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La rivincita dei nerd, Meta offre 250 milioni di dollari a un genio dell’AI di 24 anni

Meta ha messo a segno un colpo straordinario nella guerra per il talento nell’ambito dell’AI, offrendo un pacchetto retributivo da 250 milioni di dollari a Matt Deitke, ricercatore ventiquattrenne che ha recentemente abbandonato il dottorato in informatica presso l’Università di Washington.

Dopo un’offerta iniziale considerata insufficiente, l’intervento diretto di Mark Zuckerberg ha raddoppiato la proposta convincendo Deitke ad unirsi al Superintelligence Lab di Meta, segnando uno dei contratti più generosi nella storia del settore tecnologico.

Deitke è noto per lo sviluppo di Molmo, un chatbot multimodale in grado di elaborare testi, immagini e suoni, e per il suo ruolo di cofondatore della startup Vercept, che sviluppa agenti AI autonomi.

Questa assunzione evidenzia la strategia aggressiva di Meta nel consolidare un’élite di ricercatori, avendo già investito oltre un miliardo di dollari per attrarre talenti di primo piano, tra cui l’ex capo dei modelli AI di Apple, Ruoming Pang.

Tuttavia, questa dinamica solleva critiche riguardo alla crescente disuguaglianza economica: enormi compensi per pochi selezionati a fronte di licenziamenti di massa, spesso nei ruoli che le stesse AI andranno a sostituire.

Studiosi come Ramesh Srinivasan denunciano un sistema che premia l’automazione cognitiva a discapito del lavoro umano, senza redistribuire in modo equo il valore generato dai dati raccolti dagli utenti.

La concentrazione del potere in poche mani e la mancanza di un vero riconoscimento per i fornitori inconsapevoli di dati rischiano di compromettere la sostenibilità sociale dell’evoluzione tecnologica in corso.

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Come il nuovo “Darwin Monkey” della Cina potrebbe sconvolgere il futuro dell’AI in una prima mondiale

La Cina ha annunciato lo sviluppo del primo modello di AI ispirato al cervello di un primate, denominato ‘Darwin Monkey’, suscitando notevoli discussioni nella comunità scientifica e tecnologica internazionale.

Questo sistema, progettato da un team di ricercatori guidati da Tang Yong dell’Istituto di automazione dell’Accademia cinese delle scienze, si distingue per la sua architettura bio-ispirata che replica con elevata fedeltà il funzionamento neurale dei macachi rhesus.

Diversamente dai modelli tradizionali di AI che si basano su trasformatori e reti profonde astratte, il ‘Darwin Monkey’ sfrutta un modello ibrido capace di emulare l’elaborazione cognitiva biologica, con l’obiettivo di ottenere capacità generaliste e adattive superiori.

Questa iniziativa potrebbe rappresentare un punto di svolta nella costruzione di AI più flessibili, robuste e autonome, capaci di apprendere in ambienti non strutturati e di adattarsi a contesti in rapida evoluzione. I ricercatori sottolineano come la nuova architettura consenta una gestione più efficiente delle risorse computazionali e favorisca l’emergere di comportamenti auto-organizzati simili a quelli osservati nei primati.

Inoltre, la possibilità di simulare circuiti cerebrali con elevata precisione introduce implicazioni rilevanti anche nel campo delle neuroscienze computazionali.

Se confermato nei suoi risultati, il ‘Darwin Monkey’ potrebbe ridefinire i paradigmi dell’intelligenza artificiale moderna, affermando la Cina come pioniere di una nuova era in cui la sinergia tra biologia e calcolo digitale supera i limiti dei modelli attuali.

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