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La Pec compie 18 anni, ma c’è poco da festeggiare

Compie 18 anni la posta elettronica certificata, sconosciuta alla stragrande maggioranza degli italiani. Eppure quando è stata istituita si sperava in una diffusione di massa soprattutto per accelerare la rivoluzione digitale del Paese. Nel 2000 è nato il concetto giuridico di ‘posta elettronica certificata’ (non l’acronimo Pec né le sue regole tecniche fissate poi nel 2005 con il Cad), con il provvedimento del 28 dicembre del 2000 (il DpR numero 445) che ha equiparato una mail certificata a una lettera cartacea tra pubbliche amministrazioni. Poi 12 anni fa è avvenuta l’istituzione della Posta Elettronica Certificata (PEC) intesa come strumento utile a tutti, non più esclusivo per far dialogare le pubbliche amministrazioni, ma anche utilizzabile dai semplici cittadini. E circa 5 anni fa,  dal primo luglio 2013 le comunicazioni tra imprese e pubblica amministrazione devono avvenire solo via Pec, non essendo più accettate le comunicazioni in forma cartacea.

I numeri della Pec in Italia

Al di là della storia per fare un bilancio della Pec è necessario leggere i dati diffusi da Agid:

Con questi numeri si può parlare di successo oppure la Pec non è ancora ‘matura’ in Italia? Quanti di questi 8,8 milioni di utenti sono privati cittadini? L’Agid non suddivide il dato tra privati, aziende o pubbliche amministrazioni.

In aiuto ci viene l’INI-PEC, (l’Indice nazionale della posta elettronica certificata gestito dal MiSe) dal quale si legge che ad oggi sono stati raccolti oltre 1.440.000 indirizzi Pec di professionisti relativi a oltre 1.735 ordini e collegi professionali. La copertura degli ordini e collegi professionali che comunicano con INI-Pec è dell 93%. Per quanto riguarda la sezione imprese, sono disponibili quasi 4.600.000 indirizzi Pec, tra società e imprese individuali. Se dagli 8,8 milioni di caselle Pec sottraiamo gli indirizzi dei professionisti e delle imprese si scopre che solo 2,8 milioni di cittadini privati hanno una Pec.

Troppo pochi per festeggiare questo 18esimo compleanno.

Non decolla anche perché si può inviare un’email con valore legale senza Pec

A molti può sembrare strano e un ossimoro, ma si può inviare un’email senza Pec con valore legale, purché utilizzi un “servizio elettronico di recapito certificato”. E il destinatario deve avere una PEC? No, basta che ha abbia una semplice email o una SIM di un telefono cellulare. A quale legge si fa riferimento?
I nuovi servizi di recapito elettronico certificato sono previsti dal regolamento UE n. 910/2014 (eIDAS) tradotti con il D.Lgs. 179/2016, che modifica ed integra il D.Lgs. 82/2005, Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD).

Per approfondire:

 

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