L’Abitazione Sostenibile. Mutazioni genetiche a Tor Bella Monaca

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Il Rotary Club di Roma promuove la diffusione di proposte progettuali per i quartieri disagiati. Presentati martedì scorso i lavori realizzati nel tempo dagli studenti del Corso di laurea del Prof. Arch. Ruggero LENCI

Quali responsabilità per l’architettura nelle dinamiche di un quartiere cosiddetto disagiato?

È la domanda dalla quale è partito il lavoro lungo decenni di alcuni professori della Sapienza che ne hanno fatto oggetto di studio e ricerca con i loro studenti. Alcuni dei loro progetti, segnatamente per il quartiere romano di Tor Bella Monaca, sono stati presentati nella serata conviviale di martedì 23 maggio, organizzata dal Rotary Club di Roma e ospitata con grande cura dal Circolo della Marina grazie all’Ammiraglio Giovanni Vitaloni. Ad illustrarli il  Prof. Arch. Ruggero Lenci, docente titolare della cattedra di Composizione Architettonica III  dell’Architettura con Laboratorio Progettuale   presso   Sapienza Università  di Roma,  Facoltà Ingegneria Civile e Industriale, Corso di Laurea in Ingegneria Edile Architettura,  l’Arch. Alessandro Scaletti, cultore della materia e suo collaboratore nonché presidente del Rotary Club Club. Obiettivo: mettere a disposizione delle Istituzioni capitoline e enti potenzialmente interessati un patrimonio di suggerimenti tecnici e progettualità già pronte e potenzialmente realizzabili.

Perché Tor Bella Monaca

Nel quartiere romano il Rotary Club Roma è attivo da tempo. Ha assegnato ad esempio anche quest’anno 5 Borse di studio ad altrettanti ragazzi della scuola media “Melissa Bassi”, situata in una strada dove è stato rilevato il più basso reddito pro capite a Roma. Alessandra Scardamella, dirigente scolastico dell’Istituto ha inviato un messaggio in cui esprimeva “sincera gratitudine per quanto si è fatto e si continua a fare attraverso il Rotary Club di Roma che ha permesso di valorizzare l’impegno di alunni che pur vivendo in contesti disagiati sia culturalmente sia materialmente hanno potuto beneficiare di adeguato percorso di formazione”. E sono ben 35 le Borse di studio fin qui erogate dal Rotary, consistenti nell’iscrizione ad una Scuola Superiore come scelta da ciascun ragazzo e nel contributo per l’acquisto dei libri e di quanto serva per il percorso scolastico. L’intenzione del Rotary Club di Roma è di proseguire nel progetto, accanto ad altri di analoga utilità sociale. E tra gli interventi utili ai cittadini che abitano quartieri disagiati ci sono sicuramente quelli di natura architettonica illustrati dai due professionisti. Tor Bella Monaca, una superficie di 0,77 chilometri quadrati nella zona est di Roma, oltre il Grande raccordo anulare, potrebbe ospitare circa 28mila persone, ma il numero esatto degli abitanti non si sa con certezza, anche se è sicuramente inferiore a quello previsto dal piano di zona. E proprio nell’alternanza tra i popolosi spazi pieni delle case popolari e gli spazi vuoti incontrollati potrebbero annidarsi i germi di alcuni fattori da record per il quartiere, come quello dell’alto tasso di criminalità. Secondo l’Osservatorio Casa Roma 5.567 appartamenti su 6.753, l’82 per cento del totale, sono case popolari: 4.000 del Comune, 1.500 dell’Ater, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica. Un quartiere segnato da una generalizzata crisi economica: il 41% delle famiglie vive in povertà assoluta, il 22% ha un reddito pari a zero e nel migliore dei casi vive di sussidi. Il che deve imporre cautele sul giudicare la deriva al degrado e alla criminalità del quartiere e di parte dei suoi abitanti.

Un’architettura “tattica” non basta

Se azioni e strategie, che spesso partono dal basso, con l’obiettivo di rendere spazi pubblici e quartieri più vivibili per tutti possono in teoria creare miglioramenti in tempi brevi e con investimenti ridotti, è vero anche che non sono sempre semplici da attuare. Per questo progetti studiati da professionisti attenti all’etica dell’abitare, che tenga conto del fatto che l’uomo non ha bisogno solo di una tana, ma di una casa, un luogo dove «abitare», costruire, conoscere e esercitare i suoi «abiti», potrebbero fare la differenza. Quella che è emersa dalle parole dei due architetti è l’esigenza di una architettura “sociale”, capace di riconnettere i tempi interni e circolari della vita degli individui allo spazio urbano, alle piazze, ai parchi e alla strada. Un progetto o un piano urbanistico che si prenda contestualmente cura di luoghi e relazioni in modo che essi riconnettano le funzioni e i processi dell’abitare. E i progetti presentati vanno senz’altro in questa direzione.

Un “magnete” al centro del quartiere

Se questo è l’obiettivo, l’Arch. Alessandro Scaletti – che ha sempre tenuto un seminario nel Laboratorio progettuale all’interno del Corso di Composizione Architettonica III del Prof. Arch. Ruggero Lenci – ha sviluppato l’idea urbanistica di “coefficiente di affollamento” per bilanciare i flussi di persone in entrata ed uscita dai quartieri residenziali. Il modello viene studiato utilizzando i parametri FU (flusso in uscita) e FE (flusso in entrata): il coefficiente di affollamento ottenuto dal rapporto Fe/fu = 1verrà così attribuito al modello ritenuto “A misura d’uomo” e quindi ottimale per l’abitare. In sostanza, dice, è necessario mantenere un flusso costante di persone che entrano ed escano dal quartiere, per lavorarvi o studiarvi o svolgervi delle attività sportive o ricreative, ed evitare il suo svuotamento che lo rende un quartiere “dormitorio”, culla anche di potenziale criminalità, e al contrario renderlo espressione di comunità viva e partecipante. Per realizzare l’obiettivo l’Arch. Scaletti propone un progetto che, in estrema sintesi, prevede l’interramento di Via di Tor Bella Monaca, che allo stato attuale di fatto divide in due il quartiere isolando gli uni dagli altri i suoi abitanti, e nell’area realizza invece un centro commerciale con due torri destinate ad uso ufficio e residenziale. Si creerebbe così un “magnete”, potenziale, pulsante, luogo di aggregazione per gli abitanti del quartiere e per chi vi transiti.

Idee, da attuarsi nel medio e lungo periodo

Quelle lanciate a Roma, ad un uditorio che comprendeva anche qualificati addetti ai lavori, e tra loro i rappresentanti della Fondazione Paolo Bulgari, fortemente impegnata al pari del Rotary Club di Roma nella promozione del contrasto alle diseguaglianze e alle povertà educative, del sostegno all’infanzia e all’occupazione giovanile nei quartieri sensibili,  Michela Diodato e Giulio Cederna, sono idee, idee corroborate da progetti pronti e fattibili. E il Prof. Arch. Ruggero Lenci lancia quindi l’invito a servirsene – contattando la Facoltà e segnatamente il Corso di Laurea in Ingegneria edile-architettura U.E. o lo stesso Rotary Club di Roma nella persona dell’Arch. Alessandro Scaletti -, e a non sprecare progettualità concretamente realizzabili, perché non così invasive come tanti dei progetti immaginati nel tempo per questo e altri quartieri con simili criticità, ma piuttosto somma di tanti piccoli interventi “chirurgici”. Effettuarli, uno dopo l’altro, con costanza, permetterà alla fine di preservare la salute di una città, dei suoi quartieri, dei suoi abitanti.

Tutti i progetti in un libro

Gli oltre 200 progetti realizzati dagli studenti della Sapienza per il quartiere di Tor Bella Monaca secondo le indicazioni di visione indicati dal Prof. Arch. Ruggero Lenci e dai docenti suoi collaboratori sono contenuti nel volume L’ABITAZIONE SOSTENIBILE. MUTAZIONI GENETICHE A TOR BELLA MONACA” pubblicato da Gangemi Editore. 275 pagine a colori, con testi in italiano e in inglese, dove prendono corpo progetti bellissimi e realizzabili, fatti per unire le persone e le persone con l’ambiente circostante, in un abitare sostenibile.