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L’accordo Tim-Cdp non soddisfa Grillo che punta su Li-Fi e sovranità digitale “Vogliamo essere cittadini e non clienti”

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“Sulla rete unica bastava uno sforzino in più, si è rimasti un po’ in bilico ma è comunque un buon inizio”. Non è del tutto soddisfatto il fondatore di M5S, Beppe Grillo, in un nuovo video sul suo blog, sull’accordo Tim-Cdp sul percorso di verifica della fattibilità di una società unica delle reti e delle tecnologie (5G, edge cloud), perché non sarà a totale controllo pubblico.

”Eravamo lì a un passo per unificare tutta la rete, tutte le tecnologie in un’autostrada pubblica con tutto il cda di Cassa depositi e prestiti, per far convogliare tutte le tecnologie 5G, 6G, fibra… ed è rimasto un po’ così, in bilico. Bastava uno sforzino in più. Per l’amor di dio è un buon inizio”, poi aggiunge Grillo.

Le parole di Grillo fanno pensare anche all’accordo di collaborazione siglato tra Tim e Google sul cloud. Big G quale ruolo avrebbe all’interno del progetto della rete unica nazionale?

Buffagni (Mise) “Bene Grillo, serve rete unica a controllo pubblico”

“Beppe è sempre illuminante. La strada l’abbiamo tracciata, gli sforzi fatti negli ultimi anni e i traguardi raggiunti sono innegabili. Ma dobbiamo fare di più. Ha ragione Beppe, non possiamo più commettere gli errori del passato e consegnare la nostra rete, i nostri dati, la nostra sovranità in mano a società private o ad altri Paesi”. Lo scrive in un post su Fb il viceministro allo Sviluppo Economico Stefano Buffagni. 

Grillo apre alla sovranità digitale: “Richezza dai dati solo a 3-4 aziende nel mondo?”

Oltre alla rete unica, oggi Grillo punta l’attenzione sulla sovranità digitale alimentando così, finalmente, il dibattito in Italia sul tema. 

“Non si parla di cose essenziali, ma io vorrei solo sapere chi ha il diritto di accedere ai miei dati”, osserva Grillo ancora nel video. “Se tutto il mondo converge a dire che la nuova ricchezza sono i dati vorrei capire chi controlla il flusso dei dati”.

“Se tutto il mondo converge a dire che i nuovi soldi sono i nostri dati e dato che i dati li fornisco io e a me non tiene in considerazione nessuno, io sono diventato un cliente, una risorsa. Ma io non sono una risorsa, sono un cittadino. E allora vorrei capire chi controlla questo flusso di dati. Io vorrei sapere chi li prende e dove vanno a finire”, si chiede giustamente Beppe Grillo, che si scaglia anche contro i Big Tech.

“Vogliamo capire che ci sarà una nuova ricchezza che andrà a tre-quattro aziende nel mondo e basta? Vogliamo essere cittadini e non clienti? Ora se non si riesce a fare un data-base dove si raccolgono tutti i dati degli italiani e che poi rimangono a disposizione degli italiani, possiamo fare un tentativo”. 

La proposta

Grillo lancia anche una proposta: 

“Lo lancio qua: vorrei capire se si può fare, per una città come Roma, un database di tutti i dati dei romani, della metropolitana, della stazione, dell’aeroporto, in mano al Comune di Roma. E ogni volta che una società di marketing vuole dei dati sui romani, paga. E questi soldi vengono ridistribuiti ai romani”.

Infine Grillo parla anche del futuro di Internet e si dice favorevole a sviluppare il Li-Fi, “come sta facendo Macron. La trasmissione di dati sulla luce ha una velocità pari a 250 volte il 5G”.

Che cos’è il Li-Fi?

Il Li-Fi utilizza le lampadine Led come router wireless, bypassando completamente le frequenze radio. Se implementati meticolosamente, i sistemi Li-Fi possono raggiungere velocità di trasmissione fino a 100 volte più veloci (più di 1 Gigabit al secondo) rispetto all’attuale Wi-Fi tradizionale. Due le sperimentazioni in Italia.

Il nostro approfondimento su Il futuro di Internet? Il Li-Fi, la connessione via LED (Test anche in Italia)

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