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La lezione di Mario Draghi: “La digitalizzazione è necessità. C’è un debito buono se usato per infrastrutture e ricerca” (Video)

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Non potevano mancare nel discorso di Mario Draghi al Meeting di Rimini 2020, dedicato alla ripartenza economica e sociale dell’Italia e dell’Europa, le leve fondamentali per costruire il futuro: istruzione e formazione delle nuove competenze per i giovani, innovazione, ricerca e digitalizzazione. 

La digitalizzazione, accelerata dalla pandemia, sarà permanente. È divenuta necessità”

“La digitalizzazione, imposta dal cambiamento delle nostre abitudini di lavoro, accelerata dalla pandemia, è destinata a rimanere una caratteristica permanente delle nostre società. È divenuta necessità”, ha detto l’ex presidente della Banca centrale europea. 

“Si pensi”, ha aggiunto Draghi, “che negli Stati Uniti la stima di uno spostamento permanente del lavoro dagli uffici alle abitazioni è oggi del 20% del totale dei giorni lavorati”. 

Il debito ‘buono’ sarà sostenibile se investito nel capitale umano, nelle infrastrutture cruciali per la produzione e nella ricerca

Mario Draghi introduce il termine di debito “buono” per indicare la sostenibilità degli investimenti per fini produttivi, come nel capitale umano, nelle infrastrutture cruciali per la produzione, nella ricerca e altri impieghi. 

Testualmente l’ex presidente della Bce ha detto: “La ricostruzione di questo quadro in cui gli obiettivi di lungo periodo sono intimamente connessi con quelli di breve è essenziale per ridare certezza a famiglie e imprese, ma sarà inevitabilmente accompagnata da stock di debito destinati a rimanere elevati a lungo. Questo debito, sottoscritto, comprato, da Paesi, istituzioni, mercati e risparmiatori. E questo debito sarà sostenibile, continuerà cioè a essere sottoscritto in futuro, se utilizzato a fini produttivi. Ad esempio investimenti nel capitale umano, nelle infrastrutture cruciali per la produzione, nella ricerca e altri impieghi. Se cioè sarà considerato ‘debito buono’. 

Qualificazione professionale per i giovani, non solo sussidi

Per affrontare la crisi economica causata dalla pandemia, “nel secondo trimestre del 2020 l’economia si è contratta a un tasso paragonabile a quello registrato dai maggiori Paesi durante la seconda guerra mondiale”, ha sottolineato Draghi, è fondamentale “dare di più ai giovani”. Questo è il vero messaggio lanciato oggi dall’ex governatore di Bankitalia. 

Ma in che modo? Draghi ha bocciato i sussidi a pioggia, “perché finiranno” e ha indicato nella qualificazione professionale la scelta politica migliore per garantire un futuro all’Italia. 

“Ai giovani bisogna però dare di più: i sussidi finiranno e se non si è fatto niente resterà la mancanza di una qualificazione professionale, che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e il loro reddito futuri”, ha detto Mario Draghi. 

“Dobbiamo essere vicini ai giovani investendo nella loro preparazione. Solo allora, con la buona coscienza di chi assolve al proprio compito, potremo ricordare ai più giovani che il miglior modo per ritrovare la direzione del presente è disegnare il tuo futuro”, ha concluso Mario Draghi.

Furlan (Cisl): “D’accordo con Draghi, investire in nuove competenze, innovazione e digitalizzazione economia”

“Ha pienamente ragione Mario Draghi: bisogna mettere al centro della ricostruzione dell’Europa e del nostro paese il futuro dei nostri giovani, investendo in maniera massiccia in istruzione, formazione delle nuove competenze, innovazione, ricerca, digitalizzazione dell’economia”. Questo il commento della segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan.

“Le parole di Mario Draghi rappresentano un notevole riconoscimento dell’importanza del ruolo dei giovani nella nostra società e nella costruzione del futuro dell’Italia e confermano la grande attenzione verso un tema di rilevante portata. L’Italia del post-Covid riparte se c’è un impegno concreto da parte dei ragazzi anche sulle grandi questioni dell’economia, del lavoro, dello sviluppo e dell’innovazione tecnologica. Una comunità che dimostra di avere futuro punta sul coinvolgimento dei giovani e li rende protagonisti”. Ad affermarlo è Domenico De Maio, direttore generale dell’Agenzia Nazionale per i Giovani, commentando l’intervento dell’ex Presidente della Bce al Meeting di Rimini.

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