la nuova Rai

La Rai secondo il Governo M5S-Lega. Accordo su Salini Ad e Foa Presidente

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Il Governo ha trovato l’accordo su Fabrizio Salini per il ruolo di amministratore delegato e Marcello Foa per la carica di Presidente. Quest'ultima nomina deve essere ratificata con una maggioranza qualificata dei 2/3 da parte della Commissione parlamentare di vigilanza, convocata il primo agosto.

La nomina del presidente e dell’amministratore delegato della Rai sul tavolo del Consiglio dei ministri che si è tenuto oggi. Il Governo ha trovato l’accordo su Fabrizio Salini per la carica di amministratore delegato e Marcello Foa per la carica di consigliere di amministrazione, i nomi sono stati proposti, come prevede l’ultima riforma sulla Tv pubblica, dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria. “Oggi diamo il via a una rivoluzione culturale” nella Tv pubblica e “ci liberiamo dei raccomandati e dei parassiti”, così il vicepremier Luigi Di Maio ha presentato le due nomine e ha aggiunto che Foa sarà il nuovo presidente di viale Mazzini. Ricordiamo, che la nomina del presidente deve essere ratificata con una maggioranza qualificata dei 2/3 da parte della Commissione parlamentare di vigilanza, presieduta dal senatore Alberto Barachini, ex giornalista Mediaset. La Commissione è stata convocata per mercoledì 1 agosto alle ore 8:30 per esprimere il parere vincolante: per la conferma di Foa occorrono 26 voti, ma Lega e M5S ne hanno solo 21, da qui l’esigenza di ottenere i consensi di Forza Italia o del Pd.

Fabrizio Salini e Marcello Foa, chi sono l’Ad e il presidente (da confermare) Rai

Fabrizio Salini è un professionista dei media. Dal 2003 al 2011 ha ricoperto il ruolo di vice president of entertainment channels di Fox International Channels Italy, gestendo tutta l’area dei canali di intrattenimento del gruppo. In questo periodo contribuisce alla nascita di canali come Fox Life, Fox Crime e Fox Retro, prima di passare a Sky Italia come head of entertainment and cinema programming gestendo i canali Sky Uno e Sky Cinema.

Dal febbraio 2014 è stato amministratore delegato di Fox International Channels Italy, per passare nel novembre del 2015 a La7 dove viene nominato direttore di La7 e La7d. Lascia l’incarico nel giugno 2017 e da gennaio scorso è direttore generale di Stand By Me, la società di produzione fondata da Simona Ercolani.

Marcello Foa è un giornalista e docente di comunicazione. A lungo firma de Il Giornale, ora dirige il gruppo editoriale svizzero Corriere del Ticino ed è docente di Comunicazione e Giornalismo.

”Sono orgoglioso ed emozionato per la nomina a presidente Rai, che è giunta inaspettata nell’arco di pochissime ore. Mi impegno sin d’ora per riformare la Rai nel segno della meritocrazia e di un servizio pubblico davvero vicino agli interessi e ai bisogni dei cittadini italiani”, le prime parole espresse da Foa dopo la nomina.

Chi sono gli altri componenti del CdA Rai

Gli altri 5 membri del CdA Rai si conoscono già: Igor De Biasio, Giampaolo Rossi, Beatrice Coletti e Rita Borioni sono stati eletti, il 18 luglio scorso, dal Parlamento, mentre Riccardo Laganà, un tecnico Rai, è stato votato dalla maggioranza dipendenti del servizio pubblico radiotv.

Secondo quanto riportato sulla stampa cartacea, il governo M5S-Lega oltre al totonomi per il vertice del CdA, starebbe lavorando anche alle nomine nei nuovi direttori dei Tg Rai, anche se stamattina il vicepremier Matteo Salvini, a Radio24, incalzato da Luca Telese e Oscar Giannino sull’argomento, ha risposto: “Con Di Maio e Conte non ho dedicato neanche 30 secondi sulla scelta nei nuovi direttori dei telegiornali Rai”.

Staremo a vedere cosa succederà nei prossimi giorni sui ruoli chiave della Rai a trazione M5S-Lega. Per la presidenza in pole position potrebbe esserci una donna perché la legge Madia sulle partecipate pubbliche prevede il principio delle quote di genere. E, come detto, al momento nel CdA siedono solo due donne, Beatrice Coletti e Rita Borioni. Invece sui contenuti audiovisivi prodotti dal servizio pubblico è chiara la linea programmatica del Governo.

La Rai secondo Di Maio

“Il servizio pubblico ha un ruolo essenziale nella digitalizzazione del Paese e nella diffusione delle competenze digitali”, ha utilizzato queste parole Luigi Di Maio, quando ieri ha iniziato a parlare della Rai in audizione alla Commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera, dove ha di fatto esposto le linee programmatiche del Governo in materia di Telecomunicazioni, Poste e digitale.

Il ministro dello Sviluppo economico ha poi spiegato come intende riformare il servizio radiotelevisivo pubblico a partire dai contenuti: “Il mercato radiotelevisivo ha conosciuto negli ultimi anni una rivoluzione copernicana. La fruizione dei contenuti audiovisivi passa sempre più attraverso la connessione a internet e l’utilizzo della banda larga. Con il palinsesto che cede il passo alla personalizzazione dei contenuti, non esiste più il pubblico, ma una varietà di pubblici che, a seconda delle esigenze, utilizzano diversi media e costruiscono il proprio palinsesto”.

Per Di Maio la Rai deve essere meno generalista e più come Netflix.

“È come se si stessero cristallizzando due universi di pubblico”, ha aggiunto Di Maio, “coloro che possono permettersi l’accesso a quei contenuti e coloro che, al contrario, devono accontentarsi della programmazione generalista. Un divario, anche generazionale, che pone quindi un problema di uguaglianza e universalità nell’accesso ai contenuti di qualità”.

Infine Di Maio ha concluso il capitolo Rai in audizione annunciando l’istituzione di due commissioni MiSe-Rai e di un comitato: “In un mercato che evolve in questa direzione, il dovere del servizio pubblico è di adoperarsi per colmare questo divario puntando con decisione su contenuti di qualità e dal respiro internazionale, sperimentando formati e linguaggi nuovi, avviando progetti innovativi coerenti con il nuovo ecosistema dei media e promuovendo, infine, l’alfabetizzazione digitale. Come MiSE metteremo in campo tutte le misure necessarie ad assicurare il rispetto del contratto di servizio istituendo, in particolare:

  1. la Commissione paritetica MiSE-RAI cui sono attribuiti compiti di vigilanza sugli obblighi contrattuali;
  2. la Commissione paritetica MiSE-RAI chiamata ad elaborare le “linee guida operative che dovranno ispirare le intese con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative” che la RAI deve definire con riferimento alla “durata e ambito dei diritti di sfruttamento radiofonico, televisivo e multimediale”;
  3. il Comitato di confronto MiSE-RAI competente in materia di programmazione sociale”.