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La riforma tributaria passa per il digitale. La proposta

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Approvati in esame preliminare due decreti legislativi di attuazione della legge 9 agosto 2023. Conferita la delega al Governo per la revisione del sistema tributario: razionalizzazione e semplificazione degli adempimenti tributari. Si rilancia anche la promozione delle zone rurali e montane.

La riforma del sistema tributario che passa per il digitale

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato, in esame preliminare, due decreti legislativi di attuazione della legge 9 agosto 2023, n. 111, con la quale è stata conferita delega al Governo per la riforma del sistema tributario.

Queste le prime righe del comunicato di Palazzo Chigi sulla riforma fiscale, che porta con sé diversi elementi della trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione, centrale e locale.

In uno si indica come migliorare e aumentare i servizi telematici offerti ai cittadini, per semplificare, rendere più efficiente ed efficace l’azione amministrativa, come fattore centrale di ammodernamento della PA nazionale e come leva per la digitalizzazione delle piccole e medie imprese che fanno l’economia delle regioni.

Anche nella recente Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NADEF), approvata nei giorni scorsi dal Governo, si è puntato molto sui capitoli telecomunicazioni e digitale. Due temi caldi, strategici per i fondi ad essi destinati dal PNRR e per il crescente ruolo dello Stato soprattutto nel capitolo delle Tlc.

Grazie alla digitalizzazione si promuove la semplificazione, si diversificano i pagamenti, si aiutano le imprese

Ad esempio, per quanto riguarda la “Razionalizzazione e semplificazione delle norme in materia di adempimenti tributari (decreto legislativo – esame preliminare)”, si prevede di ampliare le forme di pagamento, anche online, incentivare l’utilizzo delle dichiarazioni precompilate offerte in rete, ma anche di incrementare i servizi digitali a disposizione dei cittadini, prevedendo che agli adempimenti si possa ottemperare anche direttamente per via telematica.

Non ultimo, favorire, promuovere e prevedere misure volte a incentivare, anche in prospettiva e garantendone la gratuità, l’utilizzo dei pagamenti elettronici, l’ammodernamento dei terminali di pagamento e la digitalizzazione delle piccole e medie imprese.

Per il rafforzamento dei servizi digitali in questo contesto, il Governo ha indicato ulteriori possibilità, tra cui: potenziare i canali di assistenza a distanza; consentire la registrazione delle scritture private; consentire la richiesta e l’ottenimento di certificati rilasciati dall’Agenzia stessa; consentire il confronto a distanza tra contribuente e uffici dell’Agenzia e lo scambio di documentazione relativa ad attività di controllo e accertamento; consentire il calcolo e il versamento degli importi dovuti a seguito di attività di controllo e accertamento nonché liquidazione dei tributi gestiti dall’Agenzia delle entrate; effettuare ulteriori adempimenti.

La riforma e le aree montane: più connettività per l’inclusione economica e sociale

Fondamentali, in chiave di gigabit society e di inclusione sociale ed economica, sono inoltre le azioni previste nelle “Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane (disegno di legge – esame preliminare)”.

Lo stesso Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha previsto quasi 7 miliardi di euro per trasformare l’Italia in un territorio interamente servito da connessioni digitali superveloci, colmando il digital divide che ancora penalizza il territorio italiano, in particolare le aree più interne e periferiche, montane e rurali.

Secondo dati nazionali, il territorio montano italiano comprende attualmente 3.524 comuni totalmente montani e 652 comuni parzialmente montani, per un totale complessivo di 4.176 su 7.904 comuni italiani.

Parliamo di circa 14 milioni di cittadini italiani. Facile comprendere il motivo delle preoccupazioni che da sempre accompagnano il tema dell’inclusione sociale ed economica di queste persone, anche in chiave digitale.

Secondo quanto dichiarato al Sole 24 Ore da Marco Bussone, Presidente Uncem (l’Unione nazionale comuni e comunità montane), si sono 3800 segnalazioni in comuni montani o zone o frazioni di comuni dove non arriva il segnale mobile.

Già in passato, nel denunciare il digital divide mobile che affligge le aree montane del Paese, Bussone aveva parlato di 1.220 comuni dove si segnalavano difficoltà di ricezione in una o più zone, ma, nonostante i piani Bul e il Pnrr, attualmente il numero è più che triplicato.

Continuità dei servizi di telefonia mobile e delle connessioni digitali

Nel disegno di legge in questione, proposto dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, si trovano, tra le  disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane ci sono i servizi di comunicazione, con la previsione di contratti di programma relativi alle concessioni della rete stradale e ferroviaria nazionali, nei quali saranno inseriti interventi sulle infrastrutture di competenza atti a garantire la continuità dei servizi di telefonia mobile e delle connessioni digitali.

Sempre nel testo del disegno di legge, si afferma che la copertura dell’accesso ad internet in banda cosiddetta ultra-larga rappresenta una priorità per lo sviluppo socioeconomico dei territori montani, con specifico riguardo ai Comuni a maggiore rischio di spopolamento.