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L’AI propone esperimenti di fisica bizzarri che funzionano

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Gli strumenti di AI stanno mostrando un’abilità sorprendente nel progettare esperimenti di fisica: propongono configurazioni complesse e apparentemente assurde che, sorprendentemente, funzionano.

Gli strumenti di AI stanno mostrando un’abilità sorprendente nel progettare esperimenti di fisica: propongono configurazioni complesse e apparentemente assurde che, sorprendentemente, funzionano. Come racconta Quanta Magazine, in un progetto per rilevare le onde gravitazionali, Rana Adhikari e il suo team hanno adottato un algoritmo derivato dagli studi di Mario Krenn per ottimizzare il design dell’interferometro LIGO.

Le soluzioni dell’AI, inizialmente incomprensibili, si sono dimostrate efficaci e basate su concetti teorici quasi dimenticati, mai prima sperimentati. Le simulazioni suggeriscono che, se queste intuizioni fossero state disponibili durante la costruzione di LIGO, la sensibilità dello strumento avrebbe potuto migliorare del 10–15%, un incremento enorme per la fisica delle onde gravitazionali.

Oltre a migliorare il design, l’AI sta anche individuando simmetrie nei dati sperimentali, come quelli del Large Hadron Collider. In un caso è riuscita a riscoprire le simmetrie di Lorentz — fondamentali per la relatività — analizzando esclusivamente dati grezzi.

Altri modelli, inoltre, hanno elaborato nuove equazioni per descrivere la materia oscura, offrendo previsioni più accurate di quelle ottenute dagli scienziati.mTuttavia, il significato fisico di queste scoperte resta spesso poco chiaro e richiede ancora l’intuizione umana per essere compreso.

Come sottolineano gli esperti intervistati pur non avendo ancora generato nuove teorie fisiche, l’AI sta aprendo percorsi inediti nella ricerca sperimentale. Con l’avvento di modelli linguistici sempre più sofisticati, la capacità autonoma di formulare ipotesi scientifiche potrebbe essere il prossimo passo.

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