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La Sindrome del Criceto. Attesa per il nuovo libro di Alberto Contri

di Alberto Contri, docente di Comunicazione Sociale, Università Iulm |

Pubblichiamo la prefazione all’ultimo libro di Alberto Contri, “La sindrome del criceto”, che uscirà in libreria tra qualche giorno.

La pandemia del Coronavirus-Sars-2 ci è piombata addosso come uno tsunami, travolgendo le nostre vite, le nostre abitudini, le nostre certezze, insieme all’economia di tutto il mondo. 

Con decreti emanati d’urgenza per motivi di salute pubblica, i governi hanno sospeso diritti fondamentali segregando i cittadini in casa, e le città deserte sono apparse come un set pronto per una puntata di Black Mirror. L’incertezza della scienza di fronte ad un virus dalle caratteristiche sconosciute, si è trasformata ben presto in una insidiosa paura per un evento incontrollabile.

In questo frangente abbiamo cominciato a prendere coscienza della nostra grande fragilità di fronte ad un pur microscopico ed elementare organismo capace di far impazzire il nostro sistema immunitario.

La dichiarazione di pandemia globale ad opera dell’OMS ha colto di sorpresa un mondo impegnato a celebrare le magnifiche sorti e progressive dell’intelligenza artificiale, dei robot dotati di coscienza, della libera scelta del proprio sesso, indipendentemente da quanto scritto nel DNA dell’uomo. Che già si stava dichiarando onnipotente, addirittura transumano, e liberato dall’ingombrante fardello della tradizione, della propria storia, e persino delle leggi della natura.

La mitizzazione di un incessante progresso tecnologico stava iniziando ad auspicare un pianeta popolato da ominidi sempre più tracciati, manipolabili ed eterodiretti, mentre la sconsiderata diffusione delle teorie gender stava favorendo la trasformazione delle persone in esseri neutri, senza storia né tradizione, unicamente in balia delle proprie voglie.

Le pagine dei romanzi di George Orwell, Aldous Huxley e George Benson avevano silenziosamente cominciato a sostituire i fogli nel nostro calendario quotidiano, trasformando in realtà le loro previsioni distopiche. Sebbene scritte all’inizio del Novecento, quelle pagine contenevano i segnali latenti della riduzione dell’umanità alla mercé della dittatura di un pensiero unico pericolosamente totalizzante.

Assai prima che scoppiasse la pandemia, mi ero messo alla ricerca di quanti percepivano i rischi che stavamo correndo. E sono stato confortato dallo scoprire ovunque donne e uomini di qualunque ceto e livello culturale preoccupati per quel problema, animati dal desiderio di non restare inerti, e con l’urgenza di risolverlo.

Ecco perché ho ritenuto fosse venuto il momento di opporsi apertamente ad un così amaro destino, senza per questo demonizzare sviluppo tecnologico e Intelligenza Artificiale, che devono rimanere preziosi mezzi e non pericolosi fini. E senza trasformare meritorie campagne a favore delle diversità e per la parità di genere nella delegittimazione dell’unica famiglia in grado di perpetuare naturalmente la stirpe umana.

Dopo aver analizzato la criticità della situazione e raccolto pensieri di molte autorevoli e indipendenti personalità, ho deciso di proporre, alla fine di questo pamphlet, il manifesto dei: “GRU- Gruppi di Resistenza Umana”.

Si tratta di un movimento d’opinione che intende promuovere la forza delle idee basate sull’educazione, lo studio, la formazione, l’approfondimento, la condivisione del sapere, il rispetto della dignità, la promozione dell’uomo e il rifiuto del relativismo etico. Alla ricerca di un vero umanesimo integrale che sappia combinare tradizione e innovazione.

In molti hanno sentenziato che dopo il passaggio della pandemia, nulla sarà più come prima. Forse c’è proprio da augurarselo: perché di fronte alla ritrovata coscienza delle giuste proporzioni tra l’uomo e il creato, potrebbe essere assai meglio.

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