Voto online

La piattaforma Rousseau non è raggiungibile. Colpa di Rogue_0 oppure del sistema?

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Da stamattina il sito del M5S è in down e non permette la votazione degli iscritti. Boccia (PD): "Piattaforma non sicura e piena di falle"; Peter Ryan (inventore di Pret a Voter): "i sistemi di e-voting ancora non sono maturi".

La base del Movimento 5 Stelle sta votando dalle 10 di questa mattina sulla Piattaforma Rousseau l’autorizzazione del tribunale di Catania a processare il vicepremier e titolare del Viminale, Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona per il caso della Nave Diciotti.

Attualmente la piattaforma non è accessibile al voto da stamattina. Non si capisce se il sistema presenta problemi interni di sovraccarico a causa delle troppe richieste o, invece, è in corso un attacco DDoS da parte di hacker male intenzionati. Molto più probabile la prima opzione, dato che non è la prima volta che il sistema di voto online del Movimento 5 Stelle registra ritardi e difficoltà. Già in occasione delle Parlamentarie la piattaforma Rousseau risultava impallata, come nel caso delle elezioni politiche dello scorso 4 marzo.

rOgue_0 dietro il down?

Intanto sui social network, ROgue_0 l’hacker ben conosciuto dall’ambiente 5 stelle a causa dei suoi recenti attacchi, si difende dalle accuse di hackeraggio che gli utenti gli attribuiscono pubblicando tweet di come tutto il sito sia andato in crash da solo:

Peter Ryan, l’inventore di Pret a Voter: ‘Il voto online resta non sicuro’

Secondo Peter Ryan – professore di computer science all’Universite’ du Luxembourg e inventare di “Pret à Voter”, un sistema di voto che sfrutta la crittografia per rendere il processo sicuro, anonimo e non indirizzabile – “i tempi per i sistemi di e-voting, fatti online e senza la compresenza fisica di chi vota e chi controlla, non sono ancora maturi”.

Ryan, che ha partecipato Itasec19, la terza conferenza nazionale sulla sicurezza informatica la scorsa settimana a Pisa, con un intervento intitolato Trust and Trustworthiness of Voting Systems ha dichiarato che“con le tecnologie e le conoscenze attuali, non è sicuro un sistema di voto online. Non siamo pronti a renderlo sicuro su scala nazionale e non dovremmo usarlo, anche perché il sistema di voto dovrebbe fornire, oltre al risultato accurato, prove della sua validità. Deve essere capace di convincere tutti, in primo luogo gli sconfitti ma senza compromettere la privacy“.

Francesco Boccia (PD): “Quel voto è manipolabile e Rousseau si basa su una tecnologia superata  piena di falle”

Se quello che accade nei seggi Rousseau accadesse nei seggi della Repubblica, vi ribellereste?”. Così su Facebook Francesco Boccia, deputato PD, si rivolge agli elettori del M5S, descrivendo il percorso che rende la votazione su Rousseau non credibile.

Sarebbe il caso di porre dei limiti alla decenza e alla dignità delle istituzioni se condizionate così da votazioni compromesse e private. Non si può più continuare in Italia con questa farsa. Lo scorso 15 dicembre, a Roma, presso le Officine Farneto, davanti a oltre 100 sviluppatori e startupper arrivati da ogni parte d’Italia dimostrammo quanto Rousseau fosse superata e inadeguata a rappresentare, così come avviene oggi, una parte consistente del funzionamento delle istituzioni della Repubblica attraverso i propri servizi. Questa mattina la politica italiana e il Senato aspettano che una piattaforma privata si esprima su un voto che decide il percorso giudiziario su un Ministro e forse la vita stessa del Governo Conte. Il Blog delle Stelle è down, Rousseau va a singhiozzo e il Parlamento e la Repubblica Italiana dovrebbero essere condizionati da un contesto così? Non è possibile trasformare una decisione importante come quella sul ministro Salvini e il caso Diciotti in una farsa.

La piattaforma Rousseau non è trasparente, lo denunciamo da mesi e lo abbiamo dimostrato. Quel voto è manipolabile. Rousseau si basa su una tecnologia superata, è piena di falle e, soprattutto, è controllata da chi la gestisce. È impossibile sapere se i dati che saranno comunicati a maggior ragione dopo le tante interruzioni di oggi sono veritieri. Smettiamola con questa ipocrisia, affrontiamo insieme in Parlamento il tema delle votazioni digitali e della necessità che debbano essere sempre garantite da un audit e da un terzo e garantiamo tutto insieme serietà e rispetto delle istituzioni”.

La Svizzera offre 150mila dollari a chi trova falle di sicurezza sul sistema di e-voting

Tanti problemi di sicurezza e privacy per il sistema Rousseau che, ancora una volta, non è pronto a supportare un compito così delicato come l’e-voting.

In Svizzera è stato lanciato il programma Public Intrusion Test, Dal 24 febbraio al 24 marzo, per un mese, il portale di voto elettronico svizzero simulerà una normale elezione federale. Il governo darà 150.000 dollari all’hacker che riuscirà a violare la piattaforma di voto elettronico avviata in via sperimentale da alcuni comuni della Svizzera.

Compito degli hacker quello di trovare qualsiasi forma di vulnerabilità, ad esempio scoprendo un modo per risalire alle preferenze di voto degli elettori, o manipolando direttamente i risultati del voto. Questi i due rischi più grandi quando si parla di voto online o tramite piattaforme tecnologiche di qualsiasi tipo.

La Svizzera con questo programma ha mostrato di avere a cuore la sicurezza del voto dei suoi cittadini. In Italia quando si avrà?