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L’artigianato italiano e la svolta dei social network

Regione che vai, mestiere che trovi! Una rivisitazione di un proverbio che rappresenta a pieno la nostra Italia. L’artigianato italiano è da sempre sinonimo di eccellenza, dedizione e passione, tuttavia non pochi sono i segnali che, negli ultimi anni, hanno visto tale fenomeno andare via via scomparendo.

È vero infatti che la produzione in serie ha messo a dura prova le botteghe artigiane e i suoi artisti, ma la loro storia è talmente antica e radicata che molti territori si identificano ancora con alcune produzioni artigianali, nonostante rappresentino una nicchia. Spesso non è facile riuscire a continuare l’arte dell’artigianato, soprattutto in Paesi in cui c’è alta industrializzazione, e si tende a dare molta importanza alle produzioni di massa, piuttosto che a quelle differenziate tipiche dell’artigianato.

Per poter sopperire a questa problematica, soprattutto nel periodo post pandemia Covid-19, molti artigiani della nostra penisola hanno cominciato a capire che, se avessero voluto continuare la loro attività, sarebbero stati opportuni dei cambiamenti tra cui iniziare a farsi strada nel mondo social con la propria attività. Oggi, sebbene le potenzialità dei social network siano ancora poco esplorate dal mondo artigiano, i suoi professionisti stanno cominciando a capire almeno la necessità usarli per allargare la loro area di potenziali clienti.

Il lavoro dell’artigiano è un lavoro prezioso, di chi è capace di trasformare un’idea in un oggetto con innata passione, sia per il mestiere svolto che per il territorio in cui operano. Fin dall’antichità, infatti, il loro modo di farsi conoscere e apprezzare è stato quello di prendere parte a fiere, mercati ed eventi nazionali e internazionali, che hanno permesso loro di esportare le loro creazioni e farle conoscere in tutto il mondo.

Poi, però, è arrivato internet, portando con sé la possibilità di farsi conoscere altrove grazie a uno spazio digitale, oltrepassando così i confini fisici. Non è sicuramente un passaggio facile, in quanto spesso gli artigiani sono fortemente legati alla loro realtà, tanto da risultare spesso diffidenti nel voler raccontare qualcosa che sia al di fuori del proprio laboratorio.

Il mondo dei social è un mondo ancora nuovo per il settore, però offre moltissime possibilità a chi accetta la sfida di parlare di sé in maniera un po’ differentee può dare tante soddisfazioni professionali. Quando si opera in nicchie di mercato si ha a che fare molto spesso con una clientela motivata ed esigente: differentemente dal passato, il cliente non è più la persona che necessariamente deve recarsi alla “bottega artigiana”, ma è sempre più spesso un cliente internazionale che, capace di fare i suoi acquisti comodamente dal divano di casa sua, entra in contatto con le produzioni artigiane attraverso siti e social media e compra senza quasi esitazioni.

Nonostante vi siano molti vantaggi nell’uso delle piattaforme social, non bisogna pensare che la gestione degli stessi sia facile e scontata. Dietro ogni profilo ci deve essere storia raccontata e condivisa quotidianamente, che diviene poi la forza creatrice di una community legate a quel piccolo brand in particolare. Inoltre i social possono diventare non solo una vetrina dove esporre e far vedere i propri prodotti, ma anche veri e propri shop online dove vendere gli stessi. In questo modo, piccoli e grandi artigiani possono lavorare anche con Instagram o Facebook e raccontare come nascono le loro creazioni e gli alti e bassi di un lavoro che, sì, da grandi soddisfazioni, ma spesso è fatto di molti sacrifici.

Le tipologie di artigiani a cui fare riferimento, che si sono già mossi in questo senso ottenendo un riscontro molto positivo, sono varie: da chi si occupa di gioielli o borse, chi lavora il legno o la pietra ma anche chi appartiene al settore food ed è riuscito, grazie alla sua bravura ed esperienza, a far conoscere prodotti che oggi sono conosciuti anche al di fuori del loro luogo di origine, come nel caso di Stefano Priolo e della piccola regione del Molise.

Stefano è un maestro panificatore e pasticciere che, portando avanti la sua piccola azienda da oltre cinque generazioni, sta riuscendo a farsi conoscere sul territorio nazionale e all’estero, puntando molto sull’e-commerce e riuscendo così a superare le difficoltà legate al territorio di provenienza. È stato infatti anche grazie ai social e all’e-commerce che oggi il suo laboratorio è divenuto meta per molti appassionati del settore, nonché pretesto in più per vistare la piccola “regione che non c’è”, ricca di valori e tradizioni, il Molise.

Non solo post ma nei social è indispensabile anche uno storytelling che sappia ricreare l’esperienza della bottega, così che chi non può visitare il laboratorio potrà comunque percepire quella sua atmosfera particolare che ogni artigiano crea sapientemente. È necessario sviluppare una vera e propria “strategia social” che preveda la possibilità di “raccontare” il prodotto, la sua storia, evocarne per immagini la sua unicità La strada per sfruttare al massimo le potenzialità dei social è ancora lunga.

Ormai sono tanti gli imprenditori e gli artigiani che decidono di istruirsi anche su questo aspetto, con corsi in social media marketing come quello di Digital Coach, e questo a fronte di una domanda di “Made in Italy” che anche i grandi motori di ricerca registrano quotidianamente. Sicuramente sarà necessario rafforzare la formazione o fare in modo che le nuove generazioni “artigiane” contribuiscano alla svolta.

Usare i social è quindi diventato fondamentale, a prescindere dalla grandezza dell’attività: attraverso gli stessi puoi essere reperibile e rintracciabile da tutto il mondo, che tu sia un’industria o una piccola-media impresa a conduzione familiare, consentendo di stringere contatti in prima persona con i clienti, nonostante i chilometri di distanza.

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