I nuovi strumenti approvati dalle Nazioni Unite per l’AI
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la creazione di due nuovi strumenti istituzionali per rafforzare la cooperazione internazionale sulla governance dell’intelligenza artificiale (AI): l’Independent International Scientific Panel on Artificial Intelligence e il Global Dialogue on Artificial Intelligence Governance. Due iniziative complementari, pensate per offrire basi scientifiche solide e uno spazio politico multilaterale per affrontare le opportunità e i rischi dell’IA, sempre con l’esclusione dell’ambito militare.
L’AI non è solo uno strumento economico: incide su diritti fondamentali, sicurezza, democrazia e sostenibilità. Le sue applicazioni toccano ambiti sensibili, tra cui: riconoscimento facciale e sorveglianza; disinformazione e manipolazione elettorale; lavoro e disoccupazione tecnologica; ambiente ed energia, tramite sistemi di ottimizzazione delle reti. Per questo le Nazioni Unite hanno dovuto affrontare il tema e mettere a terra una prima storica pietra miliare.
Il panel scientifico e le relazioni annuali di Ginevra 2026 e New York 2027
Questi impatti non conoscono confini nazionali: servono quindi regole sovranazionali per evitare abusi, garantire diritti e allo stesso tempo promuovere l’uso dell’AI per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs). La decisione presa dall’Onu rappresenta un significativo passo avanti negli sforzi globali per sfruttare i vantaggi dell’intelligenza artificiale riducendone al contempo i rischi.
A breve sarà inoltre lanciato un invito aperto a presentare candidature per il panel scientifico, con relazioni annuali presentate al Global Dialogue di Ginevra (2026) e New York (2027).
Il nuovo Panel scientifico indipendente, con 40 membri scelti per un mandato di tre anni, avrà un carattere multidisciplinare e una composizione geograficamente equilibrata. I membri, selezionati in base a competenze di eccellenza nell’IA e discipline correlate, opereranno a titolo personale, nel rispetto di principi di indipendenza, rigore scientifico e trasparenza.
I compiti principali includono:
- la produzione di un rapporto annuale di sintesi delle ricerche sugli impatti, i rischi e le opportunità dell’IA, accompagnato da brevi dossier tematici;
- l’elezione di due co-presidenti, uno da un Paese sviluppato e uno da un Paese in via di sviluppo, e fino a tre vice-presidenti, per garantire equilibrio geografico e di genere;
- la creazione di gruppi di lavoro ad hoc e il ricorso a esperti esterni;
- la presentazione dei risultati non solo all’Assemblea generale, fino a due volte l’anno, ma anche al Global Dialogue.
Il Segretario generale lancerà una call pubblica internazionale con criteri chiari per la selezione, limitando a due membri per nazionalità e vietando la partecipazione a dipendenti del sistema ONU, al fine di rafforzare imparzialità e integrità scientifica.
Il Dialogo globale sulla governance dell’AI
Il secondo meccanismo, il Global Dialogue on Artificial Intelligence Governance, sarà una piattaforma multi-stakeholder aperta a governi, aziende, società civile e mondo accademico. Obiettivo: discutere regole comuni, condividere buone pratiche e ridurre il divario digitale tra Paesi.
Il Dialogo si concentrerà su diversi temi cruciali:
- sicurezza, affidabilità e trasparenza dei sistemi di AI;
- capacity building per i Paesi in via di sviluppo, incluso l’accesso al calcolo ad alte prestazioni e competenze digitali;
- impatti sociali, economici, etici e culturali dell’AI;
- diritti umani, tutela linguistica e diversità culturale;
- promozione di open source, open data e modelli di AI aperti;
- armonizzazione e interoperabilità dei diversi approcci di governance.
Il Dialogo si terrà ogni anno per due giorni, in alternanza tra Ginevra e New York, con la presentazione del rapporto annuale del Panel e sessioni tematiche. Il primo incontro informale ad alto livello è previsto durante la settimana di apertura dell’80ª sessione dell’Assemblea generale (settembre 2025). Successivamente, gli appuntamenti saranno agganciati a eventi già consolidati: l’AI for Good Global Summit dell’ITU a Ginevra (2026) e il Forum STI sugli SDGs a New York (2027).
Ogni edizione sarà co-presieduta da due figure, una proveniente da un Paese sviluppato e l’altra da un Paese in via di sviluppo, incaricate di redigere la sintesi finale dei lavori. Dal secondo Dialogo in avanti sono previste anche consultazioni intergovernative per identificare aree prioritarie di governance, confluendo nella revisione dell’accordo ONU “Global Digital Compact”.
Risorse e prospettive
Il sostegno economico arriverà da contributi volontari di Stati, settore privato, fondazioni e istituzioni finanziarie, con particolare attenzione alla partecipazione dei Paesi in via di sviluppo. La trasparenza delle donazioni sarà garantita tramite pubblicazione integrale dei contributi.
Il mandato iniziale di Panel e Dialogo scadrà con la 82ª sessione dell’Assemblea generale, quando gli Stati membri valuteranno l’opportunità di proseguirne le attività.
Con questa decisione, l’ONU punta a rafforzare il coordinamento globale sull’AI, evitando una frammentazione normativa e tecnologica che rischierebbe di ampliare i divari tra Nord e Sud del mondo.
Un passo in avanti storicamente necessario. Il 2023-2025 è stato il triennio dell’esplosione dell’AI generativa (ChatGPT, Gemini, Claude, modelli open source come LLaMA), che ha acceso l’urgenza di regole comuni.