LIFE COACHING

La talpa Enrichetta e il prato dalle emozioni

di Serena Costantini, Life Coach |

Ciao mi presento mi chiamo Enrichetta, la talpa traghettatrice. Si, perché mi piace accompagnare le persone verso nuove avventure.

Ciao mi presento mi chiamo Enrichetta, la talpa traghettatrice. Si, perché mi piace accompagnare le persone verso nuove avventure.

Abito in un prato meraviglioso, immerso nella Natura, che generosamente mi accoglie e mi fa sentire unita con ogni altra cosa intorno a me.

Proprio per questo motivo, la vita qui è molto intensa, ogni giorno ci sono nuove possibilità, nuove opportunità per creare ciò che desideriamo.

Il mio viaggio per arrivare qui cominciò tanto tempo fa, quando ancora non sapevo cosa mi sarebbe davvero piaciuto sperimentare nella mia nuova avventura sulla terra.

Poi un giorno la mia anima mi sussurrò: “Enrichetta, mi piacerebbe tanto vivere al massimo delle mie possibilità e non perdermi nulla nella vita, dai partiamo!

Il mio cuore cominciò a saltellare dall’emozione e, come per magia, mi ritrovai  avvolta nella terra del grande prato verde.

Era soffice e profumata e mi fece sentire subito accolta da Madre Terra. Quell’oscurità era così tanto rassicurante ed emanava una luce particolare, mai vista prima.

Il prato faceva parte di una dimora molto curata, dove la bellezza esprimeva la presenza del divino.

Era l’inizio della primavera.

Cominciai subito a preparare la mia casa, scavai delle gallerie per potermi procurare del cibo e per ospitare la tana dove ripararmi.

Con l’arrivo della stagione più calda, il prato iniziò nuovamente ad animarsi: fiori colorati, farfalle e insetti di ogni tipo cominciarono ad arrivare.

Ed anche per me era venuto il momento di uscire allo scoperto e andare a conoscere tutti gli abitanti del prato.

E così una mattina al risveglio, iniziai a scavare per raggiungere la superficie.

Ogni volta che affondavo le mie zampe nella terra, la mia anima mi incoraggiava ad andare avanti. Il mio cuore era un turbinio di emozioni ed io, con naturalezza, lasciai che mi guidassero.

E in quell’istante mi sentii unita a tutte le cose, sentii di essere un tutt’uno con la Natura.

Appena misi il naso fuori, mi avvolse una sinfonia di profumi: l’odore dell’erba ancora bagnata dalla rugiada, la fragranza dei fiori che cominciavano a scaldarsi e la terra che emanava il suo aroma rassicurante.

Che emozione Enrichetta – mi disse la mia vocina interiore – grazie per avermi portata fin qui”.

Anche io ero impaziente di conoscere quale fosse la vita lì all’aperto, alla luce del sole.

Avevo da poco iniziato l’esplorazione del prato quando mi sentii chiamare: “Ehi ciao!”.

Mi voltai e davanti a me apparve una bambina paffutella dai grandi occhi blu.

“Io sono Milù, abito qui in questa casa, e tu chi sei?

Io sono la talpa Enrichetta ed è la prima volta che visito questo posto. La mia casa è proprio qui, sotto i tuoi piedi, avvolta dalla terra.

Milù ed Enrichetta cominciarono a passeggiare insieme, chiacchierando come due vecchie amiche che si ritrovavano dopo tanto tempo.

Enrichetta si lasciava accarezzare e scaldare dai raggi del sole e guardava tutto ciò che la circondava con occhi pieni di meraviglia: come era diversa quella luce, intensa e stimolante, che ad ogni istante ti invitava a nuove scoperte.

La bambina raccontò ad Enrichetta di come la vita lì fuori fosse molto ristretta, limitata da ciò che era bene e da ciò che era male, da ciò che era luce e da ciò che era tenebre, da ciò che era  gioia e da ciò che era tristezza. E proprio per questo tutti vivevano ben al di sotto delle loro possibilità, avevano paura di avventurarsi in qualcosa di sconosciuto e, soprattutto, di spaventoso.

Intanto tutti gli abitanti del prato cominciavano ad avvicinarsi per conoscere Enrichetta: “Come è diversa – mormoravano – chissà da dove viene!”.

Con il passare dei giorni Enrichetta era diventata parte della grande famiglia di quel prato, tutti erano incuriositi ed anche un po’ intimoriti da quel suo vivere sotto terra, al buio.

Eh si, è difficile immergersi nella luce dell’oscurità se non si è abituati a dialogare con quella parte di sé stessi apparentemente buia e oscura, a dialogare con la malinconia, con la tristezza, con la rabbia.

Fu per questo che un giorno, quando cominciarono ad arrivare le prime ombre della sera, Enrichetta invitò tutti a rimanere con lei, per aspettare il buio e avvicinarsi insieme ad incontrare emozioni profonde e nascoste.

Osservate il buio che avanza e immaginate che sia come un sole che dolcemente vi scalda e vi accarezza. Cercate di percepirlo come giorno, con la sua luce intensa e vibrante. Immaginate che anche il vostro corpo si possa muovere facilmente in quella oscurità. E durante questo viaggio incontrate nuovi amici: la tristezza, la malinconia, la rabbia e altri ancora. E insieme vi avventurate ed esplorate nuovi luoghi, nuove possibilità. Chissà quali nuove esperienze vi stanno aspettando! E intanto il viaggio continua, passando attraverso il buio, la luce, la malinconia e poi la gioia, la rabbia e molte altre emozioni.”

Enrichetta si era emozionata osservando  quanta pace ci fosse sui volti di tutti quanti: la loro anima stava sperimentando come fosse vivere tutto senza paura, intensamente, senza perdersi nulla.

E da quel giorno ogni sera, all’imbrunire, nuove persone arrivavano per viaggiare insieme alla talpa Enrichetta nel mondo sotterraneo delle loro emozioni.

Ciascuna di loro con il cuore colmo di fiducia per quella nuova avventura.