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La ‘via crucis’ della Farc colombiane, Larry Kudlow potrebbe essere il nuovo capo consigliere economico di Trump, Crisi catalana

Colombia, “El Espectador”: la “via crucis” della Farc per arrivare in parlamento

13 mar 10:49 – (Agenzia Nova) – Rimborsi arrivati fuori tempo limite, uova e sassi ai comizi, il segretario generale operato e costretto a sfilarsi dalla contesa elettorale. Sono alcune delle difficolta’ che gli ex guerriglieri delle Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia) hanno trovato sulla strada per ottenere i primi, storici seggi al parlamento colombiano. Che “non ottenessero l’appoggio della cittadinanza”, era prevedibile, scrive il quotidiano “El Espectador” in un articolo dal titolo “la via crucis della Farc”. Al suo primo test elettorale, la Forza alternativa rivoluzionaria del comune, il partito nato sulle ceneri della guerriglia non ha superato i 52mila voti. Ma anche se il bilancio e’ “scarno”, l’aver lasciato le armi per il voto garantira’ loro comunque cinque seggi alla Camera e cinque al Senato. I giorni di campagna elettorale sono stati segnati da mille insidie. A due giorni dalle elezioni legislative tenute domenica, “venerdi’ notte, il partito ha ricevuto l’assegno con i fondi utili a coprire le spese elettorali”, ma non era facile metterli in un conto corrente. “Siccome il rappresentante legale del partito nascente era nella lista Clinton”, dei nomi con cui non fare transazioni per i suoi collegamenti con il narcotraffico, “nessuna banca privata ha deciso di aprire loro le porte. Solo il Banco agrario lo ha fatto ma mettendo restrizioni”. Insomma, “un’odissea” scrive la testata. C’e’ poi da contare lo stop imposto dalle autorita’ elettorali a una rappresentanza della Farc tra gli scrutatori o alle richieste di invitare osservatori internazionali. Senza contare che gli ex guerriglieri “hanno dovuto sospendere i loro appuntamenti elettorali per ragioni di sicurezza”, si sono visti “uccidere delegati locali” e le zone in cui sono tradizionalmente radicati sono oggetto di uno scontro – ancora armato – tra l’Esercito di liberazione nazionale (Eln) e il Clan dl Golfo”. “Come se non fosse abbastanza, il loro candidato alla presidenza si e’ buttato tardi in campagna elettorale per problemi di salute. Nelle sue due prime apparizioni pubbliche, Rodrigo Londono e’ stato aggredito da militanti di altri partiti e cittadini indignati”. E nel pieno delle tensioni, l’evento dirimente: un nuovo problema cardiaco ha costretto il segretario generale Londono a un intervento d’urgenza e alla rinuncia alla corsa presidenziale”.

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Usa, Trump commenta innalzamento eta’ per acquisto armi: “non c’e’ molto accordo politico”

13 mar 10:49 – (Agenzia Nova) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha difeso la sua decisione di non includere nuove restrizioni legate all’eta’ minima di acquisto delle armi da fuoco nel suo piano per prevenire nuove stragi nelle scuole, spiegando che questa proposta avrebbe scarso sostegno politico. Come ha spiegato lui stesso in un tweet, riporta il “Wall Street Journal”, sul tema “non c’e’ molto accordo politico (per usare un eufemismo)”. La dichiarazione di Trump arriva il giorno dopo la presentazione del piano della Casa Bianca sulla sicurezza scolastica, che si concentra sull’armamento del personale scolastico, ma non include la precedente richiesta del presidente di innalzare il limite d’eta’ per l’acquisto di armi. La scorsa settimana, la Florida ha promulgato una legge che vieta agli adulti sotto ai 21 anni di acquistare armi da fuoco. L’Nra (la National Rifle Association) ha immediatamente impugnato la legge contestando la costituzionalita’ delle restrizioni.

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Usa, Larry Kudlow potrebbe essere il nuovo capo consigliere economico di Trump

13 mar 10:49 – (Agenzia Nova) – L’economista Larry Kudlow potrebbe essere il nuovo capo consigliere economico di Donald Trump. Lo scrive la “Washington Post” spiegando che Kudlow, sostenitore energico delle tasse basse e del libero scambio, e’ emerso come il candidato principale per sostituire Gary Cohn come direttore del Consiglio economico nazionale della Casa Bianca. Kudlow e’ stato un consulente di Trump durante la campagna presidenziale del 2016, lavorando a stretto contatto con il segretario del Tesoro Steven Mnuchin sulla progettazione di un primo piano fiscale. Ma Kudlow, nelle apparizioni sui media del mese scorso, ha criticato il nuovo piano del presidente Trump di imporre dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio. Tuttavia, lo stretto rapporto di Trump con Kudlow ha rafforzato la sua candidatura. L’economista ha lavorato alla Casa Bianca con Reagan, ma ha trascorso gran parte del suo tempo negli ultimi anni lavorando nei media, per Cnbc e altre emittenti.

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Possibili scenari per sbloccare la politica catalana

13 mar 10:49 – (Agenzia Nova) – La sessione di investitura di Jordi Sanchez come nuovo presidente della Generalitat catalana era stata fissata per ieri, lunedi’ 12 marzo. Il rifiuto del giudice della Corte suprema spagnola Pablo Llarema di rilasciare Sanchez per l’occasione ha pero’ costretto il presidente del Parlamento catalano, Roger Torrent, a rinviare l’elezione del presidente a data da destinarsi. Lo riferisce il quotidiano spagnolo “La Vanguardia” che sottolinea come la mancanza di una data certa mantenga la legislatura catalana in un limbo dal quale e’ difficile uscire senza una prima sessione plenaria. Secondo quanto stabilito dalla legge della Presidenza della Generalitat e del Governo catalano, se passano piu’ di due mesi dal primo voto di investitura senza che un nuovo presidente venga eletto, “il potere legislativo si scioglie automaticamente e le funzioni del presidente della Generalitat passano a Mariano Rajoy, in applicazione dell’articolo 155, che provvedera’ a indire immediatamente nuove elezioni”. Diverse voci all’interno di Junts per Catalunya (JxCat), il partito di Carles Puigdemont, sottolineano che non si dovrebbe aver paura di un ritorno alle urne. “Nessuno lo vuole, ma non sarebbe una tragedia”, ha dichiarato lo stesso Puigdemont dal Belgio la scorsa settimana. Posizione che contrasta con quella del PDeCAT, che ha chiesto “generosita’” a tutto il movimento indipendentista per evitare una ripetizione delle elezioni.

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Guerra di spie, ultimatum della Gran Bretagna alla Russia

13 mar 10:49 – (Agenzia Nova) – La crescente tensione tra Gran Bretagna e Russia domina le prime pagine dei principali giornali britannici in edicola oggi martedi’ 13 marzo: ieri sera il primo ministro britannico Theresa May ha dato un ultimatum al governo russo, perche’ fornisca entro la mezzanotte di oggi spiegazioni sul tentato assassinio dell’ex agente segreto sovietico Sergei Skripal e di sua figlia Yulia avvenuto la scorsa settimana a Salisbury; in caso di mancata risposta, ha dichiarato la premier in un drammatico comunicato al parlamento, la Gran Bretagna considerera’ il fatto come “un deliberato ed illegale atto di forza della Russia su suolo britannico” ed il governo di Londra prendera’ misure di rappresaglia. Dopo aver riunito ieri il Consiglio di sicurezza nazionale per esaminare le risultanze dell’inchiesta sul tentato assassinio, la May non ha avuto dubbi ed ha puntato il dito contro la Russia: l’ex spia Skripal, ha etto, e’ stato avvelenato con un “agente nervino di livello militare sviluppato dai russi”; stamattina ad ogni modo la ministra dell’Interno Amber Rudd riunira’ il comitato inter-ministeriale “Cobra” per fare il punto della situazione insieme ai vertici dei servizi segreti. Una prima risposta della Russia non si e’ fatta attendere: la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha definito le dichiarazioni della May come “una provocazione” ed ha bollato il clamore sorto in Gran Bretagna sulla vicenda come “uno spettacolo da circo messo in scena nel Parlamento britannico”.

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Francia, polemiche per il nuovo nome del Front National scelto da Marine Le Pen

13 mar 10:49 – (Agenzia Nova) – Problemi per la presidente del Front National, Marine Le Pen, dopo che ha proposto ai suoi militanti un nuovo nome per il partito: Rassemblement National (Unione nazionale, ndr). Ne parla “Le Figaro”, spiegando che subito dopo l’annuncio sono iniziati i paragoni con altri omonimi francesi del passato. Tra questi, spicca il Rassemblement national populaire di Marcel Deat, fondato nel 1941 durante l’occupazione nazista e vicino al regime di Vichy. Anche Jean-Marie Le Pen, fondatore del Front National e padre di Marine, ha espresso piena disapprovazione per la proposta della figlia, evidenziando “la mancanza di immaginazione”. In merito alla sua espulsione dal partito, ufficializzata domenica nel corso del congresso, Jean-Marie Le Pen ha parlato di assassinio politico. Ma la polemica piu’ grande e’ stata sollevata da Igor Kurek, segretario generale di un’associazione politica chiamata proprio Rassemblement national. In un comunicato Kurek ha rivendicato la paternita’ del nome scelto per il partito di estrema destra. Una protesta che, secondo il quotidiano, ha “fatto ridere il Front National”. Il partito sostiene di avere la priorita’ su questo nome, che e’ stato registrato nel 2012 dal deputato Louis Aliot.

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Francia-India, la visita di Macron ha dato un nuovo impulso alle relazioni tra Parigi e Nuova Delhi

13 mar 10:49 – (Agenzia Nova) – Nel corso della sua visita di quattro giorni in India, il presidente Emmanuel Macron, “sigilla la sua alleanza” con il premier locale, Narendra Modi. E’ quanto afferma “Le Figaro”, sottolineando che il viaggio del capo di Stato francese “ha permesso di dare un nuovo soffio alle relazioni tra Parigi e Nuova Delhi”. Il quotidiano descrive l’accoglienza calorosa riservata a Macron e a sua moglie Brigitte. In questa occasione le imprese francesi hanno firmato contratti per 13 miliardi di euro. “Il mio desiderio e’ di far venire in Francia il maggior numero di riprese di Bollywood” ha detto Macron al termine del suo soggiorno. Il capo di Stato francese ha mostrato una vicinanza di intenti con Modi, mostrando a piu’ riprese una comune sintonia di vedute. Secondo “Le Monde”, Macron ha tenuto un “doppio discorso”, pronunciando parole di encomio nei confronti delle autorita’ ufficiali indiane mentre si trovava al fianco di Modi e critiche quando era in contatto con la societa’ civile. Un’ambiguita’ che, secondo il suo entourage, deriva dal fatto che durante questo tipo di visite il presidente “non vuole restare chiuso” dal protocollo ufficiale.

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Germania, l’Unione e l’Spd hanno firmato un accordo di coalizione

13 mar 10:49 – (Agenzia Nova) – La nuova edizione della grande coalizione tedesca, guidata dalla cristiano democratica Angela Merkel (Cdu), e’ una realta’. I leader parlamentari dell’Unione di centrodestra e della Spd hanno firmato lunedi’ a Berlino un contratto relativo al futuro programma governativo. Il cancelliere Merkel si candidera’ mercoledi’ per la rielezione nel Bundestag, dopodiche’ si svolgera’ il giuramento del nuovo governo federale. Alla firma del contratto hanno partecipato, oltre al cancelliere, il presidente della Spd, il socialdemocratico Olaf Scholz, e il leader della Csu, il cristiano sociale Horst Seehofer. Per i gruppi erano presenti il presidente dell’Spd Andrea Nahles, Volker Kauder (Cdu) e per la Csu Alexander Dobrindt. I segretari generali Annegret Kramp-Karrenbauer (Cdu), Lars Klingbeil (Spd) e Andreas Scheuer (Csu). L’accordo di coalizione fara’ fronte alle sfide attualmente affrontate dal paese, suggerira’ soluzioni e portera’ “miglioramenti molto concreti” per la popolazione, ha dichiarato Merkel alla cerimonia della firma. “C’e’ molto lavoro da fare, lavoro duro”, ha poi sottolineato la politica tedesca. “Si tratta di un accordo di coalizione per le persone”, ha dichiarato il segretario della Csu. La grande coalizione deve sostenere la coesione sociale, ha dichiarato il presidente della Spd Scholz. Fra i vari impegni contenuti nell’accordo e’ prevista la sicurezza del posto di lavoro al fine di raggiungere l’obiettivo della piena occupazione entro il 2025. Lo sgravio fiscale previsto dalla riduzione della sovrattassa di solidarieta’ andrebbe a beneficio del 90 per cento dei contribuenti. Quella siglata ieri e’ la terza coalizione di governo tedesca che si basa su un’alleanza tra Cdu, Csu e Spd.

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L’Italia della ripresa e’ spaccata in due

13 mar 10:49 – (Agenzia Nova) – Nel Sud Italia la disoccupazione giovanile e’ del 46,6 per cento, il doppio rispetto al resto del paese. Con i loro mini-lavori precari, scrive la “Sueddeutsche Zeitung”, i giovani italiani guadagnano meno dei coetanei polacchi. Dei 716.000 italiani meridionali che si sono trasferiti al Nord negli ultimi 15 anni, oltre il 70 per cento aveva meno di 34 anni. Luca di Montezemolo, ex capo della Ferrari, avverte: “Il Sud e’ oggi il problema numero uno in Italia”. Il trionfo populista alle elezioni del 4 marzo e’ stato uno shock. Nel ricco Nord, coloro che si sentono esclusi dal processo della globalizzazione hanno scelto la Lega, che promette tariffe punitive e la drastica riduzione delle tasse al 15 per cento. Il Movimento 5 stelle di Luigi Di Maio ha invece trionfato al Sud con lo slogan “piu’ Stato”. Cio’ dimostra che il divario tra le due parti del paese e’ aumentato drasticamente durante la crisi economica. Il nuovo parlamento riflette questa divisione. Tuttavia il risultato delle elezioni sembra non essere stato un shock per il produttore di freni Brembo che il giorno dopo ha registrato un aumento azionario alla Borsa di Milano. Ad aiutare la buona situazione e’ anche la Bce che sta ancora utilizzando il suo programma di acquisto per aiutare gli italiani troppo indebitati. Un altro fattore stabilizzante e’ che la quota di creditori stranieri e’ diminuita drasticamente dopo la quasi bancarotta nel 2011. Ma soprattutto, la ripresa ha cambiato l’Italia. Il deficit di bilancio nel 2017 e’ stato inferiore dell’1,9 per cento rispetto a quanto pianificato. Entro il 2018, il disavanzo e’ destinato a ridursi all’1,6 per cento. Il rapporto debito – Pil e’ sceso leggermente per la prima volta in dieci anni, al 131,5 per cento. “Lasciamo un budget ordinato”, ha twittato il ministro delle Finanze uscente, Pier Carlo Padoan. Ottimista anche il capo di Uni Credit Jean Pierre Mustier: “Riteniamo che la crescita continuera’ in Italia e il paese sara’ tra i vincitori in Europa”, ha affermato il francese. Mario Draghi ha parlato piu’ cautamente da Francoforte. “Un’instabilita’ politica duratura puo’ minare la fiducia”, ha avvertito il capo della Bce, senza menzionare l’Italia. Allo stato attuale, il clima di fiducia nell’economia italiana e’ migliore di quanto lo sia stato dalla crisi del 2008. Il surplus commerciale dell’industria metalmeccanica ha raggiunto i 52 miliardi di euro. L’ex primo ministro Mario Monti confida nell’Unione europea e nelle sue regole, che limita il margine di manovra dei governi. Gli ottimisti, conclude pero’ la “Sueddeutsche Zeitung”, ignorano quanto l’Italia stia andando alla deriva. Nel Nord-Est la produzione industriale e’ in crescita, ma la Sicilia ha perso in termini di competitivita’. Tra il 2001 e il 2016, l’economia italiana del Sud si e’ ridotta del 7,2 per cento.

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Italia, lo sconfitto centrosinistra decide di andare all’opposizione

13 mar 10:49 – (Agenzia Nova) – Il Partito democratico (Pd) di centrosinistra sconfitto alle elezioni in Italia ha deciso di resistere alle pressioni perche’ partecipi ad un governo guidato dall’anti-sistema Movimento 5 stelle (M5s) o dalla anti-immigrati Lega, restringendo le opzioni per la formazione di una stabile maggioranza: lo scrive il quotidiano economico britannico “The Financial Times”: nell’articolo, il suo corrispondente da Roma James Politi riferisce che al termine della riunione della direzione del Pd tenutasi ieri lunedi’ 12 marzo il vice segretario Maurizio Martina, che gestisce provvisoriamente il partito dopo le dimissioni di Matteo Renzi, ha enfaticamente dichiarato che il Pd restera’ “all’opposizione”. “Abbiamo bisogno di un periodo di riflessione politica e culturale che sia all’altezza dei tempi”, ha detto Martina, “e dobbiamo realizzare una profonda riorganizzazione del partito”; alcuni esponenti dell’ala sinistra del Pd sarebbero favorevoli ad appoggiare un governo M5s, ma la maggioranza ha preferito mantenere il partito in attesa evitando di cooperare con il movimento populista che lo ha sempre duramente attaccato quando era al governo. La resistenza del Pd ad un eventuale accordo con i Cinquestelle o con la Lega potrebbe attenuarsi con il tempo, scrive il giornalista del “Financial Times” citando l’esempio del Partito socialdemocratico tedesco (Spd), che dopo la sconfitta elettorale aveva detto di voler rimanere all’opposizione per poi decidere alla fine di dar vita ad una nuova grande coalizione con i Democristiani della cancelliera Angela Merkel; ma per adesso la posizione del Partito democratico lascia il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con poche carte in mano in vista delle consultazioni ufficiali per la formazione del futuro governo italiano.

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