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Tajani lancia l’idea di detassare la tredicesima
Detassare la tredicesima per aiutare i redditi del ceto medio: è l’idea lanciata dal vice premier e leader di Fi Antonio Tajani in vista della prossima legge di bilancio. La maggioranza di governo da settimane discute su come aiutare il ceto medio attraverso la fiscalità. “Si può ora lavorare per far sì che il ceto medio non diventi ceto povero e chi ha gli stipendi più bassi possa vederli aumentare. La soluzione non si chiama reddito di cittadinanza, né salario minimo, la soluzione si chiama detassazione degli straordinari, dei festivi, dei premi di produzione e in prospettiva si può pensare a una proposta un po’ azzardata, detassazione della tredicesima”, spiega Tajani.
Lo scorso anno la maggioranza aveva optato per un Bonus Natale una tantum da 100 euro per i redditi fino a 28 mila euro dei nuclei familiari con almeno un figlio a carico. La tredicesima attualmente viene tassata come uno stipendio normale, applicando le aliquote Irpef in vigore e i contributi previdenziali. Ma, a differenza delle mensilità ordinarie, sui suoi importi non si applicano le detrazioni per lavoro dipendente e per familiari a carico; pertanto, il prelievo fiscale risulta più elevato e il netto leggermente più basso rispetto ad una normale busta paga. Uno studio della Cgia annota che la tredicesima vale complessivamente 59,3 miliardi, di cui 14,5 di imposizione. Per questo il nodo principale resta sempre quello delle risorse.
I partiti cercano una quadra, anche economica, in vista della legge di Bilancio
Dal palco del Forum di Cernobbio il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha rivendicato “un metodo che è quello della serietà, della responsabilità e, se volete, della prudenza, che sta pagando un dividendo importante non soltanto per il bilancio pubblico, ma anche per le imprese e le aziende di credito e continueremo su questa strada”. Poi ha specificato: “Non ci sarà una manovra correttiva perché i conti stanno andando come previsto”. I capisaldi della prossima legge di bilancio sono: alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio, intervenire a favore della natalità per contrastare l’inverno demografico, innalzare la spesa della Difesa fino al 2% del Pil, sterilizzare l’aumento di 3 mesi dell’età pensionabile.
FdI, lo ha ribadito più volte la premier Giorgia Meloni negli ultimi giorni, punta tutto sul taglio delle tasse al ceto medio, dopo gli interventi per i redditi medio bassi effettuati con le ultime due manovre, e sulle politiche a sostegno della natalità. Forza Italia invece insiste sul taglio del cuneo fiscale dal 35 al 33% per i redditi fino a 60mila euro, e per rendere strutturale l’Ires premiale. La Lega invece spinge sulla rottamazione delle cartelle con il progetto di spalmarle in 120 rate su 10 anni e la flat tax al 15%. Le simulazioni effettuate finora dicono che per il taglio dell’Irpef al ceto medio serviranno non meno di 2,5 miliardi, con stime che salgono fino a 4. Per sterilizzare l’aumento dell’etàpensionabile di 3 mesi potrebbero essere necessari invece quasi 3 miliardi.
È polemica sul viaggio a NY. Ira di Meloni per le accuse infondate
Una “scelta privata” che “è stata trasformata in un’arma politica, tra insinuazioni su voli di Stato e incontri segreti mai avvenuti. Tutto falso”. Giorgia Meloni contrattacca così al termine di una giornata in cui un’interrogazione parlamentare del senatore di IV Enrico Borghi ha sollevato il dubbio di un suo viaggio a New York a bordo di un aereo di Stato, cui ha replicato nel giro di un’ora e mezza da Palazzo Chigi: si è trattato di un viaggio “in veste privata”, un “regalo di compleanno” alla figlia Ginevra”, e a bordo di “voli di linea”. E in serata arriva la replica di Iv: “Il suo sogno sarebbe quello di eliminare il diritto alla parola dell’opposizione: non ci fermerà”. La premier sarebbe stata avvistata a Fiumicino in mattinata, da qui il tam tam di rumor su un blitz oltreoceano.
Il senatore di Iv, nel comunicato con cui ha annunciato l’interrogazione, ha sottolineato lo “stupore” per la mancata partecipazione di Meloni a “diversi eventi di assoluta importanza per il nostro Paese, quali il Forum di Cernobbio, il Gp di Formula 1 a Monza ovvero la camera ardente del signor Giorgio Armani”. E le chiedeva di “chiarire se abbia partecipato o meno a eventi istituzionali non resi pubblici, in Italia oppure all’estero, come hanno ventilato alcune fonti giornalistiche, a New York con un volo di stato o in Puglia”. Nel giallo s’incastravano anche le parole di Donald Trump che, dopo aver assistito a NY alla sfida fra Sinner e Alcaraz, ha parlato di imminenti visite di “alcuni leader europei” negli Usa per discutere della crisi ucraina, nonché le voci di un volo a bordo dell’aereo di Stato su cui ha viaggiato la ministra del Turismo Daniela Santanchè, che rappresentava il Governo alla finale degli Us Open.
Tutto smentito: prima da Palazzo Chigi (“Almeno una volta all’anno, il presidente ha il diritto di svolgere il suo ruolo più naturale, quello di madre” e “non ha mai utilizzato voli di Stato per ragioni private”), preannunciando azioni legali “nei confronti di chi ha diffuso o insinuato notizie infondate”; poi dalla stessa Meloni, che è arrivata nella sede del Governo attorno alle 15.00 e ha fatto i conti, “con un misto di amarezza e indignazione”, con quella che ritiene “l’ennesima polemica costruita ad arte sul nulla”. “Per due giorni ho scelto di fare ciò che considero il mio ruolo più bello e naturale: essere madre. Ho regalato a mia figlia un fine settimana insieme all’estero per il suo compleanno, viaggiando con voli di linea, come qualunque altra persona e come è normale che sia”.
Tensione nella lega su Vannacci. Ancora aperto il nodo regionali
Dopo il proclama di “resistenza” del governatore lombardo Attilio Fontana, pronto a combattere i tentativi di “vannaccizzare” il partito, è arrivato l’aut aut del senatore Gian Marco Centinaio: “Vannacci inizi a rispettare le regole della Lega. Se non gli vanno bene, faccia il suo partito. Se invece dice di volerle cambiare, vuol dire che vuole puntare alla leadership e a me questo non sta bene”. Insomma, si fanno sentire le tensioni interne per le liste delle regionali. Vannacci ha comunque provato a smorzare: “Andiamo avanti tutti insieme per una Lega sempre più grande e influente. Ognuno porta il meglio di sé”. Il quadro è complesso, anche perché ancora manca l’accordo di coalizione per individuare i candidati governatori di Campania, Puglia e, soprattutto, Veneto.
“Credo che sia più che plausibile che arriveranno prima del voto nelle Marche”, cioè del 28 e 29 settembre, ha rassicurato il capogruppo di FdI alla Camera Galeazzo Bignami. Per adesso continua a mancare una data per il vertice fra i leader di centrodestra che dovrebbe definire il quadro e, soprattutto, che dovrebbe certificare il nome scelto per il Veneto. Ccomincia a farsi strada l’ipotesi che possa essere quello del deputato e vicesegretario della Lega Alberto Stefani e a lanciarlo è stato nei giorni scorsi il segretario Matteo Salvini. Per Bignami “È un nome sicuramente importante più che apprezzabile. Non ragioniamo nell’ottica di dire che FdI è il primo partito e quindi” il candidato in Veneto “lo vogliamo noi. Bisogna rispettare i territori e le autonomie, il Veneto in particolare ha una storia importante da questo punto di vista”. Anche il governatore uscente Luca Zaia non ha alzato muri: “Non è una sorpresa. Ora dobbiamo capire la scelta del tavolo nazionale, se il candidato sarà della Lega, soluzione per cui noi tifiamo, o se ci saranno altre soluzioni. Io non ho nulla da dire sulla scelta e mi fermo qui”.
Nelle altre regioni c’è la conferma degli uscenti Francesco Acquaroli (Fdi) nella Marche e Roberto Occhiuto (Fi) in Calabria. È decisa la corsa di Alessandro Tomasi (Fdi) in Toscana. Per la Puglia circola il nome del deputato di Fi Mauro D’Attis e per la Campania, rispetto all’ipotesi del viceministro di FdI Edmondo Cirielli, sembra più concreta quella di un profilo civico: Giosy Romano o il rettore Matteo Lorito. La soluzione finale dovrà tenere conto di un equilibrio complessivo fra le forze, che pesi sia la presenza sui territori sia le indicazioni dei sondaggi. “Non siamo in ritardo, stiamo lavorando” ha assicurato il segretario di Fi Antonio Tajani, “Adesso siamo impegnati per vincere nelle Marche e dobbiamo vincere anche in Val d’Aosta, anche se c’è un sistema proporzionale puro. Dobbiamo vincere in Calabria e poi troveremo, come al solito, un candidato unitario sia in Veneto, sia in Campania, sia in Puglia”.
Alla Camera
L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 14.00 per l’esame di diverse proposte di ratifica di trattati internazionali.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia si confronterà sul decreto giustizia. La Esteri proseguirà il ciclo di audizioni sullo stato di attuazione del Piano Mattei aggiornata al 30 giugno 2025. Mentre tutte le altre Commissioni torneranno a riunirsi domani.
Al Senato
L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi domani alle 10.00 per esaminare il decreto-legge per il commissariamento dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e per il finanziamento dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, il ddl per il riconoscimento e la promozione delle zone montane, diverse ratifiche di trattati internazionali, il ddl per la partecipazione italiana a Banche e a Fondi multilaterali di sviluppo e il ddl di modifica dell’intesa tra il Governo della Repubblica italiana e la Tavola valdese.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali si confronterà sul ddl per la semplificazione delle attività economiche e sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per la programmazione dei flussi d’ingresso legale in Italia dei lavoratori stranieri per il triennio 2026-2028.
La Giustizia svolgerà delle audizioni e si confronterà sul decreto per il contrasto alle attività illecite in materia di rifiuti, bonifica della Terra dei fuochi e assistenza alla popolazione colpita da eventi calamitosi. Esaminerà il ddl sulle disposizioni sanzionatorie a tutela dei prodotti alimentari italiani, il ddl sul procedimento sommario per la realizzazione del credito il ddl sul processo telematico, il ddl sulla comunicazione delle variazioni di reddito rilevanti ai fini dell’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, il ddl in materia di furto d’auto, il ddl per l’introduzione della figura dello psicologo forense e altre risorse per il contrasto alla violenza contro le donne e il ddl in materia di successioni.
La Bilancio si confronterà sullo schema di decreto legislativo in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale. La Affari Sociali esaminerà il decreto-legge per il commissariamento dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e per il finanziamento dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, il ddl di delega al Governo sulla retribuzione dei lavoratori, i ddl in materia di tutela della salute mentale, il ddl per l’istituzione della giornata nazionale prevenzione melanoma e il ddl per il contrasto al body shaming.