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La guerra dei dati

La talpa di Cambridge Analytica svela come i big data, Trump e Facebook hanno violato la democrazia e quanto il pericolo sia tuttora reale. Quando Brittany Kaiser ha iniziato a lavorare per Cambridge Analytica, la società di consulenza politica fondata dal miliardario Robet Mercer, sostenitore di Donald Trump, era una studentessa di grandi ideali al suo quarto master in diritto internazionale dei diritti umani e relazioni internazionali e aveva già collaborato alla campagna presidenziale di Obama nel 2008. Era certa che lavorare all’analisi dei dati le avrebbe permesso di utilizzare le sue competenze per scopi umanitari, come prevenire genocidi e violazioni dei diritti umani, ma presto ha aperto gli occhi sui rischi che democrazia e privacy corrono per la mancanza di regolamentazione in questo campo. Dalla sua esperienza, ricca di particolari scottanti e testimonianze inedite, è nato La guerra dei dati, un memoir che racconta la verità inquietante su un’industria che vale miliardi, rivela come le società di data mining si arricchiscano utilizzando le informazioni personali degli utenti e spiega come Cambridge Analytica abbia sfruttato falle legislative e la superficialità di Facebook per manipolare gli elettori nelle votazioni inglesi e americane, usando i dati personali come armi per diffondere fake news e messaggi razzisti. E ci mette in guardia sul fatto che tutto questo potrebbe accadere di nuovo.

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