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La Giornata Parlamentare. Via libera in Cdm al ddl Coltivaitalia. Ue-Usa, pronti controdazi dal 7 agosto

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Ue e Usa continuano a trattare sui dazi. Pronte le contromisure. Il Time dedica la copertina a Giorgia Meloni. Il Cdm vara il ddl Coltivaitalia. Lollobrigida e Foti in prima fila.

La Giornata Parlamentare è curata da Nomos, il Centro studi parlamentari, e traccia i temi principali del giorno. Ogni mattina per i lettori di Key4biz. Per leggere tutti gli articoli della rubrica clicca qui.

Ue e Usa continuano a trattare sui dazi. Pronte le contromisure

Ue e Stati Uniti si avviano al rush finale dell’estenuante trattativa sui dazi. La tariffa unica, quel 15% ormai considerato digeribile dall’Ue, fa da perno ad un modello di accordo che prende lentamente forma ma che non è ancora delineato nella sua interezza. Il nodo delle esenzioni settoriali, l’imprevedibilità dell’interlocutore americano e la crescente irritazione di alcune capitali europee rendono l’intesa non scontata e non facile, sebbene la Commissione Ue abbia assicurato che sia “alla portata”. Le prossime ore, forse i prossimi giorni, saranno decisivi. C’è innanzitutto una forma da dare all’accordo, in merito alla quale è imprescindibile che Ursula von der Leyen e Donald Trump si parlino e comunichino di aver parlato. Qualcuno a Bruxelles ancora non esclude una missione lampo di von der Leyen nello Studio Ovale: si tratterebbe di una visita costellata di trappole, ma la stretta di mano alla Casa Bianca darebbe sacralità all’accordo. 

Prima, tuttavia, c’è una sostanza da amalgamare. Le parti si sono avvicinate, non si sono ancora incontrate. La volontà di Washington di mantenere i dazi su acciaio e alluminio al 50% è un punto dolente per Bruxelles. L’abbassamento della tariffa dal 27,5% al 15% alle auto europee non ha il via libera di Trump. Le esenzioni settoriali, dagli alcolici ai prodotti agricoli, dall’aeronautica ai dispositivi medici, restano un punto delicato della trattativa. Che sta evolvendo seguendo il modello Giappone sebbene le due economie siano ben differenti. E allora ecco che, da Pechino, von der Leyen ha innanzitutto richiamato alla cautela. “Il nostro obiettivo principale è raggiungere una soluzione negoziata, sono in corso contatti tecnici e politici molto intensi, ma siamo molto chiari che tutti gli strumenti sono sul tavolo e rimarranno sul tavolo finché non avremo un risultato soddisfacente”, ha sottolineato la numero uno di Palazzo Berlaymont. Non a caso, a Bruxelles, nel Comitato barriere commerciale, a “larga maggioranza” i Rappresentanti dei 27 hanno dato via libera alla lista unica di controdazi che l’Ue, in caso di no deal, farà scattare dal 7 agosto. 

Il pacchetto da 93 miliardi non entrerebbe in vigore nella sua interezza. La prima tranche da 21 miliardi, messa a punto contro acciaio e alluminio scatterebbe ad agosto mentre la seconda parte di controtariffe reciproche sarebbe operativa il 7 settembre e il 7 febbraio prossimi, nel rispetto delle norme del Wto. La lista unica ha l’obiettivo di dare un segnale agli Usa, ma anche a chi chiede alla Commissione di trattare con la schiena dritta. Lo strumento anti-Coercizione resta chiuso nel cassetto ma, rispetto a qualche settimana fa, la maggioranza dei 27 è pronta a metterlo sul tavolo se necessario. La parola d’ordine è trattare uniti. Il tempo delle divisioni, che pure esistono, è rimandato. A Parigi, il ministro dell’Economia Eric Lombard non a caso ha sottolineato al ministro per delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso che Francia e Italia “sono allineate” sui dazi. Nelle prossime ore von der Leyen e Antonio Costa rientreranno da una missione in Cina non facile. Ma sia l’Ue che Pechino sono accomunate dalla stretta finale con gli Usa sui dazi. Nessuno a Bruxelles è disposto a giurare che tutto finisca il primo agosto. Tuttavia, un ulteriore rinvio prolungherebbe quell’incertezza che Christine Lagarde ha chiesto di superare “velocemente”. 

Il Time dedica la copertina a Giorgia Meloni

Un nuovo nazionalismo, populista, nativista e pro-Occidente, ma fedele all’Europa e all’Alleanza atlantica: è la dimensione politica di Giorgia Meloni secondo il Time, che le dedica la copertina del nuovo numero dell’edizione mondo, come capitato ad altri presidenti del Consiglio, Silvio Berlusconi nel 2011 (“L’uomo dietro l’economia più pericolosa al mondo”) e Mario Monti nel 2012 (“Può quest’uomo salvare l’Europa?”), o a Matteo Salvini, nel 2018, con il titolo “Il nuovo volto dell’Europa”. “Dove Giorgia Meloni sta conducendo l’Europa”, è questa volta il titolo del servizio firmato da Massimo Calabresi, capo dell’ufficio di Washington della storica rivista statunitense di attualità politica ed economica, secondo cui in questi quasi tre anni al governo la premier “è emersa come una delle figure più interessanti” nel continente. “E il modo in cui conduce potrebbe cambiare il mondo”, come scritto sul post con cui Time ha rilanciato la copertina, che in passato ha visto protagonisti altri italiani come Gianni Agnelli, Sergio Marchionne, Mario Balotelli, Fabio Cannavaro, Gianni Versace e Giorgio Armani, Luciano Pavarotti e Sophia Loren.

Sulla sua idea di nazionalismo, la premier spiega che “per prima cosa dobbiamo difendere quello che siamo, la nostra cultura, la nostra identità, la nostra civiltà”. Il suo nazionalismo, aggiunge, “è principalmente un modo per difenderci da una globalizzazione che non ha funzionato”. E dichiara l’intenzione di “ricostruire la nostra identità, ricostruire l’orgoglio, l’orgoglio di essere quelli che siamo. A qualsiasi costo”. Secondo il servizio, le abilità della Meloni sono state evidenti nell’ultimo incontro alla Casa Bianca con Donald Trump, che Meloni preparò con una pila di schede con la sua posizione su qualsiasi tema che poteva essere affrontato. E sopravvisse al test pubblico con compostezza. “Sono del Capricorno. Diciamo che sono fissata con alcune cose”. 

L’autore riferisce poi che, una volta uscita la stampa dallo Studio Ovale, quando il colloquio con Trump si concentrò sull’Ucraina, la presidente del Consiglio difese appassionatamente Zelensky e la necessità di sostenere l’Ucraina. Trump ascoltò e rispose, ma senza polemiche, secondo il racconto di Meloni: “Lui è un combattente, e io sono una combattente”. Il servizio ripercorre anche fasi della gioventù, incluso l’incendio che distrusse la casa dove lei, la madre e la sorella Arianna vivevano prima di trasferirsi alla Garbatella. “Forse è per quello che mi sono unita al Msi, per la fiamma”. Trent’anni dopo diventa la prima donna a capo dell’esecutivo. Racconta di aver “dovuto affrontare ridicoli stereotipi”, nonché lo scetticismo iniziale dell’allora presidente Usa Joe Biden. “Semplicemente penso che non sapeva ciò di cui stava parlando”, sostiene liquidando le critiche degli avversari. 

Il Cdm vara il ddl Coltivaitalia. Lollobrigida e Foti in prima fila

Dopo il Cdm il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida e il ministro per gli affari europei Tommaso Foti hanno illustrato disegno di legge coltivaitalia che stanzia un miliardo di euro per il settore agricolo e che si aggiunge agli 11 già stanziati dal governo per il settore. Per il ddl è stato richiesto l’esame di urgenza in Parlamento che, ha ipotizzato Foti, dovrebbe significare l’approvazione nel marzo 2026. In Parlamento, ha osservato Lollobrigida, prevediamo un clima di convergenza di tutte le forze politiche per eventuali miglioramenti e veloce approvazione. Una parte rilevante dei fondi è a valere su quelli di sviluppo e coesione ha puntualizzato Foti, mentre Lollobrigida ha precisato che del miliardo stanziato 300 milioni vanno al fondo sovranità alimentare per filiere in difficoltà come la linea vacca-vitello soprattutto del centro-sud; 300 milioni sono per il settore olivicolo per la riconversione impianti con cultivazioni più resistenti alla xylella. Interventi sono previsti per la stabilizzazione dei prezzi dei mercati come quello cerealicolo con un credito d’imposta che oscilla tra il 20/40%. 

È previsto un intervento per il ricambio generazionale con facilitazioni per l’accesso al credito e con comodato d’uso per 10 anni di 8500 ha di terre Ismea e interventi per l’utilizzazione di terreni silenti. Un’altra misura, molto attesa dalle aziende, è la moratoria per le aziende colpite da epizozie. È previsto un ricambio generazionale del personale del crea per la stabilizzazione di 45 ricercatori e interventi per la digitalizzazione. Inoltre, si prevede il potenziamento delle funzioni di Agea in ordine all’utilizzo dei dati. questo intervento complessivo darà frutti per le prossime generazioni, ha indicato Lollobrigida che, a inizio conferenza stampa ha anche parlato di norme che riguardano la corresponsabilità dei Caa. Il disegno di legge vuole essere dimostrazione impegno che Italia mette a sostegno dello sviluppo agricolo, ha concluso Foti sottolineando che i fondi di sviluppo e coesione debbono essere utilizzati per queste iniziative. 

Ricci va avanti. Il M5S ancora non ha sciolto la riserva

Da un lato il M5S che ha preso tempo e sta vagliando attentamente le carte dell’inchiesta marchigiana, dall’altro l’ex sindaco di Pesaro che rimanda al mittente le accuse e riprende la sua attività di campagna elettorale. Nel mezzo, o quasi, un Pd sempre più chiamato a un complicato equilibrismo per evitare che un mosaico, quello delle Regionali, che sembrava avviato verso una risoluzione positiva, non crolli per un effetto domino. Se a Roma e in particolare in zona Campo Marzio la posizione sulla vicenda resta congelato, sul territorio Matteo Ricci ha ripreso con decisione la campagna elettorale. Dopo la partecipazione all’evento del Progetto civico Italia di Alessandro Onorato si prepara, infatti, per la serata Mille a cena con Matteo, un bagno di folla nel quale incontrerà a Pesaro 1.300 sostenitori. E un segnale che, dopo una riflessione, ci sia da parte sua la volontà di ripartire con decisione arriva anche dalle sue parole in un’intervista a La7. 

Per Ricci “I cinquestelle hanno giustamente chiesto di vedere le carte, cosa che ho fatto. Ho spiegato le mie ragioni. Non credo di dover prendere lezioni di onestà da parte di nessuno, su questi temi abbiamo gli stessi valori. In quindici anni di attività politica non ho mai avuto problemi”. Parole che fonti di Campo Marzio non qualificano comunque come un attacco. I 5 stelle continuano a riflettere sulla questione e mantengono per ora in stand by le iniziative sul territorio. Non c’è una dead line per sciogliere la questione ma non è detto che si debba arrivare al 30 luglio quando è previsto l’interrogatorio di garanzia per Ricci. Da Roma ad Ancona Ricci evidenzia intanto di ritenere che “la procura stia facendo il suo dovere e sono sempre più fiducioso nel lavoro dei magistrati. Non credo alle accuse di giustizia ad orologeria ma sono rimasto sorpreso perché tutto avviene il giorno dopo la proclamazione delle elezioni, su una vicenda che è sui giornali da un anno”. 

Diverso il discorso per la Puglia dove restano agitate le acque del campo largo. Antonio Decaro non ha infatti ancora sciolto la propria riserva e continuano i rumors sull’ipotesi di sondare altri papabili. Il presidente dei senatori dem Francesco Boccia, che, secondo i bene informati sarebbe stato in qualche modo sondato, ribadisce il sostegno a Decaro, “il nostro candidato più autorevole”. Ma chiede anche spirito di servizio: “Io penso” ha detto dall’assemblea regionale del Pd di Bari “che nessuno di noi se è chiamato può sottrarsi perché bisogna essere generosi con la nostra comunità e con la storia del Pd. Sono sicuro che al momento opportuno scioglierà le riserve, ma in questo momento fa bene a dire che non è candidato perché stiamo lavorando sul programma”. In attesa di sciogliere tutti i nodi, i leader del campo largo avranno comunque un’occasione per un confronto diretto: questa mattinata sono tutti attesi ad un convegno sul lavoro Elly SchleinGiuseppe ConteNicola Fratoianni ed Angelo Bonelli.

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