico una bibbia della serie, di 20-30 cartelle. Se ci interessa approfondire ulteriormente il progetto in questione, diamo l’avvio alla terza fase finanziandone lo sviluppo, che vede la scrittura dei soggetti degli episodi e della sceneggiatura della puntata pilota. A questo punto, se tale sviluppo ci convince, andiamo in produzione.
Dopo le tre stagioni di “Boris” Fox ha smesso di produrre serie scripted italiane, concentrando gli sforzi su produzioni internazionali come The Walking dead o Deep State, e dedicandosi soprattutto all’unscripted per Fox Life, ad esempio “Il Contadino cerca moglie”, “Dance, Dance, Dance”, “Quattro Mamme” e “Cucine da incubo”. Da un anno e mezzo abbiamo ricominciato a lavorare sullo scripted; ad oggi abbiamo in sviluppo 6 progetti e 2 sono in produzione: la seconda stagione di “Romolo+ Giuly” ed “Extravergine”.
Rispetto all’unscripted, lo scripted ha un time to market di 16-18 mesi, quindi necessita di una progettualità più strategica.

Key4biz. Qual è la posizione di Fox rispetto agli altri player digitali e come si posiziona soprattutto la parte web all’interno della sua produzione di contenuti?
Alessandro Saba. Dal punto di vista del business i canali Fox sono in esclusiva su Sky, quindi tutto ciò che noi produciamo va su questa piattaforma – sia sui canali lineari che nelle diverse modalità distributive che Sky offre ai suoi abbonati.
Per quel che riguarda il posizionamento di Fox, cerchiamo di prenderci dei rischi e di essere innovativi, provando a fare qualche passo avanti in termini di linguaggio. Tutti gli operatori pay, da Netflix a Sky, negli ultimi anni stanno puntando sul drama, con serie come “Suburra”, “The Young Pope”, “Gomorra”. Noi siamo gli unici a puntare sulla comedy.
Ovviamente la comedy è un oggetto più complesso: primo perché è più difficile far ridere, secondo perché la comedy è molto locale. È molto più difficile esportare un tipo di prodotto fortemente legato al territorio.
Fox ha anche il vantaggio di aver un hub produttivo italiano e può permettersi di lavorare a produzioni originali locali e di valorizzarle al meglio sul mercato di riferimento.
Per quel che riguarda la declinazione digitale dei nostri progetti, intorno a ogni serie e ai suoi episodi, vengono creati decine, se non centinaia di elementi, appositamente pensati per le nostre properties sul web. Prendendo come esempio la strategia digital di “Romolo+ Giuly”, tra la prima e la seconda stagione, andranno online delle clip che raccontano la vita dei personaggi della serie. Una vera e propria web series composta da una decina di episodi in cui i personaggi sono rinchiusi in una specie di limbo, in attesa che gli arrivino le sceneggiature della seconda stagione, combattendo per avere il ruolo più bello, il tutto in un clima comico e grottesco.
Questo sarà un elemento esclusivamente digital, realizzato appositamente per il web. L’obiettivo di questa produzione collaterale è proprio mantenere viva l’attenzione verso un prodotto tra una stagione e l’altra. Credo che la nostra sia una strategia produttiva e promozionale interessante, poco vista in Italia.

Key4biz. Quali sono i progetti in cantiere per Fox?
Alessandro Saba. Stiamo lavorando a 6 progetti, tra cui, indiscrezione di questa settimana, anche una serie tratta da “Le Fate ignoranti” che stiamo sviluppando con Ferzan Özpetek e i produttori Tilde Corsi e Gianni Romoli. Le nostre porte sono sempre aperte: chiunque abbia delle sceneggiature, dei soggetti e delle idee, può portarle a Fox, dove siamo sempre alla ricerca di novità. Saranno tutte valutate, anche se non è detto che entreranno negli stadi successivi di sviluppo.