il caso

La Polizia Postale sequestra il sito Phica.net

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La Polizia Postale e delle Comunicazioni, attraverso il Servizio centrale per la sicurezza cibernetica, sta portando a termine in queste ore le operazioni tecniche legate al sequestro della piattaforma “Phica.net”.

La Polizia Postale e delle Comunicazioni, attraverso il Servizio centrale per la sicurezza cibernetica, sta portando a termine in queste ore le operazioni tecniche legate al sequestro della piattaforma “Phica.net”. Il provvedimento è stato disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma e mira a bloccare uno spazio online utilizzato per la diffusione di contenuti audio-video e relativi commenti, ora sottoposti a vincolo giudiziario.

Le attività si concentrano sulla messa in sicurezza e sulla conservazione del materiale digitale, che sarà reso disponibile per le successive analisi forensi da parte degli investigatori. Si tratta di un passaggio cruciale per ricostruire la portata delle condotte illecite e individuare eventuali responsabilità penali.

L’operazione, particolarmente complessa dal punto di vista tecnico, è stata condotta dal personale del Servizio Centrale della Polizia Postale, con il supporto dei Centri Operativi di Milano e Firenze. Una collaborazione che conferma la necessità di un approccio integrato e specializzato per affrontare fenomeni criminali che si muovono sul web e sfruttano piattaforme digitali sempre più sofisticate.

Cos’era Phica.net

Phica.net (poi anche noto come Phica.eu) era un forum online attivo dal 2005, con centinaia di migliaia di utenti iscritti, che si presentava inizialmente come piattaforma per la condivisione di contenuti amatoriali per adulti, con sezioni dedicate a chi voleva certificarsi come maggiorenne e pubblicare liberamente foto e video.

Col passare del tempo, però, il sito è diventato molto più di questo: molte delle immagini erano prese da profili social, pubblicate senza il consenso delle persone ritratte, in alcuni casi modificate (anche tramite intelligenza artificiale) per accentuarne la nudità.

Le donne coinvolte erano non solo personaggi pubblici come influencer, attrici, politiche, ma anche persone comuni. Le immagini venivano accompagnate da commenti sessisti, offensivi, degradanti.

Le accuse mosse contro Phica.net riguardano dunque la violazione della privacy, il “revenge porn” implicito in molte condivisioni non consensuali, la diffamazione, l’istigazione e offesa attraverso linguaggio degradante, e in certi casi la manipolazione delle immagini.

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