L'inchiesta

L’AI di Apple modellata ad hoc per l’Era Trump? Le nuove linee guida svelate da Politico

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Le linee guida contenute in alcuni documenti aziendali di Apple, ottenuti dal quotidiano Politico e attuate tramite un subappaltatore, rivelano come l’azienda abbia rivisto il proprio approccio alla messa a punto dell’intelligenza artificiale a marzo, due mesi dopo l’insediamento del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

L’equilibrio tra innovazione tecnologica e sensibilità politica diventa sempre più centrale. Apple starebbe, infatti, addestrando la propria intelligenza artificiale per rispondere ai principali topic dell’era Trump. È quanto emerge da un’inchiesta di Politico, basata su una fuga di notizie relativa ad alcuni documenti della big tech. Si tratterebbe di nuove linee guida risalenti a marzo, due mesi dopo l’insediamento del Tycoon, indirizzate a tecnici di Apple per l’addestramento dell’AI.

Diversità, equità e inclusione al centro dell’attenzione

Il documento, aggiornato rispetto alla versione dei mesi precedenti, introduce indicazioni specifiche su come l’AI debba parlare di diversità, equità e inclusione (DEI), argomenti nel mirino dell’amministrazione statunitense, come confermato anche dalle critiche a diversi vertici aziendali, Apple inclusa. Oltre a questi temi, le linee guida chiederebbero, inoltre, maggiore attenzione su argomenti politicamente delicati come elezioni, vaccini e sostenitori di Trump.

Secondo Politico, nelle nuove linee guida, termini come “intolleranza” e riferimenti a “razzismo sistemico” sono stati rimossi, mentre i temi DEI ora sono considerati “controversi”. I documenti sono stati consegnati ai dipendenti di Transperfect, subappaltatore Apple con sede a Barcellona, che hanno il compito di valutare le risposte di un chatbot basato su un modello linguistico di grandi dimensioni, ancora non rilasciato, con lancio previsto nel 2026.

L’effetto Trump sulle risposte dell’AI

In genere, i formatori dei sistemi di intelligenza artificiale seguono linee guida dettagliate per valutare la coerenza, la veridicità e la precisione delle risposte dell’AI, segnalando contenuti dannosi o controversi. Il nome di Trump è citato 11 volte nella versione aggiornata del documento, con istruzioni precise su come evitare stereotipi nei prompt che riguardano i suoi sostenitori.

L’effetto Trump sulle risposte dell’AI

Dal canto suo Apple ha negato modifiche sostanziali alla policy aziendale, dichiarando a Politico che “Apple Intelligence si basa sui nostri principi di AI responsabile, che guidano ogni fase dalla formazione alla valutazione” . Tuttavia, i documenti mostrano come l’azienda abbia rafforzato l’attenzione su temi sensibili, inclusa la protezione del brand Apple, dei suoi dirigenti (Tim Cook, Craig Federighi, Eddy Cue, Steve Jobs) e dei contenuti protetti da copyright.

Protezione del brand e rischi emergenti

Il documento di marzo introduce anche una sezione sui cosiddetti “rischi longitudinali”, che riguarda possibili implicazioni sociali e psicologiche dell’AI, tra cui l’accettazione diffusa di informazioni non verificate o errate e, non in ultimo, la perdita di posti di lavoro a causa dell’automazione.

Al momento, però, i formatori di Apple non disporrebbero di istruzioni operative su come gestire questi rischi, che restano quindi una sfida aperta per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

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