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L’AI spinge l’Industria, ma in Italia mancano le competenze. Lo studio

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Formazione continua e AI generativa possono essere leve chiave per rafforzare competitività e sostenibilità, ma l'industria italiana soffre di un grave gap di competenze tecniche. Lo squilibrio tra domanda e offerta di skill frena progetti e investimenti, come emerge dallo studio “Verso una nuova competitività industriale europea” di The European House – Ambrosetti con ANIE Confindustria.

Quali sono i nodi strutturali che possono accelerare o frenare la corsa verso la doppia transizione green e digitale? A questo quesito cerca di rispondere lo studio “Verso una nuova competitività industriale europea: il ruolo strategico dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica”, realizzato da The European House – Ambrosetti con ANIE Confindustria e il contributo del Research Department di Intesa Sanpaolo.

Il rapporto evidenzia luci ed ombre del panorama digitale ed infrastrutturale italiano, tra cui capitale umano insufficiente, ritardi nelle competenze digitali e STEM, carenza di formazione continua, ma anche grandi opportunità legate all’adozione di AI generativa e alla crescita degli ITS, veri snodi per colmare il mismatch tra domanda e offerta di competenze.

Transizione green e smart, lavoro in trasformazione

L’analisi indica digitalizzazione, decarbonizzazione e adattamento ai cambiamenti climatici come i tre macro trend che stanno ridisegnando il mercato del lavoro. Tra il 2025 e il 2030 si stima la creazione di 18,5 milioni di posti netti a livello globale, mentre in Italia già oggi il 77% delle nuove assunzioni nell’elettrotecnica ed elettronica richiede skill green, più del doppio della media nazionale.

Il problema è che la forza lavoro non cresce allo stesso ritmo: le offerte di lavoro con competenze green aumentano del 9,2% l’anno, ma i profili qualificati solo del 5,4%.

Italia fanalino di coda per competenze digitali 

Una fotografia avvilente quella del Bel Paese se si tiene conto che solo il 49% degli italiani possiede competenze digitali di base (media OCSE 71%) e i laureati in discipline STEM restano in minoranza: 18,5 ogni 1.000 giovani, contro i 35,3 della Francia e i 40,1 dell’Irlanda. Inoltre, la formazione continua è un punto dolente: nel 2022 solo il 10% della popolazione attiva ha seguito corsi di aggiornamento (media UE 13%, Svezia 35%).

Aziende in difficoltà

In base al rapporto, risulta che in Italia tre imprese su quattro del settore elettrotecnico ed elettronico segnalano gravi carenze di profili tecnici e specializzati. Nel 2023, l’85% delle assunzioni previste riguardava proprio queste figure, ma la scarsità di candidati ha costretto il 69% delle aziende a rallentare o sospendere progetti strategici e il 29% a rinunciare a opportunità di mercato.

ITS e AI: le leve per invertire la rotta

Gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) sono oggi il canale più efficace per ridurre il mismatch, occupano infatti l’84% dei diplomati e hanno visto crescere le iscrizioni del 38% in un solo anno. Tuttavia, restano sottodimensionati: in Italia solo l’1% degli studenti sceglie questo percorso, contro il 40% della Germania.

Accanto alla formazione, l’AI generativa può diventare un alleato strategico, come abbiamo dimostrato nel nostro recente approfondimento. La nuova tecnologia può liberare fino a 5,7 miliardi di ore di lavoro all’anno e generare fino a 312 miliardi di euro di valore aggiunto, l’equivalente del PIL della Lombardia.

Demografia e futuro industriale

Tuttavia, c’è un dato allarmante. Nello Stivale alla sfida tecnologica si somma quella demografica: entro il 2050 la popolazione italiana in età lavorativa calerà del 20,5%, il peggior dato europeo. Un trend che rischia di mettere in ginocchio il sistema produttivo, a meno di puntare su tecnologia, produttività e valorizzazione del capitale umano. La ricetta di ANIE, per superare tali ostacoli propone un approccio di filiera che supporti progetti di upskilling e reskilling lungo le catene di valore, soprattutto per le PMI, ma anche campagne per valorizzare le professioni tecniche, percorsi integrati di formazione (ITS, università, corsi professionalizzanti) e tavoli multistakeholder per definire standard aggiornati.

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